Tra le giornate di ieri e oggi, gli agenti di polizia della squadra mobile di Napoli e di Castellammare, hanno posto in stato di fermo due indiziati, il ventunenne Ciro Di Lauro e il ventenne Maurizio Apicella, sospettati di essere gli esecutori materiali dell’omicidio avvenuto a Gragnano, del diciassettenne Nicholas Di Martino e del grave ferimento del trentenne Carlo Langellotti. I due giovani, accusati di omicidio e tentato omicidio con l’aggravante del metodo mafioso, sono stati prelevati dalle loro abitazioni e condotti presso la casa circondariale di Secondigliano su disposizione della Procura di Napoli.
Ai fatti di sangue, accaduti nella notte tra domenica e lunedì all’altezza di via Vittorio Veneto a Gragnano, sono seguite nei giorni successivi le indagini condotte dalla Direzione distrettuale antimafia, in quanto il giovane di Pimonte ucciso a coltellate era nipote del boss di camorra Nicola Carfora detto ‘o fuoco, condannato all’ergastolo per essere il mandante dell’omicidio dell’imprenditore caseario Michele Cavaliere, ucciso anni fa a colpi di arma da fuoco da due killer in motocicletta. La colpa mortale dell’imprenditore che gestiva un’azienda casearia sui monti Lattari fu quella di non essersi piegato alla volontà del boss.
Le piste seguite dagli inquirenti, tuttavia, non si fermano ai due arresti. Infatti la notte stessa degli accoltellamenti, sempre a Gragnano, un altro giovane ritenuto vicino ai due presunti assassini identificati dalla polizia, è stato colpito al braccio da diversi colpi di arma da fuoco, non molto lontano dal luogo dell’aggressione che ha coinvolto Di Martino e Langellotti. Inoltre, qualche giorno prima dell’uccisione di Nicholas, a Castellammare ci sarebbe stata una rissa tra alcuni giovani, molto probabilmente anch’essi vicini alle diverse fazioni coinvolte per il controllo del territorio.
Secondo i magistrati anticamorra che stanno seguendo il caso, i vari avvenimenti accaduti sarebbero collegati tra loro. Infatti uno dei giovani arrestati, sarebbe vicino a diversi ambienti della criminalità organizzata dell’area stabiese, ed è ritenuto appartenente a una delle fazioni opposte a quella di cui faceva parte il diciassettenne morto accoltellato. Anche in questo caso, dunque, non c’entrerebbe nulla la movida notturna, e anzi si teme un riaccendersi delle faide di camorra per il controllo dei territori di Gragnano e Castellammare.
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