Le scarcerazioni eccellenti di importanti boss e affiliati alla criminalità organizzata avvenute negli ultimi giorni hanno preoccupato non poco gli esponenti della politica e del mondo della giustizia, soprattutto coloro che si sono sempre distinti nella lotta alla camorra: dopo i pericoli reali espressi dal parlamentare Paolo Siani, fratello del giornalista ucciso dalla camorra Giancarlo Siani, a esprimere preoccupazione è stato questa volta Ciro Buonajuto, sindaco di Ercolano.
In particolare il primo cittadino del paese vesuviano, assieme a Pasquale Del Prete, presidente della sezione locale della Federazione delle associazioni antiracket e antiusura, ha inviato una lettera al prefetto di Napoli Marco Valentini manifestando forte timore per le decisioni prese da alcuni giudici di scarcerare diversi elementi di spicco della criminalità organizzata. Preso atto della grave situazione, il sindaco di Ercolano, assieme all’esponente della Fai, ha scritto al prefetto: “Siamo estremamente preoccupati da questa lunga serie di scarcerazioni di boss e affiliati alla camorra. Si tratta di decisioni che possono avere conseguenze e ripercussioni gravi”. A inizio maggio infatti sono tornati a casa Mario Ascione e Giuseppe Dantese, entrambi esponenti di spicco del clan Ascione-Papale, sodalizio camorristico egemone nei territori del Vesuviano, con basi operative a Ercolano e Torre del Greco.
Nella missiva Bonajuto ha poi continuato: “Sicuramente non sta a noi giudicare il provvedimento attraverso il quale i giudici hanno proceduto alla scarcerazione di questi elementi molto pericolosi, ma ribadiamo e manifestiamo il nostro timore, e quello di tutta la comunità, per gli effetti che queste disposizioni potrebbero comportare sulla vita dei cittadini e su di un territorio già duramente provato dall’emergenza sanitaria”. La lettera si è infine conclusa con un appello rivolto alle autorità prefettizie: “Bisogna evitare in ogni modo che queste scarcerazioni possano creare le condizioni per una recrudescenza di reati di stampo mafioso sul nostro territorio. Favorire la ricostituzione delle cosche locali, dopo tanti anni di dolore, di duro lavoro e di grossi sacrifici per contrastarle e debellarle, sarebbe imperdonabile”.
Gli esponenti del clan Ascione-Papale di Ercolano non sono gli unici a essere tornati a casa. Molti esponenti appartenenti alle cosche malavitose, che per un lungo tempo hanno dominato interi territori del Napoletano e del Casertano, sono tornati agli arresti domiciliari presso le proprie abitazioni. Tra questi, le ultime scarcerazioni eccellenti hanno riguardato Pasquale Zagaria, fratello del famigerato boss Michele Zagaria detto capastorta, e Antonio Noviello, alle dipendenze del boss Francesco Schiavone detto Sandokan, entrambi appartenenti al sanguinario e potentissimo sodalizio camorristico del clan dei Casalesi. Resta in carcere invece il boss Raffaele Cutolo: la sua istanza di scarcerazione è stata rigettata dai giudici.
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