È stata una giornata di sgomento e di terrore quella appena trascorsa in via Santa Brigida, cuore pulsante della vita turistica e commerciale di Napoli, a due passi dall’affollatissima Galleria Umberto. Massimo Eboli, quarantaquattrenne napoletano proprietario del noto Café Max, è stato trovato questa mattina privo di vita nel suo stesso esercizio commerciale dai suoi dipendenti. I lavoratori del locale, giunti come ogni mattina nel bar per svolgere il proprio turno di lavoro, avrebbero compiuto per primi la terribile scoperta, rinvenendo il corpo del loro datore di lavoro penzolante sul soffitto con una fune legata attorno al collo. L’uomo, infatti, in preda alla disperazione e allo sconforto più totale, molto presumibilmente per ragioni economiche legate alla sua attività commerciale, si sarebbe così impiccato senza pensarci due volte, decidendo di porre fine alla sua esistenza e lasciando per sempre i propri familiari e amici. Sul luogo del terribile suicidio, allertati dai presenti, sono giunti poco dopo gli agenti della polizia di Stato e quelli della polizia municipale di Napoli, i quali, assieme ai soccorritori, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso del povero commerciante, il quale non ce l’avrebbe più fatta a sopportare la difficile e disperata condizione nella quale versava ormai già da diverso tempo.
Poco dopo nel locale, sconvolta e in lacrime, è sopraggiunta anche la moglie della vittima, la quale non avrebbe mai potuto immaginare che il marito potesse compiere un gesto così estremo. In pochi minuti, tra la disperazione dei presenti e lo stupore di turisti e passanti, attorno al Cafè Max si è raccolta una folta schiera di persone, alcuni dei quali amici e conoscenti del povero Massimo, visibilmente provati e scioccati di fronte all’inspiegabile scelta dell’uomo di farla finita per sempre. La vittima era infatti molto conosciuta in zona: le volevano tutti bene in quanto si era sempre dimostrata una persona a modo, molto gentile, affabile e cortese con tutti, soprattutto con i suoi dipendenti che trattava quasi come se fossero dei suoi figli. Già ieri sera però si erano fatti largo alcuni tristi presagi e presentimenti: forse qualcosa non andava, e lo stesso Massimo, che solitamente chiudeva il locale sempre in tarda ora, quando Napoli si svuota dei turisti, aveva inspiegabilmente abbassato le seracinesche della caffetteria già alle ore 18:00, un orario inusuale per un locale situato in una zona centralissima e frequentata a qualsiasi ora del giorno e della sera. Un brutto segno evidentemente, che avrebbe in un certo modo funto da “premonitore” della terribile tragedia consumatasi questa mattina in città.
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