Maradona sepolto a Buenos Aires accanto ai genitori, mentre il Napoli lo ricordava in campo in Europa League
La lunga giornata di lutto per il fuoriclasse scomparso è culminata in Argentina con il funerale privato nel cimitero di Bellavista e in Campania con gli azzurri schierati prima del match col Rijeka con speciali maglie celebrative col suo numero 10
La lunga giornata di emozioni e lacrime in memoria di Diego Armando Maradona, lungo un ideale ponte transoceanico tra Buenos Aires e Napoli, s’è conclusa con l’ultimo saluto al Pibe de Oro durante una cerimonia funebre privata, alla presenza soltanto dei familiari e di alcuni amici, nel cimitero di Bellavista nella capitale argentina, dove l’indimenticabile fuoriclasse è stato seppellito accanto al padre don Diego e alla madre Doña Tota. Anche le televisioni argentine, che fin dall’alba avevano seguito in diretta l’intera giornata, prima all’esterno e all’interno della camera ardente aperta nella Casa Rosada (il palazzo del presidente della Repubblica) poi nei momenti del trasferimento del feretro da plaza de Mayo verso il cimitero, sono state tenute lontane e soltanto una telecamera, dall’alto e da molto lontano, ha ripreso senza alcun commento audio quell’ultimo momento di intimità prima dell’inumazione, col feretro che è stato trasferito sotto una tenda bianca rettangolare all’aperto per una breve cerimonia religiosa, officiata da un sacerdote che ha atteso per l’intero pomeriggio l’arrivo di una quarantina di persone fra familiari e amici intimi.
Per dare l’addio al loro idolo, gli argentini sono scesi in strada facendo registrare numeri enormi, pari a oltre un milione di persone. In centinaia di migliaia si sono messe in fila, fin dalle prime luci dell’alba con la speranza di riuscire a entrare nella Casa Rosada e salutare per l’ultima volta El Diego, durante quello che s’è trasformato per tutto il giorno in un autentico pellegrinaggio laico, caratterizzato – ma era quasi inevitabile, visti i numeri e visto il clima particolarissimo – anche da momenti di tensione, che hanno costretto la polizia a intervenire e le autorità a lasciare aperta la camera ardente per tre ore in più rispetto a quanto previsto originariamente. Sulla bara, adagiata sopra alla bandiera argentina, accanto alle maglie della nazionale albiceleste, del Boca e dell’Argentinos Juniors, è stata deposta anche una casacca del Napoli col numero 10,consegnata dall’ambasciata d’Italia a Buenos Aires direttamente a una delle figlie di Maradona.
E mentre in Argentina il più forte calciatore di sempre veniva sepolto vicino agli adorati genitori, dall’altra parte dell’oceano Atlantico, anche Napoli continuava (e continua ancora in queste ore) a rendere omaggio all’uomo che ha trasformato per sempre la storia calcistica e la percezione internazionale della città. Mentre all’esterno dello stadio San Paolo, che a breve sarà ribattezzato stadio Diego Armando Maradona, proseguiva la processione di napoletani che si recavano in quel luogo come di fronte a un mausoleo, per deporre un ricordo o semplicemente partecipare all’emozione del momento, all’interno il Napoli batteva 2-0 i croati del Rijeka in un match valido per la quarta giornata del girone di Europa League, in un clima reso surreale dal vuoto sugli spalti per le norme anti-virus e dalla tristezza per la scomparsa di Maradona. Prima del fischio d’inizio, le due squadre hanno osservato, come tutte le altre in campo ieri in Europa, un minuto di silenzio in memoria del fuoriclasse, ma soprattutto il Napoli s’è presentato sul terreno di gioco con tutti i giocatori che indossavano una speciale maglia numero 10 col nome di Maradona sulle spalle.
Nel frattempo, le celebrazioni della memoria del Pibe de Oro proseguivano anche a piazza del Plebiscito, di fronte a una bella gigantografia fissata davanti alla facciata di Palazzo Reale, ma anche tra i vicoli dei Quartieri spagnoli. Una mezz’ora prima dell’inizio della partita, il capitano azzurro Lorenzo Insigne era uscito fuori dallo stadio per deporre un mazzo di fiori davanti all’informale mausoleo che era diventato il muro di cinta della struttura di Fuorigrotta. In nottata, invece, Dries Mertens ha scelto di recarsi nel cuore dei Quartieri spagnoli, in via De Deo, per deporre a sua volta un mazzo di fiori sull’altare allestito dai tifosi davanti al murale di Maradona. A termine della partita col Rijeka, lo stesso Mertens aveva detto ai microfoni di Sky Sport: “Diego è stato importante per la città e per tutto il Sud. Noi dobbiamo ricordarlo con uno spirito positivo perché lui era sempre allegro e sorridente e amava tantissimo il calcio. Ora dobbiamo pensare ad andare avanti e tentare di vincere qualcosa di importante anche per fare un omaggio alla sua memoria“. Le celebrazioni da parte del Napoli proseguiranno anche domenica sera, in occasione del match di Serie A con la Roma.
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