In seguito alle indagini condotte dal nucleo operativo della guardia di finanza di Aversa su di un importante esercizio commerciale situato a Orta di Atella, controlli che hanno permesso di far emergere alcune gravi incongruenze tra le attività dichiarate sulla carta e quelle realmente attuate all’interno dello stabile, l’ufficio tecnico del Suap in capo alla figura della responsabile Maria Luisa Staiano, ha disposto la chiusura ad horas, cioè in tempi immediati, della suddetta attività commerciale.
Le ispezioni condotte dai Baschi verdi all’interno di un’attività dedita alla vendita all’ingrosso di calzature e accessori situata al piano terra di un edificio situato in via Bugnano, nella frazione di Casapozzano, hanno consentito ai finanzieri di scoprire la presenza di un vero e proprio opificio all’interno del quale lavoravano tredici persone. Le verifiche sulla documentazione in possesso del legale rappresentante della società hanno fatto emergere diverse irregolarità. In particolare, presso gli stessi uffici dello sportello per le attività produttive del Comune di Orta di Atella non risultava mai essere stato depositato il certificato, previa segnalazione, di inizio dell’attività di commercio in merito alla vendita all’ingrosso. Inoltre, sempre presso gli uffici comunali, non era mai stata consegnata la Scia, ovvero la segnalazione certificata di inizio dell’attività produttiva inerente all’opificio.
La legale rappresentante della società in questione, nonostante avesse presentato in Regione la domanda di autorizzazione generale per l’avvio dell’attività di calzaturificio, non avrebbe tuttavia consegnato presso gli stessi uffici regionali le integrazioni richieste all’atto della presentazione dell’istanza; ragion per cui, scaduto il termine di dieci giorni, la stessa domana è risultata archiviata, quindi non più valida. L’assenza di tali autorizzazioni, indispensabili per avviare le attività produttive e commerciali in questione, non avrebbe impedito alla proprietaria dell’azienda di operare ugualmente nel settore calzaturiero, commettendo le irregolarità contestate dalla guardia di finanza e dagli uffici tecnici del Comune. La stessa potrà tuttavia impugnare l’ordinanza di chiusura presentando ricorso al Tribunale amministrativo regionale della Campania oppure al Consiglio di Stato entro i termini stabiliti dalla legge. Si tratta del terzo intervento, effettuato sul territorio ortese nell’arco delle ultime settimane, volto al ripristino della legalità sul territorio nonché a garantire la concorrenza leale all’interno dei settori commerciali e produttivi.
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