Decreto Superbonus, la Camera dei Deputati ha dato il via libera al decreto Crediti con 172 sì e 114 no. Ora il testo passa al Senato. Tra le novità introdotte durante l’esame del testo da parte della commissione Finanze, i sei mesi in più per ottenere il 110% sui lavori delle villette o unità unifamiliari. Il nuovo termine si sposta infatti dal 31 marzo al 30 settembre 2023, a condizione che siano stati effettuati lavori per almeno il 30% dell’intervento complessivo entro e non oltre il termine del 30 settembre 2022.

La cessione e/o lo sconto in fattura sono applicabili per il superbonus se la Cilas, cioè la comunicazione di inizio lavori, è antecedente alla data del 17 febbraio 2023. Fa eccezione il superbonus dedicato alle zone colpite dai terremoti e quello richiesto da Iacp, Istituto Autonomo Case Popolari, e le Onlus.
Sul fronte dell’edilizia libera, cioè caldaie e infissi, ci sono alcune deroghe: in caso di lavori non cominciati ma contrattualizzati entro il 16 febbraio, si mantengono cessione e sconto. Sarà necessario fornire una prova dell’accordo stipulato fra cliente e fornitore. Se l’acconto è stato versato tramite bonifico entro il 16 febbraio basterà quello. Nel provvedimento è prevista anche la norma che “salva” i crediti maturati nel 2022: il termine di invio delle comunicazioni all’Agenzia delle entrate sulla cessione dei crediti maturati nel 2022 viene spostato al 30 novembre di quest’anno.
In merito alle detrazioni, c’è la possibilità di detrarre in dieci anni e non nei quattro maturati. Questa opzione sarà possibile a partire dalla dichiarazione dei redditi 2024. Spunta la possibilità, per le banche, di convertire i crediti acquistati in Btp a dieci anni, nel caso in cui abbiano esaurito lo spazio fiscale per le compensazioni

Nel dettaglio le novità più importanti:
Stop allo sconto in fattura e alle cessioni
La data spartiacque rimane come previsto il 17 febbraio 2023: dall’entrata in vigore del decreto le operazioni che hanno permesso di effettuare i lavori senza tirare fuori un euro di tasca sono vietate. Proprio le cessioni hanno infatti garantito ai bonus un successo indiscutibile ma hanno anche fatto lievitare i costi per lo Stato e proliferare le frodi.
Le eccezioni: dal sismabonus alle case popolari
Fatta la norma sono arrivate le deroghe. Ad essere esclusi dallo stop alle cessioni saranno innanzitutto i bonus per la rimozione delle barriere architettoniche, così come quelli sugli immobili danneggiati dall’alluvione nelle Marche e dai terremoti. Eccezione anche per Iacp, onlus e cooperative di abitazione. Lo stop non toccherà nemmeno i lavori di riqualificazione urbana.
Soluzione anche per gli infissi e le caldaie
In Commissione alla Camera si è deciso di intervenire anche sul fronte della cosiddetta “edilizia libera”: nel caso in cui non ci sia stato ancora l’avvio dei lavori entro il 16 febbraio, basterà aver versato l’acconto per ottenere comunque il diritto a sconto e cessione. In assenza di un acconto, dovrà essere provata l’esistenza di un accordo vincolante con la dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà. La dichiarazione falsa implica la responsabilità penale.
Salve le cessioni 2022
Le spese dello scorso anno potranno essere ancora cedute anche oltre l’attuale scadenza del 31 marzo a fronte di una sanzione di 250 euro. Alla Camera è stata infatti riconosciuta la possibilità di effettuare la comunicazione nel caso in cui il contratto di cessione non sia stato ancora concluso. Si applicherà la remissione in bonis valida fino al 30 novembre.
Più tempo per le villette
I cantieri negli edifici unifamiliari saranno “salvi” ancora per un po’. Scavalcando l’attuale termine del 31 marzo, la detrazione massima al 110% spetterà ancora per le spese sostenute fino al 30 settembre 2023. Ma solo rispettando la condizione di base: aver effettuato almeno il 30% dei lavori complessivi entro il 30 settembre del 2022.
Detrazioni in dieci anni
Archiviati sconti e cessioni, arriva una chance in più per i redditi bassi con scarsa capienza fiscale. Per le spese sostenute dal primo gennaio al 31 dicembre 2022, i contribuenti potranno optare per il riparto della detrazione in 10 quote annuali a partire dal periodo d’imposta 2023.
Per le banche opportunità Btp
La soluzione al problema dei crediti incagliati è lasciata in gran parte ai privati. Nascerà un veicolo finanziario per la compravendita e le banche utilizzeranno gli spazi fiscali ancora a disposizione. Chi li ha esauriti per smaltire fino al 10% dei crediti scontati annualmente potrà ricorrere ad una compensazione con i buoni del Tesoro, con emissioni a partire dal 2028.
Si allenta la responsabilità in solido
Le cessioni tra banche, assicurazioni e soggetti qualificati diventano più semplici grazie ad un allargamento delle maglie. Per essere esclusi dalla responsabilità solidale a tutti i cessionari (non solo ai correntisti professionali) basterà infatti ottenere dalla banca un’attestazione di possesso dei documenti di verifica del credito.
