42 giorni, sabati e domeniche comprese. È quanto manca al 31 maggio, ultima data entro la quale approvare il Bilancio di previsione del quale, ad Aversa, non si vede l’ombra, l’abbozzo, l’accenno. Il siluramento di Nico Carpentiero, non completamente chiarito né dal sindaco Alfonso Golia, né dallo stesso ex assessore, ha rallentato un cammino già di per sé lento e faticoso. Intanto, i comunicati stampa si sprecano, le prese di posizione di chi fiuta sangue e spera in un ritorno in auge preoccupano e le elezioni regionali, nonostante la quarantena da Coronavirus e il quasi certo rinvio, non sono poi così lontane.
Rimangono quei 40 giorni, o poco più, e l’amministrazione Golia deve fare in fretta. È vero che ci saranno altri 20 giorni di tempo per rimediare all’eventuale ritardo, ma il rischio di cadere giù dalla sella rimane. Chi si prenderà questa responsabilità in piena emergenza Covid-19? Sarebbero additati da tutti come coloro che hanno fatto prevalere gli interessi di bottega a quelli più ampi e importanti di un’intera comunità alle prese con il male invisibile.
Sta di fatto che il Bilancio deve essere approvato al più presto. Chi prenderà il posto di Nico Carpentiero avrà sempre meno tempo a disposizione per stilare il fondamentale documento contabile e sicuramente non partirà da ciò che ha lasciato in sospeso il noto commercialista. Dovrà iniziare da zero, ricontrollare documenti, atti e allegati, mettere nero su bianco cifre e capitoli. Intanto, bisognerebbe sapere, e presto, chi avrà questo ingrato compito. Ma non solo. Bisognerebbe sapere, e presto, chi occuperà gli altri due tasselli che mancano alla giunta Golia.
Su due nomi su tre, non ci sono dubbi, o quasi. Il Bilancio dovrebbe essere in dote a Francesca Sagliocco, ex assessore allo stesso ramo nella giunta di centrodestra dell’ex primo cittadino Enrico De Cristofaro, mentre Elena Caterino, consigliere comunale del Pd, è da tempo assessore all’Ambiente in pectore, al posto della dimissionaria Mena Ciarmiello. Il puzzle deve essere completato dal sostituto di Luigi Fadda, con le deleghe ad Attività produttive, commercio, polizia amministrativa, affari generali e legali, patrimonio, personale. E qui le cose si fanno più complicate.
I papabili sono due, se non tre. Francesco Mincione, che nell’ultima tornata elettorale cittadina ha appoggiato il candidato del Movimento 5 stelle Roberto Romano, sembra sia stato sopravanzato da Mario De Michele, avvocato, figlio di Antonio De Michele, medico recentemente scomparso e capogruppo Pdl ai tempi dell’amministrazione guidata da Domenico Ciaramella, ma non è da escludere che la soluzione provenga ancora dal Pd con Vincenzo Celentano. Ma i nomi vanno e vengono. L’unica cosa certa è che bisogna fare presto.