L’unità di crisi della Regione Campania comunica che sono pervenuti i seguenti dati nella giornata di oggi relativi ai test sul Coronavirus: ospedale Cotugno di Napoli: sono stati esaminati in totale 485 tamponi di cui 27 positivi; ospedale Ruggi di Salerno: sono stati esaminati 269 tamponi di cui 21 positivi; ospedale Sant’Anna di Caserta: sono stati esaminati 74 tamponi di cui 1 positivo; Asl Caserta presidi ospedalieri di Aversa e Marcianise: sono stati esaminati 165 tamponi di cui 18 positivi; ospedale Moscati di Avellino: sono stati esaminati in totale 226 tamponi di cui 12 positivi; Azienda Universitaria Federico II: sono stati esaminati 129 tamponi di cui 11 positivi; Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno: sono stati esaminati 588 tamponi di cui 34 positivi; ospedale San Pio di Benevento: sono stati esaminati 30 tamponi di cui 1 positivo; ospedale di Eboli: sono stati esaminati 188 tamponi di cui 9 positivi. Dai dati dell’unità di crisi i positivi di oggi sono: 151 su 2.297 tamponi effettuati. Totale complessivo positivi di oggi in Campania: 2.828, su 21.534 tamponi.
Per quanto riguarda le possibili cure per il Covid-19 esiste “una richiesta sempre crescente del farmaco e una forte tensione sulla catena distributiva, con difficoltà temporanee di approvvigionamento anche per alcune farmacie”. Di cosa parla la Sanofi nella news presente sul suo sito ufficiale è presto detto. Dell’idrossiclorochina, nome commerciale Plaquenil, l’anti-malarico usato nella terapia domiciliare per la cura del Covid-19.
Nell’esprimere “rammarico” per questa situazione, la casa farmaceutica afferma però che “ad oggi in Italia non sussiste un problema di carenza di idrossiclorochina e che abbiamo distribuito più del doppio dei normali quantitativi di prodotto”. Insomma, “pur nella situazione emergenziale legata a Covid-19, siamo in prima linea – afferma la Sanofi – per assicurare la continuità terapeutica ai pazienti affetti da artrite reumatoide e Les (lupus eritematoso sistemico) per cui questo farmaco è indicato”.
E dopo aver confermato che “siamo in costante contatto con Aifa per trovare soluzioni che possano garantire appropriatezza prescrittiva del farmaco e regolarità nella dispensazione del prodotto”, la Sanofi conclude che gestirà “con la massima tempestività tutte le richieste di continuità terapeutica, anche rinforzando i canali di comunicazione diretta e tempestiva con distributori e farmacisti per assicurare la disponibilità in tutte le farmacie italiane”.
Il sunto del documento della Sanofi è che il Plaquenil manca e, anche se il colosso farmaceutico francese cerca di spostare l’attenzione sulla giusta importanza che questo farmaco ha per le persone affette di artrite reumatoide, manca per quella corsa all’accaparramento di cui ha parlato in maniera chiara il dottor Francesco Palagiano, nell’intervista rilasciata a Il Crivello e favorita dal basso costo del prodotto, poco più di 6 euro. “Molti vorrebbero procurarselo in anticipo, anche se non hanno contratto” il Covid-19, ha affermato il farmacista.
Però, quando la Sanofi parla, in una nota a margine del comunicato, che per la cura al Covid-19 il Plaquenil “dovrà essere dispensato dalle farmacie ospedaliere”, quindi a chi è ricoverato, dà un’informazione incompleta. Perché, nella Gazzetta ufficiale 17 marzo 2020, citata dalla stessa casa farmaceutica, è espressamente riportato la decisione assunta dalla Commissione tecnico-scientifica dell’Aifa nelle riunioni dell’11, 12, 13 marzo 2020: “La Cts esprime parere favorevole alla concessione dei farmaci clorochina e idrossiclorochina – Lopinavir/ritonavir, da soli o in combinazione a carico del Ssn per il trattamento anche in regime domiciliare”.
È il caos che regna sovrano, frutto dello stato emergenziale, in cui bisogna prendere decisioni veloci, spesso sostenute da studi che si evolvono in corso d’opera, tanto che Roberto Burioni dalle pagine del Fatto quotidiano ha affermato che “i dati di laboratorio sull’efficacia del Plaquenil sono un punto di partenza e non un punto di arrivo”.