Il sottosuolo di Pompei è uno scrigno che continua a rivelare tesori, elementi nuovi sulla storia urbanistica e sociale della città antica. La scoperta è avvenuta nell’ambito del progetto di ricerca e relativa campagna di scavi presso le Terme Stabiane affidati dal Parco archeologico di Pompei alla Freie Universität Berlin, con la collaborazione dell’Università di Napoli L’Orientale.
Il pavimento mosaicato è stato dunque individuato nell’area delle tabernae, al di sotto del livello pavimentale rivenuto dopo l’eruzione a circa mezzo metro di profondità. Il pavimento era a mosaico bianco bordato da una fascia nera con un emblema centrale, policromo. L’emblema infatti presenta un motivo geometrico a cubi prospettici, realizzati con tessere nere, bianche e verdi, bordato da una doppia fascia rossa e nera. Il motivo decorativo è ben noto per le pavimentazioni in opus sectile della cella del tempio di Apollo, del tablino della casa del Fauno o di un’esedra della casa di Trittolemo, casi in cui il motivo è esteso su quasi tutta la superficie pavimentale. Nella casa delle terme stabiane, invece, il motivo è realizzato solo nel piccolo riquadro centrale, a mosaico, come avviene in altri contesti, sempre in sectile, romani, tipo la casa dei Grifi sul Palatino. Le indagini, erano state avviate per di chiarire alcuni aspetti relativi alle fasi cronologiche e all’organizzazione planimetrica del settore della palestra delle terme, ma anche per completare lo studio della planimetria della casa preesistente.
“Dallo studio sulle precedenti fasi edilizie del grande complesso delle Terme Stabiane, posto sulla via centrale di Pompei, via dell’Abbondanza, è affiorato il pavimento a mosaico del salone di un’abitazione più antica, cancellata per far spazio ad una parte delle terme e a botteghe, dopo il terremoto del 62 d.C. – è quanto si legge in un twitter.Il pavimento mosaicato è stato individuato nell’area delle tabernae, al di sotto del livello pavimentale rivenuto dopo l’eruzione a circa mezzo metro di profondità. La scoperta, si legge , è avvenuta nell’ambito del progetto di ricerca e relativa campagna di scavi presso le Terme Stabiane affidati dal Parco archeologico di Pompei alla Freie Universität Berlin con la collaborazione dell’Università di Napoli L’Orientale.
“E’ una prova di quanto c’è ancora da scoprire nella parte già scavata di Pompei – spiega il direttore Gabriel Zuchtriegel – Le terme Stabiane furono scavate negli anni ’50 dell’800, ma solo adesso viene alla luce tutta la complessa storia dell’isolato nei secoli prima dell’ultima fase di vita della città. Grazie alle nuove ricerche dell’università di Berlino e dell’Orientale di Napoli, oggi si può cominciare a riscrivere la storia dell’isolato, inserendone un ulteriore capitolo, quello di una sontuosa domus con mosaici eccezionali e ambienti spaziosi, che occupava la parte occidentale dell’area delle terme fino a pochi decenni prima dell’eruzione nel 79 d.C.”.
Questo sito Web utilizza i cookie. Continuando a utilizzare questo sito Web, acconsenti all'utilizzo dei cookie. Visita la nostra Privacy Policy. Accetto