Dal 16 al 19 febbraio, e dal 23 al 26 febbraio, presso il TRAM – Teatro Ricerca Arte & Musica di via Port’Alba a Napoli, andrà in scena l’imperdibile spettacolo teatrale Io sono Fedra, di Marina Salvetti, prodotto dal Teatro dell’Osso, per la regia di Gianmarco Cesario. La pièce teatrale, come suggerito dal titolo, mette in scena un’interessante e inedita rivisitazione in chiave moderna del dramma umano, esistenziale e tutto femminile di Fedra, noto personaggio della mitologia greca. L’opera teatrale si presenta infatti nelle vesti di una riscrittura contemporanea e dinamica delle vicende di una delle più emblematiche, intense e discusse “antieroine” della letteratura classica. Si tratta di un mito antichissimo, che assume le forme teatrali e letterarie per la prima volta nel V secolo a.C., grazie alla trasposizione dell’opera drammatica Ippolito, del tragediografo greco Euripide, per poi essere riproposto nei secoli successivi da Seneca, Ovidio, Jean Racine e Gabriele D’Annunzio, ispirando innumerevoli opere pittoriche, letterarie e cinematografiche, e che giunge intatto fino ai giorni nostri suscitando, a distanza di oltre duemila anni, una profonda e attualissima riflessione sulla condizione femminile.

Diversamente dal dramma euripideo, però, non ci troviamo a Trezene, antica città del Peloponneso dove si svolge e si consuma il tragico destino di Fedra, bensì tra le mura di un seminario religioso. Eppure i personaggi di questa pièce teatrale ripercorrono, in chiave moderna e riadattata, le orme dei protagonisti del racconto classico, immedesimandosi nelle figure di Fedra e di Ippolito, del quale Fedra si innamorerà perdutamente fino al suo annichilimento. Ma è solamente entrando nel vivo della narrazione drammatica che si manifesta in tutta la sua delicata sensibilità e contraddittoria emotività la figura di Fedra. Emerge così la fisionomia di un personaggio femminile emblematico: Fedra è divorata e lacerata nel cuore e nell’anima dalle sue stesse passioni, “ciò che la nutre la distrugge”, per questo può essere considerata quasi come un’anticipatrice del Decadentismo letterario e delle teorie del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche. Fedra è profondamente diversa dalle altre “eroine” alle quali ci avevano abituato gli autori antichi. Dunque non sarebbe sbagliato chiedersi chi sia veramente Fedra.

A questo emblematico quesito provvede a rispondere Marina Salvetti, autrice del testo teatrale. “La storia e il mito di Fedra – spiega l’autrice – ci sono stati raccontati prima da Euripide, poi da Seneca e da Racine, e infine da D’Annunzio. Eppure in pochi, presi alla sprovvista e senza Google, sarebbero davvero in grado di rispondere obiettivamente a questa domanda complessa, così su due piedi. Fedra – prosegue – abita il mito ma quasi non ne fa parte. Non è Medea, non è Euridice, non è Antigone. E non è nemmeno Arianna la quale, con il suo filo, conduce Teseo fuori dal labirinto salvandolo dal Minotauro. Eppure è sua sorella, moglie di quello stesso Teseo che decide di abbandonare Arianna sull’isola di Nasso durante il suo viaggio di ritorno ad Atene. Fedra è dunque “la figlia di mezzo”, la sposa in seconde nozze, la matrigna di cui prendersi gioco. Ella non ha compiuto gesti eroici ma non ha nemmeno consumato vendette crudeli. Prova a fare la cosa giusta, a lasciarsi andare all’amore, provando a prendere le distanze dal contesto nel quale è nata e cresciuta, nel disperato tentativo di ritrovare se stessa“, conclude l’autrice.

Fedra, come dimostra il suo estremo e irrazionale atto di ribellione, non vuole restare intrappolata in trame incestuose e scandalose. Da un lato il disperato tentativo di essere migliore di quanto ci si aspetti da lei, e dall’altro il peso e il segreto di un’amore impossibile nutrito nei confronti del figliastro Ippolito, le procurano un tormento che la lacera e la dilania nel profondo, una caratteristica che fa di lei una figura estremamente moderna e attuale, scissa tra forze opposte che convivono in lei. Tormentata dai sensi di colpa, Fedra giudica negativamente se stessa e si autopunisce perché sente di non riuscire ad aderire ai canoni comportamentali imposti dalla società patriarcale, fino a odiarsi e a disprezzarsi, senza riconoscersi nella donna di valore che in realtà è. Sente di stare nel torto, avverte un forte sentimento di inadeguatezza morale, si sente “sporca” a causa della passione e del desiderio nutriti verso il giovane Ippolito, di cui non riesce a fare a meno. Il figliastro, al contrario, la odia e la detesta, manifestando un chiaro sentimento misogino nei suoi confronti. È il solo a odiarla, eppure Fedra non vede altro. Ippolito è l’unico specchio in cui lei vuole guardarsi, l’unica rappresentazione negativa e distorta di se stessa nella quale si rivede. Sebbene l’epilogo tragico della storia sia il frutto del desiderio intrinseco di autodistruzione che alberga in Fedra, la quale accuserà Ippolito di averla stuprata prima di togliersi la vita, la sua figura, descritta da Euripide con una bellezza poetica disarmante, è una delle più travolgenti dell’intera letteratura classica per profondità, passione e forza introspettiva.

“Portare in scena la tragedia umana ed esistenziale attraverso il mito è un compito arduo che il teatro si è posto fin dalle sue origini”, ci tiene a precisare il regista Gianmarco Cesario. “Ciò che mi ha entusiasmato in questa magnifica opera teatrale – prosegue – è stato quello di poter lavorare su una scrittura scenica squisitamente moderna e attuale, mettendo al centro delle vicende narrate la crisi di identità delle donne e degli uomini del nostro tempo, ma con chiari e precisi riferimenti ai corrispondenti archetipi del V secolo a.C., descritti magistralmente e con un pathos unico da Euripide nel suo capolavoro. Il profondo studio psicologico e teologico affrontato dall’autrice, infine, mi ha dato la possibilità di lavorare con libertà nella creazione di una rappresentazione minimalista ed essenziale, in cui il ruolo e la recitazione degli attori è stata fondamentale”, conclude il regista.

Lo spettacolo di debutto si svolgerà nella serata di giovedì 16 febbraio, e resterà in scena per due settimane fino a domenica 26 febbraio. Sul palco esibiranno i preparatissimi docenti della scuola di recitazione del TRAM Titti Nuzzolese, Antonio Buonanno, Antonello Cossia ed Errico Liguori, i quali saranno avvicendati dai talentuosi allievi del laboratorio teatrale Stefania Palumbo, Alessandro Rea, Saverio Di Giorno, Cesare Leonardis, Fabio Paesano ed Eduardo Serafini. Saranno infatti loro gli attori e le attrici ai quali sarà affidato l’arduo compito, sotto la sapiente regia di Gianmarco Cesario, di tessere le intricate trame dello spettacolo teatrale durante le due settimane di programmazione di un classico intramontabile, che ancora oggi spiazza, commuove, emoziona e fa riflettere.

Il TRAM – Teatro, Ricerca, Arte & Musica di Napoli è un teatro indipendente situato nella storica via Port’Alba, famosa per essere la “strada dei libri”, nel cuore pulsante del centro storico della città. Ospita spettacoli di drammaturgia contemporanea innovativi e sperimentali, selezionati tra le proposte più interessanti e d’avanguardia nel panorama teatrale campano e nazionale, concentrando buona parte della propria attività sulla realizzazione di laboratori teatrali dedicati alla formazione dei giovani attori. Gestito dall’associazione culturale Teatro dell’Osso, ha accolto fin dalla sua nascita, avvenuta nel 2016, eventi, festival, rassegne e manifestazioni legate non solo al mondo del teatro e della recitazione, ma anche dell’arte, della letteratura, del cinema e della musica. Il TRAM rappresenta oggi una delle realtà teatrali più attive, dinamiche e innovative del panorama culturale partenopeo.

Per maggiori informazioni e per consultare i giorni e gli orari di programmazione dello spettacolo Io sono Fedra è possibile visitare il sito internet del laboratorio teatrale www.teatrotram.it. I biglietti degli spettacoli in programma sono acquistabili comodamente on-line da pc o da smartphone (clicca qui), oppure presso il botteghino del teatro nei giorni stessi delle rappresentazioni. Per le prenotazioni è inoltre possibile contattare, via WhatsApp, il numero di cellulare +39 342 1785 930, oppure scrivendo all’indirizzo e-mail tram.biglietteria@gmail.com.

Le foto dello spettacolo teatrale Io sono Fedra sono state realizzate dalla fotografa Amanda Annucci.
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