Ennesima doccia fredda per l’ex sindaco di Orta di Atella Andrea Villano: secondo la Corte d’Appello di Napoli l’ex primo cittadino ortese, la cui amministrazione venne sciolta nel novembre del 2019 per infiltrazioni camorristiche, resta incandidabile. La notizia arriva come un fulmine a ciel sereno nella vita politica e privata dell’ex sindaco. Il ricorso in Appello che lo stesso Villano aveva presentato in merito alla sua incandidabilità, per la durata di un turno elettorale, sancita precedentemente dal Tribunale di Napoli Nord, è stato rigettato dalla stessa Corte partenopea, che ha anzi rincarato la dose sancendo un provvedimento ancora più duro e pesante di quello adottato dai giudici aversani in primo grado. I magistrati napoletani hanno invece accolto la richiesta avanzata dal ministero dell’Interno, che chiedeva una modifica sostanziale della sentenza: l’incandidabilità dell’ex amministratore ortese è stata così prorogata per due turni elettorali. Ciò vuol dire che Villano, da qui ai prossimi dieci anni, non potrà più partecipare come candidato ad alcuna competizione elettorale, sia essa comunale, regionale o nazionale. Al danno, dunque, si aggiunge anche la beffa per l’ex sindaco.
All’interno della sentenza che ha portato i giudici della Corte d’Appello di Napoli a prendere tale provvedimento viene ripreso il decreto di scioglimento dell’amministrazione ortese approvato dal Consiglio dei ministri su indicazione del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Nel documento viene fatto anche riferimento al report redatto dalla commissione d’accesso secondo il quale diversi amministratori della maggioranza che sosteneva Villano avrebbero avuto frequentazioni con soggetti legati ad ambienti poco raccomandabili. Sotto la lente dei giudici partenopei sarebbe finito, ancora una volta, il fatidico Piano urbanistico comunale (Puc) annullato la scorsa estate dalle commissarie prefettizie che reggono attualmente le sorti del Comune atellano. La precedente amministrazione è altresì rimproverata di aver avuto un atteggiamento omissivo sul Puc, in quanto non avrebbe agito in autotutela, il che potrebbe essere stato il sintomo di possibili condizionamenti esterni. Secondo i giudici, quindi, l’amministrazione uscente non avrebbe mai reciso del tutto i propri legami con quella guidata in passato dall’allora sindaco Angelo Brancaccio, condannato a 4 anni e 8 mesi per associazione camorristica, ponendosi quindi in continuità con le vecchie logiche che hanno condizionato e determinato la vita politica di Orta di Atella.

L’ex sindaco Andrea Villano, dal canto suo, ribadisce di non avere alcun legame con il passato ortese e che il suo operato si è sempre contraddistinto nel rispetto della legalità e della trasparenza dei provvedimenti e degli atti adottati nel corso della sua consiliatura. “La decisione presa dalla Corte d’Appello di Napoli arriva inaspettatamente, mentre eravamo impegnati in tutte le sedi legali a difendere l’operato della nostra amministrazione”, esordisce con tono amareggiato e incredulo l’ex primo cittadino ortese, che prosegue: “La sentenza è chiaramente ingiusta e lascia tutti perplessi, anche perché ci aspettavamo un intervento dell’Avvocatura dello Stato, che non si è verificato. Nonostante non condivida nulla delle motivazioni rispetto a quanto sancito dalla sentenza sulla mia doppia incandidabilità accetto la decisione dei giudici”. Villano ci tiene poi a fare un passaggio importante proprio sul Puc, già oggetto dell’ordinanza di scioglimento: “È altrettanto evidente che la nostra amministrazione non ha mai avuto responsabilità dirette circa l’omissione contestata, in quanto il piano urbanistico risale al 2014. Lo dimostrano le nostre azioni amministrative a tal riguardo, così come il coinvolgimento della facoltà di Architettura dell’Università Luigi Vanvitelli, a cui erano stati affidati gli studi di pianificazione e di fattibilità del piano. Non abbiamo nulla da nascondere”.
L’ex sindaco è dunque convinto che l’operato della sua amministrazione sia stato corretto e legittimo. A tal proposito, onde evitare di creare possibili fraintendimenti o quantomeno facili confusioni, bisogna specificare che il provvedimento di incandidabilità rientra nell’ambito del processo civile, la cui sentenza è giunta solamente al secondo grado di giudizio. La sentenza sul procedimento amministrativo inerente allo scioglimento del consiglio comunale, dopo un anno e tre mesi dalla presentazione del ricorso dinanzi ai giudici del Tribunale amministrativo regionale del Lazio, è invece ferma in primo grado in attesa di quale sarà il suo verdetto. “I tempi della giustizia amministrativa solo lunghissimi e creano un profondo senso di scoramento istituzionale – prosegue Villano – e in tutta onestà, per quel che concerne la mia incandidabilità, benchè potrei, sto valutando di non proseguire in questa battaglia inutile. I tempi di un eventuale ricorso in Cassazione sarebbero troppo lunghi e pertanto preferisco astenermi dal presentarlo. In ogni caso valuterò che fare assieme ai miei avvocati”.

Villano volge uno sguardo al suo presente, senza dimenticare il passato: “Sono stati due anni di indicibili sofferenze per me e per la mia famiglia. Proseguirò nel mio lavoro e continuerò dedicarmi ai miei cari, come ho sempre fatto. Tuttavia questo non vuol dire che abbandonerò la politica ortese, perché è parte del mio sangue e della mia storia. Lasciare soli gli ortesi in un momento storico così difficile sarebbe da vigliacchi. I cittadini onesti e perbene sanno su chi possono contare e chi no, e io sono al loro fianco. Chi ha gettato fango su Orta di Atella in questi anni non ha più scuse e dovrà rispondere del degrado in cui è precipitata la nostra amata città”. Per quel che riguarda invece il suo futuro nell’agone della politica atellana l’ex sindaco conclude: “Se il discorso elettivo è temporaneamente ipotecato, non si può dire lo stesso per il mio impegno attivo nella politica. Forse è prematuro adesso parlare di elezioni, ma avrò modo e occasione di dire la mia. Auspico che la maggioranza che mi ha sostenuto abbia la forza, il coraggio e la capacità di rinnovarsi, proseguendo sulla strada tracciata fino a oggi in un percorso politico unitario e coerente. Bisogna mettere da parte gli egoismi, i vecchi rancori, l’astio, le rivalità personali e politiche per il bene esclusivo della nostra comunità”.
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