I volontari del Wwf a scuola. Non per apprendere, ma per far conoscere agli studenti della Campania il loro impegno nel contrasto al fenomeno della “Terra dei veleni”. Il lavoro svolto in questi anni, il perché dei roghi e la piaga dei rifiuti abbandonati. Sono questi gli argomenti spiegati ai giovani che frequentano le scuole elementari, medie e gli istituti superiori. Un “tour” che ha toccato, tra l’altro, il liceo “Manzoni” di Caserta, tutte le scuole elementari di Somma Vesuviana e molti istituti di Napoli, Capua e Santa Maria Capua Vetere.
A fare un resoconto di questi incontri è Alessandro Gatto, coordinatore regionale delle Guardie giurate del Wwf. “Il primo approccio con gli studenti è stata la video intervista delle attività delle Guardie ambientali volontarie del Wwf in Campania, per contrastare il fenomeno della cosiddetta Terra dei veleni. Si deve intendere Terra dei veleni – precisa Gatto – e non Terra dei fuochi perché il problema non è solo la combustione illecita dei rifiuti abbandonati su tutto il territorio della regione Campania, in particolare tra Napoli e Caserta. Il fenomeno della Terra dei veleni è molto più ampio e articolato. Gli attori del disastro ambientale del nostro territorio sono tantissimi ed eterogenei, per la nazionalità, quindi italiani e stranieri, per i reati ambientali che compiono e per la provenienza dei prodotti di scarto, che vanno a contaminare il nostro ambiente”.
Punto fondamentale è la memoria storica. “Per la giovane età dei nostri interlocutori – continua Gatto – ci è parso giusto proseguire con la descrizione storica del concetto di Ecomafie, ricordando chi e come ha iniziato il traffico di rifiuti tossici, provenienti dal centro-nord Italia verso la Campania e poi verso le regioni più a sud, fino ad arrivare in Africa. A questo disastro se ne aggiunge un altro non meno inquietante e pericoloso: quello dell’abbandono indiscriminato di rifiuti di ogni genere nelle campagne delle provincie di Napoli e Caserta. C’è però da precisare che il fenomeno è più evidente in questi territori per il semplice motivo di una maggiore densità demografica, ma anche nelle altre province questo fatto criminoso esiste”.
Il fumo nero che, purtroppo, si alza spesso per gli incendi indiscriminati è presto spiegato. “Questi rifiuti vengono dati alle fiamme, sia in maniera diretta, ad esempio con stracci imbevuti di gasolio che fungono da innesco, sia in maniera indiretta, bruciando le erbe spontanee secche lungo gli argini delle strade, che sono piene di rifiuti plastici e sintetici disseminati da cittadini non rispettosi dell’ambiente. Il motivo principale che genera questi roghi di rifiuti è legato alle aziende che lavorano in parziale o totale regime di evasione fiscale. Sono aziende che producono marchi contraffatti e sfruttano il lavoro nero. Per realizzare profitti sempre più alti devono far “scomparire” le prove del lavoro illegale. Quindi danno alle fiamme i loro rifiuti nel pieno disprezzo dell’ambiente e della salute di tutti. Ma in natura nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma”.
Un quadro davvero desolante “che diventa molto pericoloso quando si vanno ad analizzare gli agenti inquinanti che si sprigionano durante questi roghi: diossine, furani, policlorobifenili, idrocarburi aromatici ciclici e policiclici, particolato di varie dimensioni e tantissime altre molecole la cui pericolosità non è sempre nota”.
Infine, la collaborazione con le forze dell’ordine, nel tentativo di un’inversione di rotta per il futuro delle giovani generazioni. “Abbiamo affiancato l’attività delle forze di polizia e della magistratura che contrastano i reati ambientali in Campania. Una sinergia che la vigilanza volontaria del Wwf e delle altre associazioni ambientaliste in Campania stanno proseguendo con costante passione. Un lavoro lungo e duro che auspichiamo porti ai risultati sperati: vivere in un territorio non inquinato, salubre e ricco di biodiversità ed aree naturali protette davvero”. È l’auspicio che Alessandro Gatto e i volontari del Wwf hanno lasciato in dote ai giovani studenti, cittadini del futuro, si spera, consapevoli e attivi.
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