Tentato omicidio e porto illegale di armi, entrambi con l’aggravante del metodo mafioso: questi i reati contestati ai tre esponenti del clan Palermo destinatari delle ordinanze di custodia cautelare eseguite a Castello di Cisterna, in provincia di Napoli, dai carabinieri del nucleo operativo radiomobile della stazione locale, a seguito di un’ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli. L’indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, era partita da un conflitto a fuoco verificatisi a Brusciano, piccolo centro adiacente a Castello di Cisterna, il 14 aprile del 2019, durante il quale era rimasto ferito un pregiudicato del posto.
Le indagini degli inquirenti, in particolare, hanno permesso di ricostruire, oltre alla dinamica dell’evento in sé, anche tutti gli accadimenti che sarebbero stati causa della sparatoria, che si inquadrerebbe in un più ampio conflitto, in corso dal 2017, fra due opposte fazioni criminali operanti sul territorio di Brusciano: il clan Palermo, a cui appartengono i tre arrestati, ed il clan Rega, di cui faceva parte l’uomo obiettivo del raid camorristico ed un altro soggetto, anch’egli identificato dalle forze dell’ordine, intervenuto nel conflitto a fuoco a difesa del bersaglio delle pallottole del clan rivale. La dinamica degli eventi è quella, purtroppo ben conosciuta, dell’agguato camorristico: il piccolo commando formato dai tre uomini arrestati avrebbe, secondo le ricostruzioni, aperto il fuoco all’indirizzo dell’obiettivo designato nel bel mezzo una pubblica via, con grandissimo rischio per l’incolumità dei passanti, sparando ben quindici colpi di pistola contro l’esponente del clan rivale.
Alla base della guerra fra le due organizzazioni criminali ci sarebbe, come spesso accade in queste vicende, il controllo del traffico illecito e dello spaccio di sostanze stupefacenti sul territorio del piccolo Comune vesuviano: l’emergente clan Palermo, guidato dal boss Francesco Palermo, starebbe tentando di insidiare la supremazia della famiglia Rega, storicamente egemone nella zona, e del suo reggente attuale Tommaso Rega, conosciuto nell’area come o’ Chirichiell. I tre uomini sconteranno la misura cautelare in diverse case circondariali territorialmente competenti.
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