Sempre più giovani delle scuole medie e superiori si affidano al web per la propria educazione sessuale, una tendenza evidenziata da uno studio dove per la metà di loro Internet rappresenta la fonte principale d’informazione, seguita dall’12% che si affida agli amici. Tuttavia, quasi il 49% dei ragazzi e delle ragazze ritiene che la scuola dovrebbe assumersi questo compito. Questi dati emergono da una ricerca promossa dalla Società Italiana di Riproduzione Umana (SIRU), presentata a Roma durante il quinto congresso regionale della SIRU Lazio.
Durante l’evento è stato presentato il progetto di Formazione nelle scuole, promosso dalla SIRU, il cui obiettivo è formare gli studenti in modo che possano diventare tutor esperti, fonti affidabili di informazioni per i propri coetanei e amici. Secondo la ginecologa Maria Giuseppina Picconeri, membro del consiglio direttivo della SIRU, l’obiettivo è “prevenire stili di vita e abitudini correlati a patologie dell’apparato riproduttivo nell’adolescenza, che potrebbero portare, in età adulta, a condizioni di ipofertilità o sterilità“. Aggiunge “Nonostante sembrino più aperti su questi temi, i giovani sanno in realtà molto poco riguardo alla loro sessualità e a come questa possa impattare sulla loro salute riproduttiva futura“.
Giovanni Ruvolo, specialista del Centro di Biologia della Riproduzione di Palermo, spiega: “Gli studenti condividono le proprie conoscenze, esperienze e competenze tra di loro. Questo metodo favorisce lo scambio di informazioni, incoraggiando il pensiero critico, la collaborazione e la responsabilità individuale. Tale approccio spinge gli studenti a diventare attori attivi nel processo formativo, anziché essere semplici destinatari passivi di informazioni, diventando punti di riferimento tra i loro pari”. Non si tratta più di contrastare il passaparola tra i giovani, ma di assicurare che le informazioni diffuse siano corrette, accurate e affidabili.