Metti uno smartphone, un pc o un tablet, una chat, un filo di trucco e… la “passeggiata” in piazza con gli amici è garantita anche ai tempi del Coronavirus. Il tremendo virus ci costringe reclusi in casa? Il popolo dei social e delle tecnologie d’avanguardia non si perde d’animo e si dà appuntamento sul web.
Niente feste, niente cene e niente film insieme? Il rimedio c’è, basta sintonizzarsi al computer o al cellulare, darsi un orario e, a seconda dell’età, la vita continua, la condivisione si diffonde e si moltiplica anche a chilometri e chilometri di distanza. Ecco che pur di tenersi stretto quel momento di socialità, seppur in sicurezza, i cittadini si sono subito organizzati in altro modo.
Anzi, in un altro mondo direttamente, cioè quello virtuale. Basta dare un’occhiata alle storie di Instagram o ai video postati su Facebook per rendersi conto di quanto l’iniziativa abbia preso piede fra tutte le età, coinvolgendo gruppi di amici, fidanzati a distanza e perfino intere famiglie. Una delle app particolarmente apprezzata dai giovani è Houseparty, che permette di videochiamare anche più di dieci persone in una volta.
“Prima di cena ma anche dopo cena, ci troviamo su Houseparty o su Skype e stiamo insieme a distanza – racconta Roberta, 20 anni -. È facile sui social, ci si registra con Facebook o Snapchat, e poi chiacchieri quanto vuoi. Ogni volta che entra qualcuno di nuovo nella stanza virtuale, l’app avvisa tutti. E finalmente puoi vedere i tuoi amici in diretta”.
Ancora più immediato è WhatsApp, che però consente videochiamate di quattro persone al massimo. Anche piattaforme usatissime in questi giorni per lo smart working, come Zoom, Meet, Hangout, di sera si trasformano in immaginari tavolini da bar. La formula è semplice: un orario, una rete di contatti e un bicchiere in mano con cui presentarsi davanti alla telecamera.
“Domenica sera ci siamo trovati sui social in 13, di cui quattro sparsi fra Aversa, Caserta e anche in Francia e in Spagna, con alcuni colleghi universitari che si trovavano lì per l’Erasmus e non sono riusciti a ripartire – spiega Giovanni, studente a Napoli di Ingegneria, 24 anni -. Bellissimo, anche emozionante oltre che divertente naturalmente, i discorsi si accavallavano, abbiamo riso un sacco e ci siamo incoraggiati l’uno con l’altro”.
Altri preferiscono incontrarsi in un’ottica più salutista. “Ho deciso di fare yoga insieme con le mie amiche – dice la signora Amalia – e inoltre ogni pomeriggio alle 17, con quattro amiche, ci scambiamo ricette leggere e al contempo squisite, per non rischiare di mettere su chili e chili”.
Ed è tutto un fiorire di iniziative aggreganti anche da parte delle discoteche che invitano i “patiti” a collegarsi sui social a una determinata ora per ascoltare la musica selezionata dai loro dj e simulare una pista da ballo. Ci sentiamo tutti un po’ più soli e spaventati, ma chi l’ha detto che non possiamo comunque baciarci o abbracciarci lo stesso almeno virtualmente?
Ogni sera alle 18,30 Antonella di Aversa e le sue amiche 18enni si collegano in videochat per l‘aperitivo e, come se stessero sedute al solito bar di via Seggio ridono di amori perduti e ritrovati e pensano a quando tutto questo sarà finito. Funzionano così i nuovi happy hour online, un ottimo compromesso, dopo i primi tempi dal decreto, per rivedersi e non rinunciare ad uno dei momenti più amati da tutti.
Tra i primi ad averla testata Stefano Muzi di una caffetteria di Aversa: “Mi mancavano gli amici, i bicchieri in compagnia, le risate, così ho pensato che, invece di lamentarmi, sarebbe stato meglio adattarsi. Abbiamo realizzato in collaborazione con altri amici ristoratori, somministratori e sommelier, diverse iniziative per sensibilizzare e incentivare nel weekend la permanenza dei ragazzi a casa mediante la creazione di una nuova pagina Facebook ‘io resto a casa’. E proprio da questa piattaforma che abbiamo realizzato una serie di contest per l’interazione con le persone, gli amici, i nostri clienti: foto degli aperitivi fatti in casa, drink, vini, cocktail di fantasia e stuzzichini. Il tutto naturalmente accompagnato da dirette live di sessioni musicali così da creare un vero e proprio network domestico di condivisione ed evasione”.
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