Il comando provinciale di Napoli continua nelle sue operazioni disposte alla lotta e al contrasto dei reati di natura ambientale, che non cessano di martoriare sempre più di frequente il nostro territorio. I reati di natura ambientale catturano particolarmente l’attenzione delle forze dell’ordine, che con la presenza dei reparti della forestale su tutta la superficie campana svolgono importanti funzioni di salvaguardia e di prevenzione. L’episodio di oggi arriva da Quarto, Comune situato a nord-ovest di Napoli, nell’entroterra flegreo, precisamente da un’officina meccanica.
L’operazione è stata portata a termine dopo un’azione congiunta dei militari della locale tenenza di Quarto e della stazione dei carabinieri forestali di Pozzuoli. Le forze dell’ordine, durante il servizio di controllo, hanno riscontrato la presenza di numerosi rifiuti speciali pericolosi stoccati in un’officina meccanica sita in via Libero Bovio. Il titolare dell’officina, un 47enne del posto, è stato denunciato per gestione illecita di rifiuti speciali.
All’interno della struttura, che si componeva di circa 300 metri quadri, sono stati rinvenuti dai carabinieri degli imballaggi che contenevano residui di sostanze pericolose. I rifiuti erano di vari tipi: sono stati trovati oli esausti, pastiglie di freni, batterie, bombolette spray, parti di motore e di auto. Tutte queste sostanze erano gestite e conservate nell’officina senza nessun tipo di autorizzazione che attestasse la correttezza dello stoccaggio o delle successive operazioni di smaltimento. L’area dell’officina è stata interamente sequestrata e il titolare è stato denunciato alle autorità.
Le operazioni delle forze dell’ordine si concentrano in modo particolare sui reati di natura ambientale, osservando i continui protocolli e le procedure da attuare in casi del genere. Le officine diventano spesso luoghi per la perpetrazione di reati simili, producendo molti rifiuti pericolosi come oli esausti o batterie. Questa di Quarto non è certamente la prima officina controllata e sequestrata, come dimostrano le operazioni in un’officina di Terzigno e quelle relative allo stoccaggio e smaltimento illecito di sostanze speciali da parte di un’officina meccanica di Marano.
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