Le banche che al momento accettano la cessione del credito per il Superbonus sono davvero poche. Si tratta di Bper, Banco Desio, Poste Italiane e Monte dei Paschi di Siena, come riportato da Ilsole24Ore Plus. Rispetto a prima, però, i costi del servizio sono aumentati. Le trattenute effettuate da Banco Desio, ad esempio, toccano ormai la cifra del 12%, contro il circa 9% di qualche tempo fa. Quelle di Monte dei Paschi di Siena sono passate dal 7,3% al 9,1%.
Per una spesa massima compresa tra i 15mila e i 96mila euro e un credito ipotetico di 105.600 euro, Banco Desio riconosce un importo di 92.928 euro. Il credito riconosciuto da Monte dei Paschi di Siena arriva a 96.001 euro. La cifra e la trattenuta sono le stesse se si opera con Poste Italiane. Con Bper la trattenuta è invece del 10% e il credito riconosciuto di 95.040 euro.
Ci sono poi delle condizioni specifiche per poter accedere alla cessione del credito per il Superbonus 110. Ad esempio con la banca Bper si deve essere clienti da gennaio 2022.
È arrivata intanto una circolare con cui l’Agenzia delle Entrate avverte che le banche potranno essere chiamate direttamente a rispondere delle frodi al Fisco qualora non abbiano portato avanti tutte le misure necessarie a verificare la liceità delle operazioni di acquisto dei crediti. Da verificare con “diligenza” l’affidabilità dei soggetti che cedono il credito e di tutti i documenti che forniscono. “La verifica circa la responsabilità in solido del singolo cessionario (acquirente) deve essere condotta, caso per caso, valutando il grado di diligenza effettivamente esercitato che, nel caso delle banche, deve essere particolarmente elevato e qualificato“, sottolinea l’Abi (Associazione bancaria italiana) in una circolare inviata alle banche associate. A queste si chiede “una qualificata ed elevata diligenza professionale“
Gianni Pietro Girotto, presidente della Commissione Industria del Senato e a capo del comitato transizione energetica del Movimento 5 Stelle, chiede intanto di sbloccare i crediti di imposta incagliati nei cassetti fiscali delle imprese. Chiede inoltre che sia prevista la possibilità per società/banche appartenenti ad un gruppo bancario di cedere i crediti di imposta ai correntisti corporate che rientrano nella definizione europea di Pmi. Girotto infine chiede di valutare il coinvolgimento di Cassa Depositi e Prestiti.
“Il blocco della cessione del credito sta mettendo in serio rischio la sopravvivenza di imprese e professionisti, che – per rispettare gli impegni contrattuali già presi con i committenti – continuano ad accumulare crediti fiscali che restano in attesa di essere ceduti, con un conseguente grave problema di liquidità”, scrivono in una nota gli enti.
I rappresentati dell’edilizia sottolineano poi come la stessa sottosegretaria all’Economia Maria Cecilia Guerra, nel corso di un’interrogazione parlamentare di qualche settimana fa, “ha rivelato che sulla piattaforma cessione dell’Agenzia delle Entrate risultavano circa 5,4 miliardi di euro di crediti non ancora accettati, di cui circa 3,7 miliardi relativi al Superbonus 110% e circa 1,5 agli altri bonus edilizi”
Numeri che, secondo la filiera, “sono del tutto sottostimati, ma che già danno il senso di quanto la situazione sia ormai drammatica“