Tra pochi giorni i cittadini di Orta di Atella saranno chiamati alle urne per scegliere chi dovrà guidare le sorti politiche e amministrative del comune atellano per i prossimi cinque anni, mettendosi alle spalle gli ultimi due anni segnati dal commissariamento. Nella coalizione di centro-sinistra a sostegno della candidatura a sindaco di Vincenzo Gaudio trova spazio una realtà ormai consolidata nel panorama politico ortese, si tratta di Città Visibile, il cui portavoce è il noto attivista della Terra dei Fuochi Enzo Tosti. Tra i candidati e le candidate della lista spicca la presenza di Marilena Belardo, già consigliera comunale d’opposizione durante la passata consiliatura nonché tra le fondatrici di Officina Femminista, associazione attiva in tutto l’Agro atellano che si batte per promuovere la cultura della parità di genere e il rispetto dei diritti delle donne. Marilena, oltre a essere madre di due figli adolescenti, di professione fa l’operatrice sociale e si occupa nello specifico dell’accudimento e dell’accompagnamento dei minori a rischio all’interno delle case famiglia e delle strutture dedicate, quindi conosce molto bene le problematiche legate alle soggettività a rischio e all’esclusione sociale.
Qual è il vostro programma per le politiche sociali?
“A Orta di Atella, purtroppo, le politiche sociali hanno quasi sempre funzionato sulla base della logica del favore o del clientelismo, facendo passare per piaceri quelli che in realtà sono diritti, escludendo così tante persone e famiglie bisognose dalla possibilità di accedere a strumenti di sostegno e di welfare. Nel nostro programma amministrativo un capitolo prioritario sarà costituito proprio dall’aiuto alle fasce più deboli della popolazione. Centrale, per noi, è la questione della disabilità sulla quale si sono spese tante parole ma è stato fatto troppo poco. Bisogna puntare sull’assistenza, sull’inclusione e sull’integrazione sociale delle persone diversamente abili. Non basta più il semplice assistenzialismo, ci vogliono solidarietà e azioni concrete di inserimento, per questo punteremo alla realizzazione di progetti coadiuvati da personale specializzato. Essere dalla parte dei più deboli vuol dire programmare e attuare una serie di interventi mirati all’attuazione di politiche incentrate sulle pari opportunità. A causa della pandemia le famiglie che vivono al di sotto o al limite della soglia di povertà sono aumentate così come le diseguaglianze sociali e la precarietà lavorativa. Le istituzioni devono farsi carico del problema e intervenire con meccanismi di tutela sociale a sostegno delle famiglie bisognose. Noi saremo sempre dalla parte degli ultimi e delle fasce più deboli della popolazione”.
Quali sono i vostri progetti per l’inclusività sociale?
“Orta di Atella deve tornare a essere un luogo di cittadinanza, di tolleranza e di inclusione. Il nostro obiettivo è la rimozione di ogni forma di disuguaglianza per questo la nostra sarà una politica a favore delle soggettività a rischio. Assieme alle associazioni che si occupano delle questioni di genere istituiremo un comitato per i diritti delle donne che si occuperà della promozione della parità di genere. Tale organo provvederà all’attuazione di percorsi, programmi e attività organizzate con il contributo degli enti regionali e del terzo settore. Fondamentale sarà la realizzazione di un centro antiviolenza che si occupi di combattere la violenza di genere, l’omofobia e il bullismo. Vogliamo valorizzare e promuovere la cultura della pluralità, con progetti educativi da realizzare nelle scuole per contrasatre ogni tipo di discriminazione. Bisogna inoltre permettere alle donne di diventare protagoniste della politica e dello spazio pubblico. A tal proposito vogliamo valorizzare quelle personalità che hanno reso lustro alla storia della nostra città come Enrichetta Di Lorenzo. Al centro della nostra azione politica verrà dato ampio spazio alle rivendicazioni della comunità LGBTQI+ attraverso la collaborazione con associazioni come Arcigay. È nostra intenzione realizzare sportelli assistenziali e consultori dedicati ai giovani e alle donne incinte, con il supporto dell’Asl di Caserta, tramite i quali ci si potrà confrontare con ginecologi, psicologi e assistenti sociali. Vogliamo una città a prova di diritti e la realizzeremo”.
Che iniziative intraprenderete sul versante scolastico?
“Il mondo della scuola deve essere centrale nella vita sociale e culturale di Orta di Atella. Purtroppo è mancata da parte delle istituzioni una visione che permettesse di realizzare politiche scolastiche lungimiranti e corrispondenti ai fabbisogni degli studenti e delle loro famiglie. Il nostro dovrà essere un polo scolastico d’eccellenza. Bisognerà scoraggiare il fenomeno della migrazione scolastica nei paesi limitrofi offrendo un sistema educativo di qualità e garantendo al tempo stesso strutture funzionali e sicure per i nostri bambini. Un punto nodale della nostra azione amministrativa sarà l’edilizia scolastica: bisognerà provvedere con urgenza alla messa in sicurezza di tutti i plessi scolastici rendendoli conformi ed efficienti. Vedere i nostri ragazzi andare a studiare nelle scuole di Marcianise, di Frattamaggiore o di Aversa a causa della carenza di strutture è un fenomeno triste, per tale motivo dobbiamo garantire la presenza degli istituti scolastici necessari a soddisfare i bisogni educativi di una città di quasi 30mila abitanti. Ci impegneremo infine nella realizzazione di asili nido e di strutture per l’infanzia che tengano conto delle esigenze delle famiglie che lavorano e garantiscano la gratuità dei servizi per chi ha basso reddito. Il futuro di Orta di Atella ripartirà dalla scuola”.
Cosa intendete fare per rilanciare la cultura?
“La cultura dovrà essere il motore dello sviluppo del nostro territorio per questo la futura amministrazione dovrà farsi promotrice di iniziative culturali di spessore. La nostra tradizione storica è ricchissima, basti pensare all’Antica Atella, alle Fabulae Atellanae, a Massimo Stanzione o ai Martiri atellani. Bisogna valorizzare la storia, l’identità e le tradizioni del popolo atellano dando lustro a quanto di artisticamente rilevante esiste nel nostro paese come il borgo di Casapozzano, Orta Vecchia, le chiese, le piazze, i palazzi, i cortili antichi. Progettare la rinascita dei siti storici della nostra città destinandoli alla diffusione della cultura e della conoscenza sarà uno dei nostri obiettivi. Essenziale, per noi, sarà la realizzazione di una biblioteca dove poter custodire la nostra memoria storica e trasformarla in bene collettivo accessibile a tutti, soprattutto ai nostri tantissimi studenti liceali e universitari. Per la rinascita della città sarà necessaria l’istituzione di una consulta per la cultura che metta insieme le associazioni culturali e le istituzioni scolastiche. La futura amministrazione avrà il dovere di patrocinare e sostenere tutte quelle attività sociali e culturali il cui obiettivo è la consapevolezza dei cittadini di fronte ai problemi che ci circondano. Infine vogliamo istituire una giornata commemorativa dedicata ai Martiri atellani per ribadire che al nostra è una città antifascista, libera da ogni forma di abuso, di oppressione e di discriminazione”.
Cosa farete infine per migliorare la vivibilità a Orta di Atella?
“La nostra non è una città a favore ma una città “contro”: è contro i bambini perché mancano asili nido e non c’è un parco giochi, è contro gli anziani perché non ci sono strutture dedicate, è contro i giovani perché le infrastrutture sportive sono abbandonate e non ci sono luoghi dove studiare e socializzare, è contro i disabili, i pedoni e i ciclisti a causa delle strade dissestate, dell’assenza di marciapiedi e di piste ciclabili nonché per la presenza ingombrante delle barriere architettoniche. Il problema del degrado, inoltre, si manifesta sotto forma di diverse criticità a seconda delle zone del paese. Questo è successo perché le amministrazioni passate non hanno mai affrontato il tema della vivibilità cittadina. Bisogna far sì che Orta di Atella diventi una città ricca di spazi verdi, con un parco pubblico adeguato ai bisogni dei cittadini, e far sì che le campagne limitrofe vivino in simbiosi con la città così da realizzare un grande parco urbano a vocazione agricola. Dal punto di vista dei trasporti, infine, metteremo mano a un piano urbano per la mobilità sostenibile così da provvedere a una riduzione dei livelli di inquinamento, a contenere i consumi energetici, ad aumentare la sicurezza stradale e a ridurre l’uso delle auto a favore dell’utilizzo della bicicletta, oltre a creare zone pedonali così da poter far rivivere il centro cittadino con feste, spettacoli ed eventi incentrati sulla cultura, sulla storia e sulle tradizioni del nostro territorio. Le nostre idee su come debba essere trasformata la città sono chiare. Starà ai cittadini scegliere tra il passato e il futuro: se metteranno una croce sul simbolo di Città Visibile e sul nome di Vincenzo Gaudino sceglieranno il futuro”.
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