Rapinano una farmacia, ma il video li incastra. Grazie all’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, i carabinieri della sezione operativa della Compagnia di Casoria hanno eseguito un ordine di arresto nei confronti di tre persone. Giovane l’età dei tre, rispettivamente di 25, 21 e 20 anni, residenti a Casoria e Napoli. Nei loro confronti sono emersi gravi indizi per rapina aggravata.
Due degli arrestati sono accusati di aver commesso una rapina ai danni di una farmacia a Casoria. Impugnando un coltello, i malviventi si sono fatti consegnare l’incasso e hanno anche tentato, non riuscendoci, di portare via il dispositivo di roller cash, l’apparecchiatura di sicurezza per la protezione e la gestione delle banconote di cassa. Usciti dalla farmacia, gli autori della rapina si sono allontanati a bordo di uno scooter guidato dal terzo complice. Durante le indagini, i militari dell’Arma hanno avuto l’ausilio dei sistemi di videosorveglianza e dei successivi rilievi svolti dai Carabinieri del Ris di Roma.
I numerosi indizi raccolti a carico degli indagati hanno consentito il loro fermo, ordinato dalla Procura del tribunale aversano. Inoltre, presso l’abitazione degli indagati, sono stati sequestrati alcuni capi di abbigliamento e lo scooter che si ritengono essere utilizzati nel corso della rapina.
Prosegue, quindi, senza sosta l’attività di contrasto alla criminalità dei carabinieri. Solo pochi giorni fa otto persone sono finite in manette per i reati di estorsione e tentata estorsione continuata, aggravati dall’aver agito con metodo mafioso. Gli otto, tra cui un minorenne, hanno minacciato alcuni commercianti di Aversa, Lusciano e Parete.
L’indagine, condotta dal Nucleo Investigativo del Gruppo carabinieri di Aversa tramite intercettazioni telefoniche ed ambientali, oltre a servizi di controllo e pedinamento, ha permesso di individuare e documentare le condotte del gruppo criminale e quindi di procedere agli arresti. I tentativi di estorsione ai danni di esercizi commerciali erano rivolti soprattutto a ristoranti e imprese di trasporti. Inoltre, gli arrestati non avevano esitazioni ad ammettere che il denaro estorto serviva a sostenere le famiglie dei detenuti ed erogare lo stipendio agli affiliati.
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