Massimo risultato col minimo sforzo per il Napoli, che nel suo primo match di Serie A dopo la ripresa post-Covid e, soprattutto, dopo la vittoria in Coppa Italia espugna lo stadio Bentegodi di Verona per 2-0, ancora una volta dunque senza subire gol, ma segnandone due, con Milik nel primo tempo e col neoentrato Lozano al novantesimo. Gattuso, ormai, ha reso la sua squadra un blocco unico, compatto e solidissimo, estremamente difficile da scalfire per gli avversari, grazie a una ritrovata partecipazione emotiva, all’abnegazione e allo spirito di sacrificio che il tecnico calabrese è riuscito a inculcare in ogni suo uomo. Da sottolineare, poi, la condizione atletica dei partenopei, che anche stasera sono saliti di ritmo nel corso del match, a differenza degli avversari, proprio come era accaduto nei giorni scorsi nella semifinale di ritorno di Coppa con l’Inter e poi nella vittoriosa finale contro la Juventus.
Nel deserto del Bentegodi, il Napoli si schiera con la maglia da battaglia verde militare, mentre l’Hellas Verona di Ivan Juric opta per il bianco. I partenopei giocano con Ospina di nuovo tra i pali dopo la squalifica in Coppa Italia, linea difensiva con Di Lorenzo a destra, Hysaj a sinistra e la coppia Maksimovic-Koulibaly al centro, mentre in mezzo al campo rientra Allan accanto agli immancabili Demme e Zielinski, col trio offensivo formato da Politano e Insigne sui lati con Arkadiusz Milik centravanti e il recordman Mertens a tirare il fiato in panchina. Juric risponde con Silvestri in porta e poi Rrahmani, Kumbulla, Empereur nella difesa a tre; Faraoni, Veloso, Amrabat e Lazovic da destra a sinistra a centrocampo, con Verre e Zaccagni a sostegno della punta centrale Di Carmine. Fin dai primi minuti, sono proprio gli azzurri a fare la partita tenendosi quasi stabilmente nella metà campo avversaria, col Verona tutto basso dietro la linea della palla, con le linee strette e compatte, un pressing feroce sui portatori di palla del Napoli e i suoi attaccanti sempre pronti a ripartire in velocità.

L’Hellas è molto fisica e aggressiva come da tradizione per le squadre di Juric. Gli scaligeri pressano costantemente gli avversari e non tirano mai indietro la gamba, anzi cercano spesso contatti fisici anche piuttosto duri. Da parte sua, il Napoli fatica a trovare il ritmo, anche a causa della scarsa abitudine di Allan e Demme a giocare assieme. I due mediani, infatti, si pestano spesso i piedi tra loro, prima di trovare, man mano che trascorrono i minuti, le rispettive posizioni sul rettangolo verde. Lo schieramento del Napoli, soprattutto in fase di costruzione, vira molto spesso verso il 4-2-3-1, con Politano, Zielinski e Insigne schierati sulla stessa linea alle spalle di Milik, mentre Demme si tiene basso davanti ai due centrali di difesa e Allan inizia a buttarsi con regolarità in avanti negli spazi tra le linee avversarie.
Al diciottesimo, c’è un bel tiro rasoterra di uno Zielinski molto in palla, abile a colpire angolato dal limite dell’area, con Silvestri che s’allunga alla propria sinistra e riesce a deviare. Al ventiduesimo, invece, è il Verona a rendersi pericoloso con Verre, che tutto solo davanti alla porta azzurra, a Ospina battuto, mette goffamente fuori colpendo col petto. Tre minuti dopo, arriva il cooling break di metà primo tempo, per ritemprarsi, perché a Verona oggi fa davvero caldo. Gli allenatori ne approfittano anche per dare qualche indicazione ai propri giocatori. Intorno al minuto 28, poi, prima Lazovic crossa dalla sinistra per l’inserimento di Faraoni dalla fascia opposta, col colpo di testa dell’esterno che termina alto; quindi, Di Carmine s’inserisce e tira di prima intenzione, ma Ospina è reattivo nel respingere.
In campo e anche tra le panchine si inizia a respirare un certo nervosismo, con i calciatori che entrano spesso a contatto, le panchine che polemizzano e il mediocre arbitro Pasqua che troppo spesso si dimentica di intervenire. Il Napoli passa in vantaggio al trentottesimo minuto, con un elegante colpo di testa di Milik, lasciato colpevolmente solo dalla difesa avversaria su un calcio d’angolo: il polacco, dunque, salta indisturbato e schiaccia con la fronte sul secondo palo della porta di Silvestri. Come capita spesso alle squadre di Juric quando giocano contro il Napoli, anche stavolta il pressing dei suoi giocatori inizia a scemare poco dopo la mezz’ora, con un evidente calo del ritmo da parte dei veronesi, la cui pressione non è più così puntuale e aggressiva come nei minuti iniziali. Così, dall’alto della sua tecnica superiore, il Napoli inizia a controllare il match con maggior agio e sicurezza, al ritmo che gli è più congeniale. Tranne che per un tiro improvviso di Miguel Veloso ben deviato in corner da Ospina, dunque, il finale di primo tempo della squadra di Gattuso è convincente e in chiaro crescendo.
Napoli subito pericoloso, poi, anche in avvio di ripresa, grazie a una palla messa in area da Politano, con Allan che approfitta di un rimpallo favorevole e va al tiro da buona posizione, ma Silvestri è ancora una volta bravo a neutralizzare. I partenopei, ormai, sono stabilmente nella metà campo avversaria e mantengono il controllo del pallone con continuità, col Verona che tenta di ripartire in contropiede, trovandosi però sempre di fronte un ritrovato Koulibaly e il maestoso Maksimovic di questo periodo. Il Napoli adesso gioca bene, con palla a terra e ritmo fluido. E al cinquantaquattresimo è ancora il portiere scaligero a deviare ottimamente un tiro rasoterra incrociato di Politano. Due minuti più tardi, invece, tocca a Ospina neutralizzare un cross insidioso di Zaccagni dalla sinistra con una bella uscita a centro area. All’ora di gioco l’Hellas Verona va in gol, che però viene annullato da regolamento, dopo “on field review” dell’arbitro, per un decisivo tocco di mano di Zaccagni prima del suo cross per il colpo di testa vincente di Faraoni.
A cavallo del break ristoratore del settantesimo, inizia il valzer delle sostituzioni da tutte e due le parti. Nel Napoli, entrano il redivivo Ghoulam per Hysaj e Fabian Ruiz per Allan; e, successivamente, Mertens per Milik e Lobotka per Demme; infine, Lozano per Politano. Juric, invece, prima cambia l’attacco con Pazzini e Salcedo per Di Carmine e Zaccagni, poi inserisce uno dopo l’altro anche Pessina, Dimarco e Stepinski nel tentativo di recuperare la parità. Negli ultimi dieci minuti, si segnala prima una bella imbucata verticale di Zielinski per Insigne, che s’invola lungo la fascia e poi, sfruttando un bel contromovimento di Ghoulam, converge al centro e tira a giro alto. Quindi, all’ottantatreesimo, è Faraoni a tirare alto al termine di una lunghissima e un po’ confusa azione della sua squadra. Ancora Insigne è protagonista a un minuto dalla fine con un bel tiro di destro nell’angolino, da appena dentro l’area, ma Silvestri è di nuovo reattivo nel deviare in calcio d’angolo. Sul corner, però, lo specialista Faouzi Ghoulam disegna una traiettoria arcuata e insidiosissima sul secondo palo, dove Lozano è lesto ad anticipare due difensori avversari, infilandosi tra di loro per colpire di testa a rete per il raddoppio del Napoli.

In piano recupero, infine, è di nuovo l’attaccante messicano a divorarsi un gol clamoroso dopo essersi presentato in contropiede in beata solitudine davanti al portiere scaligero. Il Napoli, quindi, controlla agevolmente la partita fino al fischio finale del signor Pasqua, correndo qualche rischio minimo soltanto su alcuni cross degli avversari, peraltro sempre ottimamente respinti dai difensori centrali. La chiusura è ancora per capitan Lorenzo Insigne – il migliore dei suoi assieme a Zielinski e Koulibaly – che incrocia ottimamente da dentro l’area impegnando nuovamente Silvestri. Rino Gattuso e il suo Napoli, dunque, vincono con l’autorità della grande squadra su un campo insidioso, sul quale altre grandi erano cadute (persino la Juventus, 2-1 a febbraio) o, comunque, se l’erano vista brutta. E per gli azzurri il sogno della rincorsa al quarto posto che vale la Champions League rimane ancora vivo, nonostante la distanza dall’Atalanta resti considerevole. Potrebbe rivelarsi decisivo, in tal senso, lo scontro diretto in programma giovedì 2 luglio alle 19.30 a Bergamo, dopo la gara casalinga di domenica sera (sempre alle 19.30) contro la Spal penultima in classifica.
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