Sarà con ogni probabilità il vero appuntamento televisivo imperdibile di queste anomale festività natalizie in tempo di Coronavirus: si tratta dell’attesissima trasposizione filmica dell’intramontabile opera teatrale di Eduardo De Filippo Natale in casa Cupiello, che Rai 1 trasmetterà in prima serata martedì 22 e che sarà disponibile anche su Raiplay. A firmarla è il regista campano Edoardo De Angelis, certamente uno tra gli autori più interessanti dell’attuale panorama cinematografico italiano, con un notevolissimo cast di interpreti guidato da Sergio Castellitto e Marina Confalone (nei ruoli dei coniugi Luca e Concetta Cupiello) e composto anche da Adriano Pantaleo (il loro figlio minore Tommasino), Tony Laudadio (Pasquale, il fratello di Luca), Pina Turco (l’altra figlia Ninuccia Cupiello), Alessio Lapice (Vittorio Elia, l’amante di Ninuccia) e Antonio Milo (Nicola Percuoco, il marito di Ninuccia).
Prodotto da Picomedia in collaborazione con Rai Fiction, il film tv è un omaggio al celebre drammaturgo e poeta partenopeo nel centoventesimo anniversario della nascita, ma anche una graditissima strenna per i telespettatori italiani, in un momento così particolare e doloroso a causa della pandemia da Covid-19. Natale in casa Cupiello anche nella sua nuova versione filmica saprà certamente commuovere e divertire il pubblico di tutte le età e, magari, farà venire voglia alle giovani generazioni di andare a recuperare, su Raiplay, anche le storiche versioni teatrali trasmesse negli anni dall’emittente pubblica.
L’azione della nuova versione diretta da De Angelis è ambientata nella Napoli del 1950, una città che sta ancora faticosamente provando a rialzarsi dalle tragedie della Seconda guerra mondiale. S’avvicina Natale e, come ogni anno, Luca Cupiello è intento a preparare il presepe, che per lui funge anche da rifugio dalla dura realtà, una sorta di mondo perfetto nel quale ogni cosa si trova sempre al posto giusto. In famiglia, però, il presepe non interessa a nessun altro: né al figlio Tommasino, nonostante i continui tentativi del padre, né alla moglie Concetta, che ha la mente impegnata in ben altre faccende, poiché l’altra figlia, Ninuccia, ha deciso di lasciare il ricco marito Nicolino e gli ha scritto una lettera per comunicargli che ha intenzione di andare a vivere con l’uomo che ha sempre amato, Vittorio. Tra risate e lacrime, drammi e battute la vicenda della famiglia Cupiello si sviluppa quindi secondo le coordinate ben note, fino all’indimenticabile finale. A rinnovare in profondità il senso del progetto, però, è l’approccio eminentemente cinematografico di Edoardo De Angelis, che non fa teatro per la tv ma rispetta il testo originale rileggendolo alla luce delle specificità del linguaggio filmico. D’altronde, già il recente, notevole Il sindaco del rione Sanità di Mario Martone aveva confermato quanto i testi di Eduardo De Filippo siano straordinariamente moderni e multimediali.

Lo stesso De Angelis spiega nelle sue note di regia: “Natale in casa Cupiello è una tragedia che fa ridere. Una casa distrutta e una famiglia in frantumi vengono tenute in piedi dall’ostinazione di Luca e dai suoi strumenti patetici: colla di pesce puzzolente e il sogno pulito del presepe. Il presepe è bello e commovente perché lì ognuno ha il suo posto, il suo ruolo. Piace solo a lui però perché gli altri vogliono cambiare posizione, vogliono essere liberi. E in nome della libertà, distruggono tutto. Sospesi tra realtà e presepe, è possibile una forma di salvazione? Sì, è possibile ma affinché il bambino possa nascere e salvare il mondo trasformandolo in un vero mondo nuovo, il mondo vecchio deve morire. Dopo un’attenta istruttoria filologica – prosegue De Angelis – attraverso le edizioni dell’opera mutata nel corso dei decenni anche profondamente, abbiamo deciso di collocare il presente adattamento nel 1950. Un anno emblematicamente sospeso tra la guerra e il benessere. Napoli è ancora ferita dalle bombe ma si sentono i primi vagiti di una classe media che si affermerà negli anni successivi. Un anno – conclude il regista – sospeso tra distruzione e ricostruzione, proprio come il 2020. È una commedia che fa piangere Natale in casa Cupiello”.

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