Prosegue ormai da diversi giorni il calvario delle cinque famiglie ortesi, in totale una ventina di persone tra le quali ci sono donne, bambini, persone anziane e disabili, che sono state costrette ad abbandonare le proprie abitazioni a causa dei crolli che nella notte tra martedì e mercoledì scorso hanno interessato due palazzi adiacenti, situati in via Pasquale Migliaccio a Orta di Atella, in provincia di Caserta. In questi giorni, inoltre, ulteriori boati sono stati avvertiti dai residenti della zona provenire proprio dal sito interdetto dalle forze dell’ordine: l’intero edificio, il quale avrebbe subito ingenti danni alla struttura portante a causa di alcune infiltrazioni d’acqua, in seguito alla supervisione effettuata dai vigili del fuoco è stato infatti dichiarato inagibile per ragioni di sicurezza pubblica e per garantire l’incolumità dei residenti.
Tuttavia per le famiglie sfollate si è venuta subito a creare, fin dai primi giorni dopo l’evacuazione, una situazione di grande disagio dovuta all’incertezza e alla precarietà della propria condizione abitativa. Nei primi giorni dopo l’accaduto i cittadini ortesi sgomberati erano stati trasferiti temporaneamente presso l’Hotel Silverado in via Bugnano; successivamente alcuni di loro erano riusciti a trovare una sistemazione presso le abitazioni di amici e parenti, altri invece, sicuramente meno fortunati dei primi, sono stati costretti a trasferirsi in alloggi “di fortuna”, come si può ben vedere dalle foto scattate sul posto, allestiti presso le aule dell’ex Istituto alberghiero situato in piazza Principessa Belmonte, ex piazza Sandro Pertini, in condizioni organizzative a dir poco discutibili.

Dopo una settimana di travagli, di via vai da un luogo all’altro dove poter trovare una sistemazione adeguata e in assenza di risposte concrete da parte della terna commissariale che regge le sorti del Comune atellano i cittadini sono ormai allo stremo, senza più un tetto sotto il quale ripararsi. Le famiglie sfollate hanno dovuto affrontare giorni difficili, segnati da una grande solitudine, nella speranza che le istituzioni raccolgano presto il loro grido di aiuto affinché non vengano lasciati soli e dimenticati, come già purtroppo è accaduto in passato. Eppure l’articolo 47 della Costituzione è chiaro in quanto indica lo Stato come l’ente che deve impegnarsi a tutelare il diritto all’abitare di ogni persona, per questo gli interrogativi degli sfollati su dove sia lo Stato, in una situazione di emergenza come questa, sono più che legittimi dato che si trovano ad affrontare condizioni considerate al “limite” per un Paese civile.
Se è vero che da un lato si è scampata la tragedia in un centro storico ormai abbandonato e che se ne cade letteralmente a pezzi, è altrettanto vero che le famiglie sgomberate non possono essere trattate come un “peso” e senza la giusta attenzione. Sul tema delicato è intervenuto anche il collettivo Città Visibile il quale, con un lungo comunicato pubblicato sui propri canali social, ha denunciato lo stato di degrado e di abbandono in cui versa la zona più antica della città atellana, dove mai sono stati realizzati interventi di riqualificazione. Per il collettivo, infatti, è inaccettabile il trattamento riservato alle famiglie sfollate e invita le commissarie prefettizie a prendere urgenti provvedimenti di sostegno e di aiuto verso chi, dalla mattina alla sera, ha perso la propria casa. Infine lancia un appello affinché i cittadini ortesi, che in momenti di difficoltà hanno sempre dimostrato di avere un grande cuore, mettano in moto la macchina della solidarietà così da non lasciare soli i propri concittadini in difficoltà.
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