Il Napoli porta a casa tre punti preziosissimi sul filo di lana, dopo un match di grande sofferenza, nel quale concede davvero troppe occasioni da gol a un’Udinese tonica e sempre pronta a ripartire in velocità, spesso sfruttando a proprio vantaggio anche le tante imprecisioni delle linee di centrocampo e difesa degli azzurri. Gattuso ripropone Petagna nel ruolo di centravanti facendo tornare Hirving Lozano nella consueta casella di destra tra i trequartisti. Ma l’inserimento decisivo, non in chiave positiva, è quello di Rrahmani, il giovane centrale difensivo schierato accanto a Manolas (purtroppo subito fuori, sostituito da Maksimovic) per l’esordio stagionale, autore di un grave errore in occasione del pareggio friulano e, da quel momento, completamente in bambola, tanto da costringere l’allenatore a sostituirlo nell’intervallo adattando Di Lorenzo al centro della difesa e spostando Hysaj a terzino destro con l’inserimento di Mario Rui a sinistra.
Il Napoli parte bene e per venti minuti gioca un buon calcio, costruendo (e sprecando) anche qualche occasione da gol piuttosto nitida. Il vantaggio arriva al quarto d’ora su calcio di rigore di Lorenzo Insigne (appena il secondo di questo campionato concesso agli azzurri), assegnato soltanto dopo l’on field review da parte dell’arbitro, nonostante il duro fallo subito da Lozano fosse sembrato davvero nettissimo anche in tempo reale. Dopo il gol, i partenopei hanno due occasioni per raddoppiare, ma sia Lozano che Petagna trovano davanti a loro un Musso in ottima giornata. Il Napoli sembra essere in controllo, nonostante l’Udinese continui a rendersi piuttosto pericolosa in ripartenza. Al 27′, però, è l’esordiente Rrahmani a commettere un clamoroso errore appoggiando il pallone all’indietro mollemente e troppo corto in direzione di Meret. Lasagna è lesto ad anticipare il portiere azzurro e a superarlo per poi depositare in rete il pallone dell’1-1.
Come capitato pochi giorni fa contro lo Spezia, anche stavolta il Napoli accusa il colpo dopo aver subito il pareggio, con l’ormai spaesato Rrahmani che continua a inanellare errori su errori (Gattuso lo sostituisce nell”intervallo) e l’Udinese che sfiora ripetutamente il raddoppio. Se non lo trova è soltanto a causa dell’imprecisione dei vari Pereira, Lasagna e compagnia, ma anche per merito di un ottimo Alex Meret, che respinge di piedi, con le mani o col corpo in almeno due-tre occasioni decisive, soprattutto sull’attaccante già autore del pari e su Stryger Larsen. Anche nel secondo tempo, il Napoli parte bene per poi spegnersi man mano che il tempo scorre, lasciando sempre più campo e occasioni all’Udinese, che continua a impegnare il sempre attento estremo difensore azzurro. Non sortiscono effetto alcuno nemmeno i cambi di Gattuso, costretto a schierare nuovamente Llorente in attacco per assoluta mancanza di alternative arruolabili, col match che sembra avviarsi verso il pareggio. Su un calcio di punizione dalla tre quarti calciato molto bene in area da Mario Rui, però, al novantesimo minuto è Bakayoko a svettare più in alto di tutti, facendo valere le sue considerevoli doti atletiche, per colpire di testa incrociando imparabilmente sul secondo palo alle spalle dell’incolpevole Musso. Si tratta del gol che decide la gara e rilancia il Napoli in classifica, ma soprattutto lo tira fuori da un momento complicato che rischiava di aggravarsi ancora di più in caso di mancata vittoria.
Adesso, infatti, i partenopei con una gara in meno sono quarti in classifica a quota 31 punti, assieme all’Atalanta (ieri dominante in casa del Benevento), a soli tre punti dalla Roma e a sei dall’Inter (le due squadre hanno pareggiato in mattinata 2-2 tra di loro), mentre in vetta continua a esserci il Milan, forte dei suoi 40 punti, di un gioco frizzante e dei suoi undici rigori a favore concessi fino a questo punto del campionato. Sul momento del Napoli, va aggiunto che l’assurdo passo falso casalingo dell’Epifania con lo Spezia fa crescere ancora di più i rimpianti, anche se bisogna onestamente ammettere che quel match così strano e irripetibile – al netto dell’ingiustificabile caos mentale degli azzurri dopo aver subito il pari ligure – avrebbe potuto terminare anche 6-2 invece che 1-2, se solo il risultato avesse rispecchiato quanto espresso dalle due squadre sul terreno di gioco e fossero state concretizzate dagli azzurri le vagonate di occasioni da rete invece sprecate in malo modo. E allora, magari, dopo la vittoria per 4-1 in trasferta a Cagliari e quel largo successo casalingo (mai arrivato, invece), forse anche i commenti dei media e di un ambiente sempre troppo emotivo sarebbero stati di ben altro tenore. Sia come sia, comunque, adesso se davvero il Napoli vuole fare il salto di qualità deve trovare una necessaria continuità di risultati, per rimettersi in carreggiata anche prima del rientro a tempo pieno dei vari Koulibaly, Mertens e Osimhen, cioè i tre calciatori più forti dell’intera rosa assieme a Insigne (è come se l’Inter stesse giocando da un po’ di settimane consecutive senza Lukaku, Lautaro e Handanovic contemporaneamente, per fare un unico esempio).

Segui già la pagina Facebook Il Crivello.it?
Commenti riguardo questo post