Tumore al seno, la neoplasia più diffusa in Italia e che conta ancora 55mila nuove diagnosi l’anno, inizia oggi a fare meno paura. Una nuova, inedita e “rivoluzionaria chemioterapia intelligente”, cambierà radicalmente la storia del trattamento del carcinoma mammario a bassa espressione del recettore HER2, uno delle tipologie di tumore al seno più diffuso in assoluto.
A spiegarlo, nel corso di una conferenza stampa svoltasi durante il recente congresso della Società americana di oncologia clinica (ASCO), è stato Giuseppe Curigliano, professore di Oncologia medica all’Università di Milano e direttore Divisione sviluppo nuovi farmaci e terapie innovative all’Istituto europeo di oncologia (Ieo).
“Si tratta, ha spiegato l’esperto, dello studio basato sull’anticorpo coniugato trastuzumab-deruxtecan e di una “nuova terapia che rivoluzionerà il trattamento per migliaia di pazienti con tumore al seno avanzato”. Secondo Curigliano di questo trattamento “possono giovarsene decine di migliaia di pazienti con tumore al seno con bassa espressione della proteina Her2 (Her2-low), ma anche le pazienti con cancro al seno di tipo triplo negativo, particolarmente difficile da trattare, sempre con basso livello della proteina Her2”. Adesso, ha proseguito il professore, “sarà molto importante diffondere queste informazioni per fare in modo che le tante pazienti che ne hanno l’indicazione possano accedere alla terapia, per ora nell’ambito delle sperimentazioni presenti dal momento che il farmaco non ha ancora ricevuto l’approvazione delle agenzie regolatorie”.
“L’anticorpo coniugato – conclude lo scienziato – rappresenta una nuova frontiera terapeutica e agisce come una sorta di cavalo di Troia: l’anticorpo è infatti legato, ‘coniugato’ appunto, al farmaco chemioterapico e, una volta nell’organismo, lo porta direttamente dentro la cellula tumorale. Da qui la definizione di chemioterapia intelligente, poiché il chemioterapico viene somministrato in modo mirato nella cellula tumorale”.