La decisione presa in queste ore da parte del Tribunale amministrativo regionale della Campania di bocciare l’ordinanza con la quale il governatore campano Vincenzo De Luca aveva stabilito, nella tarda serata di venerdì, di chiudere le scuole fino al prossimo 29 gennaio è arrivata come una doccia gelata. A impugnare l’ordinanza di De Luca sarebbero stati addirittura la Presidenza del Consiglio dei Ministri nonché il ministero della Salute e quello dell’Istruzione i quali avevano fatto ricorso all’Avvocatura dello Stato. Il braccio di ferro dunque sull’apertura o meno delle scuole prevista per il 10 gennaio tra il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e il ministro della salute Roberto Speranza contro il presidente campano si conclude quindi con una sonora sconfitta di quest’ultimo: le scuole di ogni ordine e grado, salvo decisioni prese in extremis dai sindaci e dai dirigenti scolastici per ovviare alle problematiche relative all’emergenza pandemica, riapriranno regolarmente in Campania a partire da martedì 11 gennaio, cioè da domani.
La risposta di Vincenzo De Luca di fronte a questa decisione non si è fatta attendere. Per il presidente campano, infatti, il Governo centrale starebbe commettendo un grosso errore di valutazione in merito al rischio pandemico, sottovalutando la grave situazione che si sta delineando in questa nuova fase emergenziale della pandemia. Secondo De Luca si starebbe giocando una pericolosa e inspiegabile partita politico-ideologica sulla pelle dei bambini i quali verrebbero considerati dall’Esecutivo come delle “cavie” sacrificabili in un contesto estremamente delicato. “Siamo in una situazione drammatica in Campania che solo il Governo non vede – ha affermato il presidente campano in un’intervista rilasciata su Repubblica – L’Esecutivo non ha riunito il Comitato tecnico scientifico come richiesto dalle Regioni per avere una base oggettiva e autorevole su cui fondare le sue decisioni. Si tratta di una decisione scandalosa. La nostra ordinanza, invece, nasceva dalle valutazioni dell’unità di crisi della protezione civile regionale dopo aver ascoltato il parere dei dirigenti sanitari in merito all’attuale situazione epidemiologica”.