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Home Spettacoli

Cinema, teatro e musica: si riparte il 15 giugno, ma i dubbi restano tanti. Ci saranno i film?

Diego Del Pozzo di Diego Del Pozzo
18 Maggio 2020
in Cinema, Spettacoli
0
cinema

Dal 15 giugno riapriranno cinema, teatri e sale da concerto. Almeno così è scritto nel decreto Rilancio del Governo, che fissa proprio per la metà del prossimo mese la data di ripartenza delle attività di intrattenimento sul territorio nazionale (in parallelo, infatti, dovrebbe riavviarsi in quegli stessi giorni anche il calcio professionistico). Tutti gli addetti ai lavori di un comparto di notevole importanza dal punto di vista economico oltre che sociale, naturalmente, sperano di poter tornare a respirare un po’, dopo mesi di sofferenze spesso drammatiche dovute a un lockdown che, a livello nazionale ma ovviamente anche in Campania, ha messo in ginocchio tanti, troppi artisti e imprese del settore, in alcuni casi, purtroppo, in modo irreversibile.

Innanzitutto, sull’argomento, ecco che cosa c’è scritto nel nuovo Dpcm del Governo: “Gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all’aperto restano sospesi fino al 14 giugno 2020. Dal 15 giugno 2020, detti spettacoli sono svolti con posti a sedere preassegnati e distanziati e a condizione che sia comunque assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro sia per il personale, sia per gli spettatori, con il numero massimo di 1000 spettatori per spettacoli all’aperto e di 200 persone per spettacoli in luoghi chiusi, per ogni singola sala“. In apparenza, dunque, è tutto molto chiaro: posti preassegnati, distanziati, con rispetto del metro di distanza, massimo mille posti all’aperto e duecento al chiuso. Ma adesso bisognerà capire meglio le modalità, il dettaglio dei protocolli e tutti quegli elementi fondamentali per la concreta riapertura in sicurezza di questi luoghi di cultura e intrattenimento.

Dietro l’indicazione del Governo, in realtà, c’è molto altro e va analizzato con attenzione. Per prima cosa, è giusto evidenziare come quella contenuta nel Dpcm sia, appunto, una semplice indicazione, non certamente un obbligo: dal 15 giugno, dunque, i cinema e le sale teatrali e da concerto possono riaprire, rispettando tutta una serie di norme. Non è detto, però, che a molti gestori convenga davvero farlo. Per quanto riguarda i teatri e i locali per musica dal vivo, infatti, la seconda metà di giugno solitamente segna il passaggio dalle attività al chiuso a quelle all’aperto, con le stagioni teatrali e musicali in interni ormai terminate o quasi e quelle estive solitamente collegate a festival o rassegne che, in un contesto come quello che stiamo vivendo, è molto improbabile possano aver luogo, sia per questioni di sicurezza che, soprattutto, per ragioni economiche.

Per quanto riguarda il cinema, poi, tutti i ragionamenti sembrano non tener conto di un ulteriore elemento essenziale: le sale cinematografiche rischiano di non avere a disposizione film in grado di attrarre un pubblico che già sarà molto più restìo che in passato ad andare a chiudersi in un luogo chiuso in compagnia di sconosciuti, seppur in linea teorica seduti a debita distanza da lui, per guardare un film di due ore probabilmente continuando per legge a indossare la mascherina. Insomma, sale aperte ma senza la “materia prima”, cioè i film. E, per gestori e proprietari, si paventa il rischio concreto di dover assolvere alle inevitabili spese fisse che comporta il mantenimento quotidiano delle loro strutture aperte, senza avere in cambio un numero sufficiente di spettatori che giustifichi i loro sforzi economici e lavorativi.

Per assurdo, infatti, proprio quando viene dato il via libera alla riapertura dei cinema, il sistema produttivo-distributivo sembra aver trovato un suo equilibrio (seppur precario), dopo essere sceso a patti con la realtà dell’emergenza sanitaria. Così, dopo un primo periodo di sbandamento, in queste ultime settimane produttori e distributori si sono organizzati anche in Italia per pianificare le proprie uscite direttamente in streaming video, su piattaforme già esistenti oppure su altre varate ex novo, come MioCinema, che esordisce proprio oggi con l’atteso film francese I miserabili di Ladj Ly. In questo modo, da aprile a oggi hanno trovato un loro pubblico on-line horror interessanti come The Hunt e l’ottimo L’uomo invisibile, un cartoon atteso come Trolls World Tour, ma anche solide macchine da intrattenimento come Emma, Tornare a vincere e Bloodshot, oppure Bombshell – La voce dello scandalo, o ancora commedie italiane come Un figlio di nome Erasmus e 7 ore per farti innamorare e opere d’autore drammatiche come Tornare di Cristina Comencini e persino il notevole e attesissimo Favolacce dei D’Innocenzo Bros., per citare soltanto alcuni titoli recenti. Tra le righe, s’è già capito che, in molti casi, questi film saranno distribuiti di nuovo in sala al momento della riapertura, ma essendo quasi tutti titoli di nicchia in quel momento avranno forse già esaurito (o, comunque, ridotto di molto) il proprio pubblico potenziale.

Per quanto riguarda, invece, i film di punta dei vari listini delle case di distribuzione italiane e internazionali, con particolare riferimento ai kolossal hollywoodiani, sono già stati spostati quasi tutti in autunno o inverno, fin da quando si era ancora nel pieno dell’esplosione della pandemia, con i soli Tenet di Christopher Nolan e Wonder Woman 1984 di Patty Jenkins annunciati, per il momento, dalla Warner Bros. in uscita americana nei cinema rispettivamente il 17 luglio e il 14 agosto. La Disney, per esempio, ha sacrificato l’uscita “theatrical” di Artemis Fowl, dirottato direttamente in streaming su Disney + (dal 12 giugno), per rinviare quella del supereroico Black Widow al 6 novembre e quella di Soul della Pixar al 20 novembre, col solo Mulan (la nuova versione “live action” diretta da Niki Caro) a resistere per il momento al 24 luglio. La maggior parte dei big di Hollywood, però, ha già spostato quasi per intero i propri listini al 2021, con tutto ciò che ne consegue in termini di disponibilità di film commercialmente appetibili sul mercato cinematografico dei prossimi mesi, in Italia come nel resto del mondo.

Insomma, il permesso di riaprire – perché, sostanzialmente, di questo si tratta – dovrà essere inevitabilmente seguito da tanto lavoro in più, da parte dell’industria e delle istituzioni, altrimenti gli esercenti rischiano concretamente di dover richiudere le loro sale entro poche settimane, per pura e semplice mancanza di film e di pubblico.

 

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