Così come a Salerno, anche la questura di Napoli intensifica la lotta alla prostituzione. Nella mattinata di ieri, su delega della Procura della Repubblica di Napoli, la polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale partenopeo, nei confronti di: Claudiu Stefan Gasparini, 33 anni; Elena Madalina Dumbraveanu, 26 anni; Giuseppe Guida, 55 anni; Raffaele Coletta, 60 anni.
Gli arrestati, insieme ad altri due soggetti destinatari della stessa misura e al momento irreperibili, sono accusati: di associazione per delinquere finalizzata a commettere reati di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, con l’aggravante della transnazionalità del reato; favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, con le aggravanti di aver commesso il fatto ai danni di più persone, con minaccia e della transnazionalità del reato.
Le attività investigative, coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli, IV sezione “Fasce deboli”, e condotte dalla squadra mobile, sezione criminalità straniera e prostituzione, sono state avviate a seguito del monitoraggio del fenomeno nell’area orientale di Napoli, consentendo di individuare i componenti della una banda criminale, che operava attraverso una netta suddivisione dei ruoli.
In particolare, Claudiu Stefan Gasparini e uno dei soggetti risultati irreperibili, capi e promotori dell’organizzazione, reclutavano in Romania le ragazze da far prostituire nelle zone vicine al Centro direzionale di Napoli.
Gestivano, controllavano e sfruttavano le ragazze, le quali rendevano loro conto dell’andamento dell’attività, venendo minacciate anche di morte quando non si rendevano immediatamente reperibili al telefono o non comunicavano i loro spostamenti. Gasparini si faceva consegnare i proventi dell’attività, in parte attraverso versamenti e vaglia diretti in Romania, tramite sistema “Western Union” o “Money Gram”.
Un’altra donna, anche lei al momento irreperibile, si occupava, d’intesa con i capi, di reperire alloggi per le ragazze, facendosi inoltre consegnare da queste ultime dei soldi per la “locazione” del “posto” dove le giovani si prostituivano. La donna, inoltre, si faceva inviare in Romania, sempre tramite il sistema “Western Union” o “Money Gram”, una parte dei proventi dell’attività delle ragazze, attraverso versamenti e vaglia diretti a parenti stretti della stessa.
Elena Madalina Dumbraveanu, oltre a prostituirsi, controllava e gestiva l’attività delle ragazze appena arrivate dalla Romania per conto dei capi, fornendo direttive sulle “tariffe” che dovevano richiedere per le prestazioni sessuali e in genere su come comportarsi con i “clienti”.
Infine, Giuseppe Guida e Raffaele Coletta svolgevano con quotidianità il ruolo di autisti e “factotum” delle prostitute, eseguendo le direttive che venivano fornite dalle due donne sopra citate. Prelevavano, con le loro autovetture, le ragazze dall’alloggio, portandole sui luoghi dove si prostituivano e riportandole la sera a casa.
Sempre Guida e Coletta, inoltre, si rendevano disponibili per qualsiasi necessità delle ragazze. Giuseppe Guida riceveva anche, sul proprio telefono cellulare, le foto dei documenti e i nominativi dei destinatari dei versamenti, tramite sistema “Western Union”, dei proventi dell’attività di prostituzione.
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