Giovedì scorso gli agenti del commissariato di San Giorgio a Cremano hanno ricevuto una segnalazione dal servizio per la cooperazione internazionale di polizia inerente alla cattura di Giorgio Cappiello, 55enne sangiorgese, destinatario di un mandato d’arresto europeo emesso dalla Corte d’Appello di Anversa (Belgio) nello scorso mese di dicembre, in seguito a una condanna alla pena di sei anni di reclusione, perché appartenente a un’organizzazione criminale dedita al traffico internazionale di stupefacenti, falsificazione e uso di documenti falsi.
I poliziotti hanno effettuato dei controlli che hanno consentito venerdì sera di rintracciare e bloccare l’uomo di San Giorgio a Cremano in un appartamento di via Filumena Marturano a Napoli. Un mese fa, invece, a Giugliano in Campania, i militari del Nucleo investigativo del gruppo carabinieri di Aversa hanno tratto in arresto e associato al carcere Bartolomeo Vitiello, un latitante che lo scorso 13 dicembre, era sfuggito alla cattura nell’ambito della più ampia attività investigativa, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, un’azione che aveva consentito di trarre in arresto complessivamente altre 8 persone, una delle quali minore all’epoca dei fatti.
L’arrestato, insieme agli altri 8 indagati, è accusato di far parte di un gruppo criminale dedito a compiere estorsioni ai danni di commercianti di Aversa, Lusciano e Parete, avvalendosi della forza d’intimidazione promanante dall’appartenenza alla camorra nelle sue articolazioni territoriali denominate “fazione Bidognetti” e “fazione Schiavone”, del “clan dei Casalesi”.
Dopo essere sfuggito alla cattura, dal 13 dicembre scorso e per l’intero periodo delle festività natalizie, i militari hanno concretizzato un’ininterrotta attività investigativa, coordinata dalla Procura distrettuale antimafia, eseguendo anche numerose perquisizioni domiciliari presso le abitazioni di persone dove il latitante avrebbe potuto nascondersi. Al termine di tale pressante attività, Vitiello ha segnalato ai carabinieri di Aversa la sua presenza presso il suo domicilio, dove infine è stato trovato e tratto in arresto.
In particolare, l’indagine, definitivamente conclusa con la cattura dell’ultimo indagato, aveva permesso di individuare e documentare: ripetute estorsioni tentate e consumate nel periodo antecedente alle festività natalizie del 2018 con richieste – anche ingenti – di somme di denaro da parte degli indagati, alcuni dei quali pregiudicati per reati di tipo mafioso, da un minimo di 250 ad un massimo di 15mila euro; il compimento di reiterati tentativi di estorsione ai danni di esercizi commerciali tra i quali soprattutto ristoranti e imprese di trasporti; le finalità delle condotte estorsive – peraltro in alcuni casi palesate alle vittime – connesse con la necessità di sostenere le famiglie dei detenuti ed erogare lo stipendio agli affiliati.
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