Ritorna lo spettro del biodigestore nell’Agro Atellano: i comitati si mobilitano
Tra i cittadini aumentano le ansie e i timori per la realizzazione del mega-biodigestore per conto della “Edison Spa” a Gricignano di Aversa. I comitati ambientalisti della "Terra dei Fuochi" sono pronti a scendere in piazza a protestare
È tornata la paura in provincia di Caserta, più precisamente a Gricignano di Aversa, cittadina di circa 12.000 abitanti situata tra l’Agro Atellano e quello Aversano. A destare i timori, le paure e le preoccupazioni dei cittadini dell’area, infatti, è l’enorme biodigestore che la Edison Spa dovrebbe realizzare nella zona ASI Aversa Nord, all’interno di diversi terreni ricadenti in territorio gricignanese.
La realizzazione dell’impianto – il quale dovrebbe trattare a regime circa 110.000 tonnellate di rifiuti all’anno, divenendo uno dei maggiori siti di stoccaggio in Campania – aveva sollevato già in passato numerosi dubbi e perplessità nella comunità locale, la quale era riuscita a scampare il pericolo di ritrovarsi un “ecomostro” di fronte casa grazie al parere contrario del TAR sulla sua realizzazione. La multinazionale dell’energia, però, non è rimasta a guardare, e ha impugnato la sentenza davanti al Consiglio di Stato, ottenendo parere favorevole per la realizzazione dell’impianto nonché l’annullamento del provvedimento preso in precedenza dai giudici amministrativi.
Una vicenda che ha fatto ritornare lo spettro del temuto impianto di biodigestione in un’area, come quella della Terra dei Fuochi, già martoriata da roghi tossici e sversamenti illeciti di rifiuti, oltre che segnata da uno dei tassi di incidenza tumorale tra i più alti d’Italia. Dulcis in fundo l’impianto, secondo quanto emerso dalle perizie tecniche, non andrebbe a trattare solamente FORSU, cioè la frazione organica del rifiuto solido urbano, ma sarebbe dotato di un canale aggiuntivo per lo stoccaggio dei rifiuti speciali. Ciò vorrà dire che alle discariche abusive, ai roghi tossici, ai miasmi nauseabondi delle industrie che rendono l’aria irrespirabile in tutta l’area, si aggiungeranno ulteriori sostanze nocive che finiranno direttamente in atmosfera, a fronte di una produzione di biogas ed energia davvero esigue in rapporto alle esigenze di un territorio che conta circa 200.000 abitanti.
A denunciare l’ennesimo scempio ambientale che sta per consumarsi sulla pelle dei cittadini dell’Agro Atellano e Aversano, con un documento dettagliato, è stato il comitato ambientalista “Difendiamo la nostra salute e il nostro territorio”, il quale ha avviato una campagna di sensibilizzazione volta a spiegare ai media e ai cittadini i motivi per cui costruire un enorme impianto di biodigestione della frazione organica, anziché puntare sui siti di compostaggio di comunità e di prossimità, rappresenta una scelta folle, contraria alle “buone pratiche” di recupero dei rifiuti e in contrasto con quanto recepito dall’art. 4 comma 6 del Decreto Legislativo n. 205/2010 e dalla Direttiva Europea 2008/98 in materia di stoccaggio dei rifiuti e tutela del patrimonio ambientale.
Il comitato, che chiama a raccolta e alla mobilitazione cittadini, attivisti, studenti, professionisti, associazioni, istituti e istituzioni di tutta l’area interessata dall’impatto ambientale del biodigestore in questa importante battaglia in difesa dell’ambiente e della salute, trova tra i suoi promotori territoriali Gaetano Iovinella, Elpidio Dell’Aversana e il noto accademico, scrittore e poeta atellano il prof. Giuseppe Limone.
Nel frattempo, se sul versante istituzionale gli amministratori locali hanno chiesto di partecipare alla Conferenza di Servizi per esprimere la propria contrarietà al progetto, chiedendo un’audizione anche al Prefetto di Caserta; i movimenti ambientalisti, tra cui la rete Stop Biocidioe il comitato No Biodigestore, si sono dati appuntamento venerdì 8 novembre in Piazza Municipio a Gricignano di Aversa per una grande marcia di protesta. La manifestazione nasce per ribadire il rifiuto della comunità locale verso questa grande opera inutile e dannosa, proponendo agli enti di gestione di adottare un piano alternativo dei rifiuti a impatto zero.
Seguiranno in questi giorni ulteriori aggiornamenti sugli sviluppi della vicenda.
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