Sono accusati di tentata estorsione in concorso, mediante l’utilizzo di armi e con l’aggravante del metodo mafioso A.C. (50 anni), F.B. (41 anni), F.S. (39 anni), e G.A. (34 anni), tratti in arresto due giorni fa dai carabinieri delle stazioni di Pinetamare e Castel Volturno, in esecuzione a un decreto emesso dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Il fermo è scaturito in seguito a una scrupolosa attività investigativa, che ha permesso di accertare come i quattro indagati avessero tentato di estorcere del denaro da un imprenditore del litorale domitio, agendo in un periodo di tempo compreso tra l’ultima decade di giugno e le prime settimane di luglio. I malviventi, in una circostanza, erano arrivati addirittura a percuotere e minacciare la vittima mostrandogli una pistola e palesandogli al contempo l’appartenenza alla fazione Bidognetti del clan dei Casalesi.
Le indagini hanno permesso di ricostruire il sistema messo in atto dagli arrestati: il primo ad avvicinare l’imprenditore era stato G.A., un elettricista del posto che, nel corso di un incontro, aveva chiaramente intimorito il suo bersaglio, mettendolo al corrente della presenza sul territorio del sodalizio criminale di cui facevano parte i quattro fermati, esplicitando come costoro fossero impegnati a riscuotere i ratei estorsivi nelle zone di egemonia e che, pertanto, si sarebbero certamente fatti vivi anche presso l’attività gestita dall’imprenditore. Un avviso che, in seguito, si è avverato più volte: la spedizione punitiva documentata dagli inquirenti sarebbe nata a seguito dell’opposizione della vittima, che ha causato la ritorsione dei propri estorsori. Una vicenda che non ha avuto un epilogo più drammatico solo grazie al tempestivo intervento delle forze dell’ordine. I Gip dei Tribunali di Santa Maria Capua Vetere e Napoli Nord hanno convalidato i fermi per i quattro arrestati, rintracciati tra i comuni di Mondragone, Villaricca e Castel Volturno. Tre di loro sono attualmente reclusi presso il carcere sammaritano, mentre un quarto membro del gruppo è detenuto ai domiciliari.
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