“Go to cinema”, al via la prima rassegna cinematografica a Orta di Atella
La kermesse, organizzata dall'associazione "Go! Giovani ortesi" con il patrocinio e la collaborazione dell'Assessorato alla Cultura, prenderà il via giovedì 24 marzo con cinque appuntamenti immancabili con il grande cinema internazionale
A partire da giovedì 24 marzo e fino al 19 maggio la città di Orta di Atella ospiterà per la prima volta la rassegna cinematografica Go to cinema, le Colonne d’Ercole della libertà. L’iniziativa, ideata dai ragazzi e dalle ragazze dell’associazione Go! – Giovani ortesi in collaborazione e con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura e alle Politiche Giovanili, nasce con l’intento di realizzare un luogo di ritrovo in città, fino a ieri completamente assente, dove sia possibile condividere quelle sensazioni e quelle emozioni che solo la passione e la magia del grande cinema sono in grado di regalare. A Orta di Atella, infatti, dove le sale cinematografiche sono distanti diversi chilometri dal centro, condizione che costringe gli amanti del cinema a spostarsi in auto nei grossi multisala delle città limitrofe, per godere della visione di un film non esistono alternative che non siano le piattaforme in streaming come Netflix o Disney+.
Realizzare una rassegna cinematografica nella città atellana incentrata sui temi sociali più attuali vuol dire non solo promuovere la cultura attraverso il cinema, offrendo agli spettatori la possibilità di godere della visione di un film con amici e familiari, ma anche di permettere l’aggregazione giovanile e la coesione sociale su un territorio che ha un grande bisogno di conoscersi e di riconoscersi anche attraverso il grande schermo, nel dibattito e nel confronto, strumenti indispensabili per realizzare una maggiore integrazione culturale. E da questo punto di vista, la visione di un film può essere estremamente utile e produttiva, soprattutto per sviluppare nello spettatore quell’empatia, quella sensibilità e quella coscienza critica necessarie per comprendere le problematiche e le contraddizioni di un mondo contemporaneo estremamente complesso.
Nella società in cui viviamo l’immagine è diventata un potentissimo mezzo di comunicazione, il più pervasivo e convincente, accompagnato da un linguaggio universale di cui si fa portavoce il cinema stesso, per questo capace di parlare alla mente e al cuore delle persone, tanto da poter spingere la società verso cambiamenti epocali. Il cinema, dunque, assume una nuova linfa, che è forza visiva, simbolica e sociale al tempo stesso, ponendo le sue radici in una cultura in costante trasformazione, aperta alle conquiste e ai progressi della civiltà. Inoltre il cinema, con la magia che accompagna ogni spettatore il quale si ritrova a vivere dentro un racconto capace di aprire prospettive diverse con nuovi orizzonti e nuovi linguaggi sul mondo e sull’individuo, regalando molteplici chiavi di lettura, si pone l’obiettivo non solo di intrattenere ma anche di cambiare nel profondo la percezione delle persone attraverso sentimenti ed emozioni, contribuendo così al prezioso percorso di crescita personale dell’individuo e saldando il suo legame con le molteplici realtà sociali che lo circondano.
Nella cultura classica le “Colonne d’Ercole”, che danno il nome alla rassegna, rappresentavano il confine tra il mondo conosciuto e l’ignoto, un limite invalicabile oltre il quale l’uomo sarebbe andato incontro a pericoli inimmaginabili. Ne erano convinti Omero, Erodoto, Strabone, Platone, Aristotele, dando a quel luogo indefinito, posto idealmente ai confini dell’Occidente, un significato simbolico. Concetto, quello della “fine del mondo”, che ritorna nella letteratura con Dante Alighieri. Nel Canto XXVI dell’Inferno il Sommo Poeta incontra Ulisse il quale, dopo essere tornato a Itaca, si mette nuovamente in viaggio per esplorare i confini del mondo. Questa volta, però, l’astuzia dell’eroe greco non sarà sufficiente a ingannare il suo destino e dopo aver osato superare le “Colonne d’Ercole”, una terribile tempesta farà colare a picco la sua nave, causando la sua dipartita. Ma la conoscenza di se stessi e del mondo circostante, da una condizione di pericolo, si è trasformata nei tempi moderni in un’opportunità di crescita e di libertà, un’occasione irrinunciabile per l’uomo di espandere i propri orizzonti. Siamo dunque pronti a riprendere il viaggio di Ulisse così da navigare in mare aperto e ritrovare quella rotta che può ricondurci verso il raggiungimento della libertà? È proprio partendo da questa domanda, e riconoscendo nel cinema uno mezzo di liberazione delle coscienze, che nasce la prima kermesse cinematografica ortese.
In seguito alle proiezioni cinematografiche, in totale cinque, che si terranno presso la sala multimediale del Comune di Orta di Atella in viale Petrarca, gli organizzatori della rassegna daranno vita a un dibattito tra i presenti assieme a diversi ospiti invitati in ogni serata, allo scopo di stimolare il confronto e la riflessione tra gli spettatori, ripercorrendo le varie sfumature legate al tema centrale della rassegna: la libertà dell’individuo.
IL CALENDARIO DELLE PROIEZIONIDAL 24 MARZO AL 19 MAGGIO
Il primo appuntamento della rassegna si terrà giovedì 24 marzo alle ore 17:30 con la proiezione di uno dei capolavori del cinema contemporaneo:Arancia Meccanica di Stanley Kubrick. La pellicola, che compie più di cinquant’anni, è diventata nel tempo una vera e propria icona dell’arte cinematografica, un “manifesto visivo” dei rapporti tra psiche umana e società. Per la sua realizzazione il cineasta americano si ispirò al romanzo distopico A Clockwork Orangedi Anthony Burgess. Il protagonista del racconto Alex DeLarge, assieme alla sua banda di scagnozzi chiamati “drughi”, si dedica alla violenza ingiustificata e immotivata causando dolore e terrore fino a quando, tradito dai suoi stessi tirapiedi, non viene arrestato e condannato. In carcere viene sottoposto alla cura “Ludovico Van” che lo priva del libero arbitrio al fine di eliminare ogni sua pulsione aggressiva. Una volta liberato, però, Alex diventa vittima di quella stessa violenza della quale era stato protagonista, questa volta subendola da parte della società, sottostando inerme allavendetta delle sue vittime fino a tentare il suicidio. Arancia Meccanica è un racconto geniale e attuale dove la fantascienza si intreccia grottescamente alla critica sociale e all’analisi psicologica come solo un maestro della cinepresa del calibro di Kubrick sarebbe in grado di raccontare. Un film così monumentale e disarmante che ancora oggi è vittima di numerosi tabù che l’hanno portato a essere censurato in numerosi Paesi.
Il secondo appuntamento della rassegna si terrà giovedì 7 aprile. Per l’occasione verrà proiettato il film La bicicletta verde, della regista araba Haifaa al-Mansour. La commedia, unica nel suo genere, è stata realizzata con il contributo di Amnesty International e racconta la storia di Wadjda, una ragazzina molto sveglia e vivace che ha un sogno, quello di andare in bici. Tuttavia c’è un problema che sembra insormontabile: nel suo Paese, l’Arabia Saudita, alle donne è vietato fare qualsiasi cosa, anche fare una semplice pedalata in bici. La ragazzina però non ci sta e farà qualsiasi cosa pur di realizzare il suo sogno di libertà, quello di poter andare in sella a una bici verde, il colore della speranza e che assume un chiaro significato simbolico di emancipazione. Nella sua straordinaria avventura la piccola Wadjda farà esplodere tutte le contraddizioni della società, attraversata da un maschilismo soffocante che nega alle donne ogni possibilità di autodeterminarsi. Un film che riesce a essere delicato e spensierato, ma anche diretto e senza retorica, imponendo con i toni della favola una riflessione reale sulla condizione della donna. Ancora oggi, infatti, molte donne continuano a essere vittime degli stereotipidi genere e delle imposizioni di una società ancorata a un modello educativo di tipo patriarcale, che non riconosce loro dignità e diritti. Riuscirà la piccola Wadjda a portare a termine la sua rivoluzione e a scardinare questo sistema pieno di pregiudizi?
Giovedì 21 aprile sarà la volta del terzo appuntamento della kermesse con la proiezione di Garage Olimpo del regista, sceneggiatore e produttore Marco Bechis. Il film, presentato nella sezione “Un certain regard” al Festival di Cannes, narra le vicende di una giovane insegnante argentina, Maria Costa, la quale si oppone alla dittatura militare nel suo Paese. Siamo sulla fine degli anni Settanta e a Buenos Aires imperversano le squadracce fasciste agli ordini del generale Videla che mettono a ferro e fuoco la città, diffondendo paura e terrore tra la popolazione e arrestando e incarcerando i dissidenti politici. La giovane viene così fatta arrestare e rinchiudere in un bunker sotterraneo, una sorta di garage, dove viene abusata e torturata. Tra i suoi aguzzini c’è anche Félix, un giovane collaborazionista del regime che si innamorerà di lei. Ma il destino di Maria sembra essere segnato, e nonostante il tentativo di fuga diventerà una degli oltre 30.000 desaparecidos che non si piegarono al regime fascista pagando il proprio dissenso con la vita. Garage Olimpo è un perfetto esempio in chiave cinematografica di quella “banalità del male” magistralmente raccontata da Hannah Arendt. Quello di Bechis è un racconto concreto, duro, reale, che prende spunto da fatti realmente accaduti che coinvolsero il regista in prima persona, il quale fu arrestato in Argentina poiché sospettato di cospirazione.
Per il quarto appuntamento della rassegna, in programma giovedì 5 maggio, verrà proiettato l’emozionante film biografico Milk di Gus Van Sant. La storia narra le rocambolesche vicende che coinvolsero l’attivista per i diritti degli omosessuali Harvey Milk. È il 1973 e siamo a San Francisco, Stati Uniti: il giovane Harvey trasforma il proprio studio fotografico in un punto di riferimento per l’intera comunità LGBTQI+. Sostenuto da amici e compagni decide di candidarsi alla carica di consigliere per abbattere ogni pregiudizio e discriminazione sull’omosessualità. Dopo due sconfitte elettorali non si arrende e si candida per la terza volta e finalmente viene eletto nel civico consesso di San Francisco grazie al sostegno non solo dalla comunità gay ma anche dei giovani, delle donne e della popolazione afroamericana. Si tratta di un evento epocale che cambierà per sempre il corso della storia: Harvey Milk è infatti il primo gay “dichiarato” a ricoprire una carica politica, scatendando l’indignazione e l’odio da parte di conservatori e omofobi. Ma Harvey non si lascia intimidire, va dritto per la sua strada e con coraggio e determinazione diventa promotore della prima ordinanza che tutela i diritti degli omosessuali. La sua rivoluzione sociale e culturale è appena iniziata ma dovrà fare i conti con l’intolleranza e la violenza omofobica pagando un prezzo amaro. Vincitore di due Premi Oscar, tra cui quello di migliore attore protagonista per Sean Penn, Milk è uno di quei film che ti segnano nel profondo. Al termine della proiezione si terrà un dibattito in presenza degli attivisti dell’associazione Rain Arcigay di Caserta.
Il quinto e ultimo appuntamento della rassegna si svolgerà giovedì 19 maggio, sempre alle 17:30 presso la sala multimediale di viale Petrarca, con la proiezione di Magdalene, scritto e diretto dal regista scozzese Peter Mullan. Siamo in Irlanda sul finire degli anni Sessanta e tre ragazze, Bernadette, Margaret e Rose, vengono ripudiate dalle loro famiglie perché considerate “indegne” per i loro comportamenti considerati inaccettabili dalla morale cattolica dell’epoca, motivo per il quale vengono fatte rinchiudere in convento. Qui le ragazze, che devono espiare i loro peccati più “impuri”, sono costrette a lavorare fino allo stremo, a vivere nel terrore delle punizioni corporali e a subire ogni tipo di violenza fisica e psicologica qualora si rifiutino di ubbidire, ma anche a sopportare ogni tipo di umiliazione e denigrazione, compresi veri e propri abusi sessuali. Emarginate da una società chiusa, bigotta e conservatrice, che relega le donne in una condizione di subalternità e di dipendenza rispetto agli stereotipi di una società patriarcale, dove la religione si trasforma pericolosamente in dogmatismo, le giovani protagoniste proveranno in tutti i modi a salvarsi: alcune, le più forti e coraggiose ci riusciranno, altre, purtroppo, saranno private per sempre della loro libertà. Magdalene è un film crudo e reale, ispirato a una storia vera, che ci mette davanti agli occhi tutto il marcio che si nasconde dietro il perbenismo e le contraddizioni di un modello educativo asfissiante, che riduce le donne a schiave passive e ubbidienti. Un film che meritatamente ha vinto il prestigioso “Leone d’Oro”al Festival del Cinema di Venezia.
A spiegarci com’è nata questa kermesse cinematografica ci pensa Alessia Compagnone, tra le organizzatrici dell’evento e membro dell’associazione Go!. “Se un anno fa mi avessero detto che saremmo riusciti a realizzare una rassegna cinematografica a Orta di Atella non ci avrei creduto”, afferma entusiasta Alessia, che prosegue: “Adesso, dopo settimane di duro lavoro, sono orgogliosa di parlare di questo interessante progetto come non se ne erano mai visti prima in città.La nostra associazione, con il contributo importante di Valentina Arena, del prof. Giuseppe Comune e con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Orta di Atella, ha voluto realizzare, partendo da zero, uno spazio di aggregazione e di socializzazione ruotante attorno alla passione per il cinema. Purtroppo – sottolinea la giovane – sul nostro territorio non esistono sale cinematografiche eppure il cinema non è che uno dei mezzi più rappresentativi e completi per comprendere e interpretare la realtà.Dal punto di vista dei contenuti siamo andati alla ricerca di quel filo rosso che legasse tra loro le diverse proiezioni con il tema della libertà. Il nostro progetto nasce dall’esigenza di interrogarsi su quanto gli uomini e le donne siano realmente liberi, offrendo diversi punti di vista sulla loro condizione. Per tale ragione – conclude Alessia – abbiamo scelto dei film che offrissero una vasta rappresentatività culturale, dall’Europa alle Americhe passando per il Medio Oriente, affinché non solo venissero accorciate le distanze geografiche tra Orta di Atella e il resto del mondo ma anche per offrire nuove prospettive capaci di riempire il cuore con storie commoventi e di aprire la mentecon storie di lotta e di libertà”.
Dello stesso avviso è Valentina Arena, che ha dato un importante contributo per la realizzazione di questa iniziativa. “Inizialmente l’idea di realizzare una rassegna cinematografica a Orta di Atella aveva fatto sorgere in me dubbi e perplessità”, confessa la giovane, che prosegue: “Solitamente sono i grandi poli culturali ad aprire le porte alle idee dei giovani, tant’è vero che sono arrivata addirittura a pensare che questa città non avesse nulla da offrirmi. E invece posso affermare con sorpresa di essermi sbagliata. Questa rassegna – spiega Valentina – nasce con l’obiettivo di sensibilizzare i giovani e la comunità atellana su determinate tematiche sociali e civili di grande attualità, di far cadere tabù e pregiudizi anche attraverso uno strumento potente come il cinema. Nel dare il mio contributo a questo progetto ho avuto un’opportunità preziosissima, che auguro a qualsiasi giovane, ossia quella di arricchire il mio bagaglio culturale e umano grazie all’incrocio di sguardi nuovi e inediti sul mondo che ci circonda, vedendo la cose da una diversa angolazione. Sono contenta di aver collaborato e partecipato alla realizzazione di questa kermesse, e sono felicissima di poter cogliere questa occasione affinché si possa offrire ai tanti giovani del territorio l’opportunità di mettersi in discussione e di guardare con un nuovo sguardo la propria città e ciò che li circonda”, conclude Valentina.
Soddisfatta anche l’Assessora alla Cultura e alle Politiche Giovanili Marilena Belardo. “Si tratta di un progetto importante sul quale l’amministrazione ortese ha investito per dare ampio spazio e risalto alle proposte dei giovani del territorio”, afferma l’esponente della giunta, che prosegue: “Finalmente a Orta di Atella siamo tornati a parlare di cultura, di cinema e di intrattenimento di qualità come non succedeva da tempo, ponendo l’accento sui temi dell’attualità politica e sociale, partendo dai diritti civili e dalla parità di genere. Abbiamo finalmente riaperto al pubblico la sala multimediale del Comune, chiusa purtroppo da tanto tempo. Il percorso che ha portato alla realizzazione questa prima rassegna cinematografica – afferma l’assessora – ha visto l’impegno fondamentale dell’associazione Go!le cui idee e progetti sono stati accolti con entusiasmo da questa amministrazione e verso i quali va il mio più grande ringraziamento. Voglio inoltre congratularmi – ribadisce la Belardo – conil prof. Giuseppe Comune, grande conoscitore della settima arte, la cui consulenza in materia è stata preziosissima, senza ovviamente dimenticare lo straordinario lavoro organizzativo messo in campo dai tanti ragazzi preparatissimi e volenterosi come Alessia, Miriam, Maria Rosaria, Sofia, Lorenzo, Valentina e tanti altri i quali rappresentano il futuro di questa città. I giovani, la cultura e la conoscenza– conclude l’assessora – sono il motore del cambiamento, la speranza di un futuro migliore, ed è nostro dovere di adulti e in qualità di rappresentanti delle istituzioni sostenerli, guidarli e invogliarli affinché abbiano lo spazio e la visibilità che meritano. Questo non è che un primo passo e lavoreremo con le associazioni del territorio affinché vengano realizzati tanti progetti in futuro che ridiano lustro alla città di Orta di Atella”.
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