Riceviamo dalle consigliere del Comune di Aversa Luisa Diana Motti ed Eugenia D’Angelo e volentieri pubblichiamo:
“Su un autorevole organo di stampa, si dà per pronta una giunta Golia bis, con nomi e foto delle new entry, casella vacante per trattative dell’ultima ora e un licenziato in tronco, spacciato per “dimissionario in attesa di essere liberato (sic)”. Uno scenario da brividi, cui è meglio non prestar fede.
Di questa “rivoluzione nell’esecutivo”, infatti, si capirebbe poco, o meglio essa svelerebbe una realtà che, da un po’, si comincia a temere e che suonerebbe come il de profundis per ogni speranza di rinnovamento. Già non si capisce perché sia stato lasciato vacante per tanto tempo (e semivacante prima: assessore praticamente mai pervenuto) un assessorato di drammatica importanza come quello all’ambiente (igiene urbana!!). Men che meno, si capirebbe come possa essere messo in questione l’assessore simbolo dell’impegno civico tanto declamato e richiesto durante la campagna elettorale.
Non ci crediamo. Il sindaco, infatti, ha ricevuto un consenso di ampiezza imprevista, proprio perché si è presentato con un profilo di cittadino libero, indipendente – primario requisito per un vero sindaco – dal suo stesso partito di appartenenza. Alfonso Golia ha chiesto ai cittadini di credergli e i cittadini gli hanno voluto credere. Hanno creduto che ad Aversa finalmente si potesse fare “la rivoluzione”, attesa da qualche decennio: un’amministrazione autorevole perché costituita da persone libere e competenti, sostenuta da un ampio e altrettanto competente impegno di cittadinanza; fine delle spartizioni e delle lottizzazioni; rinnovamento profondo di un apparato ridotto all’osso, ma da tempo debordante dal suo ruolo istituzionale, che lo vorrebbe lontano dalla formazione della volontà politica e teso esclusivamente alla ricerca delle vie migliori per realizzare gli indirizzi dei rappresentanti del popolo. E qui, purtroppo, una grande ombra calata sulla credibilità dell’Amministrazione.
A ottobre 2019 il dirigente dell’area finanziaria, dott. Pirone, va in pensione. Non si provvede ad avviare un percorso di reclutamento di un dirigente di valore ed esperienza, come la difficilissima situazione aversana avrebbe imposto; si slitta su una soluzione “domestica” affidando alla già facente funzione di dirigente all’Area Servizi al Cittadino, anche il ruolo di facente funzione ad interim di dirigente all’Area Finanziaria. Nel successivo passaggio (marzo 2020), nonostante la richiesta di discontinuità nella designazione dei dirigenti di larga parte della maggioranza, si decide di prorogare gli incarichi dei facenti funzione dirigenziali ai sensi dell’art. 110 TUEL, tranne che per il dott. Nerone (Affari Generali e Sistema Idrico Integrato).
Si realizza così la più grande concentrazione di potere dirigenziale ad Aversa a memoria d’uomo. Altro che rinnovamento! La città pende dalla firma di una capufficio, mai assunta come dirigente che, però, dirige quasi tutto e che, addirittura, assumerà anche il ruolo di coordinatrice dell’Ambito Socio Sanitario intercomunale (C6), di cui Aversa è appena divenuta capofila. Una concentrazione di potere che può essere funzionale a disegni elettoralistici, ma che nulla hanno a che vedere con gli interessi della città. Anzi!!