La Campania aggiunge un altro tassello nel variegato puzzle del Governo Draghi. Casertano di Piedimonte Matese, giornalista pubblicista e laureato in filosofia all’Università Federico II di Napoli, il quarantacinquenne Antonio Funiciello è il nuovo capo di gabinetto del presidente del Consiglio. Esperto di editoria, televisione, comunicazione e relazioni esterne, Funiciello non è nuovo all’incarico affidatogli dall’ex presidente della Bce: è stato, infatti, capo dello staff di Paolo Gentiloni dal 2016 al 2018, dopo aver ricoperto diversi ruoli politici e istituzionali. Nel suo curriculum figurano anche l’impegno nel Partito democratico, anno 2013, come responsabile alla cultura e alla comunicazione. Tre anni dopo è stato alla guida della campagna referendaria a favore della riforma costituzionale voluta da Matteo Renzi, come direttore del comitato BastaunSì. Ha scritto per Il Foglio e L’Espresso e ha pubblicato con l’editore Donzelli due saggi storico-politici: Il politico come cinico nel 2011 e A vita nel 2013. Il metodo Machiavelli è uscito, invece, nel 2019 per Rizzoli.
Vicino all’area liberal-socialista del Pd, in particolare all’ex vice ministro dell’economia nei Governi Renzi e Gentiloni Enrico Morando, Funiciello si pone, quindi, come uno dei più stretti collaboratori di Mario Draghi, capace di essere non solo un tecnico, ma anche un consigliere politico utile per rafforzare il rapporto tra il Governo e il Commissario europeo per gli affari economici e monetari. La sua nomina ha suscitato reazioni contrastanti. Se il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini gli augura un sincero “buon lavoro” e lo stesso fa il presidente dell’assemblea regionale della Campania Gennaro Oliviero, “felice che sia un casertano a ricoprire il ruolo di capo di gabinetto del premier Draghi”, non si può dire che dal lato del Movimento 5 Stelle il nome di Funiciello susciti sintesi favorevoli. L’ex ministro per il Sud nel primo Governo Conte Barbara Lezzi ha pubblicato un post riprendendo un lungo articolo di Marco Travaglio su Il Fatto quotidiano contro il giornalista casertano – che durante la campagna elettorale per referendum costituzionale attaccò con un esposto all’AgCom il giornale vicino al M5S – , mentre un altro esponente dell’ala “movimentista” come Dino Giarrusso si chiede “perché decidere per qualcuno che aveva ‘brillato’ per uscite puerili e sessiste contro la nostra Chiara Appendino?”. Insomma, il ritorno di Funiciello a Palazzo Chigi rischia di rendere ancora più difficile il rientro nei ranghi dei “dissidenti” del M5S, così come la sua nomina in un ruolo delicatissimo al fianco del presidente del Consiglio può essere considerata un punto a favore del Pd e anche di Italia Viva.

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