Prosegue il percorso di attuazione del programma sull’uso sociale dei beni confiscati alla criminalità presenti nel territorio di Aversa. Nella giornata di ieri, diversi rappresentanti di associazioni e cooperative del terzo settore, insieme all’assessore ai Beni confiscati Benedetto Zoccola, al consigliere comunale Mariano Scuotri e al comandate dei vigili urbani Stefano Guarino, sono entrati per la prima volta nella villa situata in via Madonna dell’Olio, l’ultimo bene in ordine di tempo a essere acquisito dal Comune di Aversa. L’edificio, tre piani di circa 250 metri quadrati ciascuno, apparteneva a un esponente del clan Mazzara ed è stato trovato in buone condizioni. Il sopralluogo è stato l’ultimo effettuato, nei quattro fabbricati presenti nella città normanna, dal gruppo di lavoro istituito dal Comune di Aversa sul riutilizzo dei beni confiscati. Dopo una prima fase di visita e verifica delle condizioni in cui versano le strutture, nei prossimi giorni si proverà a passare al secondo step, che prevede la realizzazione dei tredici punti individuati e inseriti nella delibera comunale emessa lo scorso dicembre.
“A breve incontreremo il nuovo assessore alle Politiche sociali Luigi Di Santo – dichiara Raffaele Carotenuto, del presidio territoriale di Libera Aversa ‘Attilio Romanò e Dario Scherillo’ – e da questo momento in poi partirà la seconda fase, prevista in accordo con l’amministrazione comunale. Verranno emessi, quindi, degli avvisi pubblici di co-progettazione e il Comune si incontrerà con il mondo del terzo settore per affrontare l’argomento delle destinazioni d’uso. Sono previste, inoltre, attività di sensibilizzazione sul tema dei beni confiscati. Covid permettendo, verranno aperti al pubblico approfittando anche delle iniziative in programma il 19-21 marzo nella provincia di Caserta. Un open day dei beni confiscati per tutti i cittadini”. Prosegue, quindi, il percorso iniziato anche con l’ex assessore Ciro Tarantino, anche se bisogna affrontare il discorso del bene di via Altavilla, del quale il Comune deve recuperare documenti e planimetrie per capire, magari attraverso l’Agenzia dei beni confiscati, qual è la parte confiscata e quale, invece, è ancora in possesso del legittimo proprietario. “Al prossimo tavolo con l’amministrazione comunale – sostiene Carotenuto – sarà uno dei temi da evidenziare”.
La villa di via Madonna dell’Olio è composta da un piano seminterrato, in cui si trovano un ampio salone, una piccola cantinola e cucina con camino e forno a legna, un primo piano anch’esso con un salone molto grande, due bagni, una cucina con camino e una terrazza; il secondo piano è composto da ben cinque camere, due bagni e una larga terrazza. Proprio in uno dei bagni del secondo piano, dietro allo specchio, è stato scoperto un passaggio per raggiungere il bunker e il tetto. “Considerata la grandezza – conclude Carotenuto – la villa è molto adatta per attività residenziali tipo casa famiglia, ma sarà il Comune a indicarci la destinazione d’uso”.
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