Quella odierna è una giornata di compleanni illustri per il mondo del cinema. Infatti, se a livello internazionale gli appassionati celebrano giustamente i 90 anni di un gigante assoluto della nona arte come Clint Eastwood, non va dimenticato anche il compleanno di colui che è in questo periodo, con ogni probabilità, il regista italiano più apprezzato dell’attuale panorama italiano (soprattutto all’estero), cioè Paolo Sorrentino, che festeggia proprio oggi il suo mezzo secolo di vita. E il compimento dei 50 anni rappresenta anche per il cineasta napoletano una scadenza significativa, oltre che un momento per tirare le somme di una prima parte di vita e di carriera di notevole intensità, culminata con l’Oscar per il miglior film straniero a La grande bellezza, prima di rituffarsi nei nuovi progetti che sono già dietro l’angolo.
Sorrentino ha celebrato in questi giorni il suo cinquantesimo compleanno regalandosi lo sfizio di dirigere un numero speciale del magazine Vanity Fair, quello attualmente in edicola, pieno zeppo di “chicche” che rimandano in modo diretto ed esplicito all’estetica del regista partenopeo e alla sua idea di cinema e di arte, fin dalla patinatissima copertina. Ieri sera, poi, è stato protagonista di una lunga intervista andata in onda su Sky Tg24 e ancora disponibile On Demand per chi volesse recuperarla. Registrato prima dell’inizio dell’emergenza sanitaria da Covid-19 ma ancora inedito, il colloquio è inserito nel ciclo Vite – L’arte del possibile, curato e realizzato direttamente dal direttore della testata all news di Sky, Giuseppe De Bellis, che in questa rubrica racconta di volta in volta grandi italiani che si sono distinti nel proprio campo, fino a diventare noti in tutto il mondo.
Sono tanti gli spunti interessanti emersi dall’intervista di De Bellis. “Il mio prossimo obiettivo potrebbe essere tornare a raccontare Napoli“, confessa a un certo punto Sorrentino, rispondendo a una domanda su quale sia il prossimo aspetto dell’Italia che potrebbe mostrare in un suo nuovo film. “Per molti anni, quando sono venuto a Roma, il rapporto con Napoli – spiega ancora il regista – era abbastanza di disinteresse. Negli ultimi tempi invece, mi è venuta una gran voglia di tornarci e di andare a rivederla. Penso che alla fine si faccia proprio un cerchio nella vita, un giro: si parte da un posto e ci si può tornare, si vuole tornare. Perché non ci si libera per nessun motivo al mondo dall’origine, dalle radici. Finora, ho sempre fatto film che non mi riguardano direttamente e mi piacerebbe iniziare a far film che mi riguardano da vicino, che riguardano me, un po’ di cose mie“. A partire, magari, proprio dal rapporto con la sua città natale, vissuta negli anni della giovinezza.
Nel futuro prossimo di Sorrentino, dunque, non dovrebbe esserci un nuovo film sul potere, certamente uno tra i temi centrali nella poetica del regista, sviscerato in opere cinematografiche come Il Divo, ma anche nelle due notevoli serie tv The Young Pope e The New Pope, realizzate proprio per Sky e dedicate al papa e al Vaticano, raccontati però con sguardo iconoclasta e approccio squisitamente pop. “Il potere non lo conosco. Il mio mestiere – spiega l’autore de L’uomo in più – è sprovvisto di potere, è qualcosa di accessorio, di decorativo. Non faccio parte del potere. Siccome è qualcosa di misterioso per me desta una grande curiosità. Come il Vaticano, uno Stato in una città, recintato da mura, inaccessibile a tutti, come tutte le cose inaccessibili crea curiosità. La mia fascinazione per il potere è data dal fatto che non lo conosco. Mi illudo di conoscerlo. Ma ormai ho smesso di fare film sul potere, ne ho fatti fin troppi“.
L’intervista integrale di Giuseppe De Bellis a Paolo Sorrentino (così come le altre della rubrica Vite – L’arte del possibile) è disponibile anche sul sito internet SkyTg24.it, all’interno di una sezione dedicata, nella quale i vari video sono accompagnati anche dai testi con le trascrizioni complete.
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