Nella giornata di venerdì 24 febbraio, a partire dalle ore 17:00, presso la Sala del Consiglio del Dipartimento di Ingegneria dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli, la cui sede è situata in via Roma n. 29 ad Aversa, si svolgerà il primo appuntamento del ciclo di incontri “A imperitura memoria. L’odonomastica aversana”. Il programma si compone di una serie di iniziative incentrate sulla commemorazione di cittadini aversani che hanno donato lustro, orgoglio e onore alla storia locale, e ai quali sono state intitolate, negli anni, piazze e strade della città di Aversa, in provincia di Caserta. L’incontro è organizzato dalla Pro Loco di Aversa, associazione da sempre impegnata nella promozione di eventi e di importanti iniziative culturali nella città normanna, e trova l’importante patrocinio dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Caserta.
Il primo evento in programma sarà dedicato alla figura del dott. Vito Di Iasi, al quale è stata intitolata l’omonima via, oggi una delle più trafficate arterie stradali della città, nonché importante asse viario che collega la Via Appia con il frequentatissimo ed elegante centro cittadino. Di Iasi era un noto e rispettato medico aversano il quale venne assassinato giovanissimo, all’età di soli 29 anni, in circostanze drammatiche da un proprio assistito mentre esercitava con l’amore e la dedizione di sempre la sua professione. Il tragico evento di cronaca, che sconvolse l’intera città di Aversa generando un’ondata di commozione e di cordoglio senza precedenti, si consumò nel settembre del 1958. Il povero Di Iasi venne infatti ridotto in fin di vita da Gennaro Nubi, un venticinquenne aversano suo paziente.

Ma quale fu la “colpa” del giovane medico per meritare una fine così tragica e violenta? Ebbene, la sua unica “colpa” fu quella di non aver voluto rilasciare al suo assistito, nonostante le insistenze di questi, un certificato di malattia che lo avrebbe esentato dal lavoro per un lungo periodo. Una richiesta, tra l’altro, del tutto immotivata e priva di legittimità, dato che lo stesso paziente versava in condizioni di salute ottimali. Al diniego del medico di fronte al reiteramento dell’ennesima e ingiustificata richiesta, il reo lo aspettò sotto casa, deciso a vendicarsi. Fu così che nella tarda mattinata del 23 settembre del 1958 l’assassino raggiunse il dott. Di Iasi nella centralissima piazza Vittorio Emanuele ad Aversa, a pochi passi dall’abitazione della vittima. Dopo uno scambio di battute tra i due, il medico provò inutilmente a congedarsi in quanto avrebbe dovuto concludere il suo giro di visite mattutino, ma Nubi, con fare minaccioso, estrasse inaspettatamente dalla giacca una pistola modello Beretta calibro 7,65 mm. puntandogliela contro. Con un’azione lucidamente intenzionale e chiaramente premeditata l’aggressore aprì il fuoco contro il malcapitato, ferendolo gravemente al ventre e alla coscia con ben tre colpi di arma da fuoco sparati a bruciapelo, con la chiara intenzione di ucciderlo.
Dopo aver compiuto l’efferato crimine, Nubi si diede immediatamente alla fuga ma venne successivamente intercettato dagli agenti di polizia che nel frattempo si erano messi sulle sue tracce. Ne scaturì una rocambolesca caccia all’uomo che culminò con un pericoloso conflitto a fuoco e con l’arresto dell’assassino, che finiva finalmente in manette. Il killer aveva infatti tentato di nascondersi in una masseria tra le campagne delle vicine Cesa e Sant’Antimo sperando di farla franca, senza tuttavia riuscire a portare a compimento e impunemente suo piano criminale. Di Iasi invece, ferito gravemente, venne ricoverato d’urgenza presso l’Ospedale Antonio Cardarelli di Napoli. A nulla valsero i disperati tentativi dei suoi colleghi medici di salvargli la vita, e dopo una complicatissima operazione per l’epoca e una settimana in prognosi riservata, il giovane medico aversano perse la vita, esalando l’ultimo respiro. Appresa la notizia della sua tragica scomparsa, l’allora sindaco di Aversa, il prof. Domenico Pirozzi, cognato della vittima, proclamò il lutto cittadino. I funerali del dott. Di Iasi vennero celebrati nella mattinata del 7 ottobre del 1958 nella Cattedrale dell’Annunziata ad Aversa dal Mons. Teutonico, Vescovo della diocesi aversana: il feretro del compianto venne trasportato in spalla, lungo le principali strade della città normanna, dai colleghi medici dell’Ospedale Civile San Giuseppe Moscati di Aversa, vestiti di lutto e di dolore, come testimoniato dalle emozionanti e commoventi foto dell’epoca.

Il drammatico fatto di sangue, che stroncò violentemente la vita del giovane e brillante medico aversano, il quale di lì a qualche mese avrebbe dovuto anche “convolare a nozze” con una giovane donna napoletana, scatenò una vibrata protesta e un forte sentimento di indignazione tra gli ordini professionali, spingendo le Federazioni dei Medici del tempo a mobilitarsi per denunciare la tragica sorte accorsa al povero e incolpevole collega. Così, nel giorno stesso dei funerali di Di Iasi, i medici di Terra di Lavoro incrociarono le braccia e posarono i camici per ben 12 ore, non solo in segno di solidarietà e di cordoglio nei confronti del collega e della sua famiglia, ma anche per chiedere al Governo di allora l’introduzione e il riconoscimento di maggiori tutele nello svolgimento della professione medica.
Mai prima di tale avvenimento ci fu protesta più sentita e partecipata da parte dei medici campani. Fu così che su proposta del senatore e medico partenopeo Vincenzo Monaldi, nominato Ministro della Sanità pochi mesi prima dell’efferato delitto, il medico e “martire” aversano venne insignito, per il suo sacrificio, della Medaglia d’Oro al Valore Civile per la Sanità Pubblica, importante e prestigioso riconoscimento che venne conferito alla famiglia della vittima dall’allora Presidente della Camera Giovanni Leone. Il giovane dott. Di Iasi venne così ricordato per la generosità, la bontà d’animo, la rettitudine e lo spirito di servizio e abnegazione con cui svolse sempre e amorevolmente la sua vocazione di medico. Perché “Gli eroi sono tutti giovani e belli“, citando una storica e famosa canzone di Francesco Guccini.

Al convegno in programma questo venerdì prenderanno parte il prof. Alessandro Mandolini, il quale porgerà i propri saluti in qualità di Direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli; l’avv. Rosanna Santagata, in qualità di presidente della Pro Loco di Aversa; il dott. Pasquale Liguori, vicepresidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Caserta; e la dott.ssa Rosaria Capasso, coordinatrice delle AFT – Aggregazioni Funzionali Territoriali di Aversa Nord. A moderare l’incontro ci sarà il giornalista Giuseppe Cerreto, già collaboratore de Il Crivello. All’evento parteciperanno anche i familiari e i parenti del compianto dott. Vito Di Iasi ai quali, per la solenne cerimonia, verranno consegnati un omaggio floreale e una targa commemorativa su iniziativa della Pro Loco di Aversa.

Si ringrazia la Famiglia Di Iasi per aver concesso gentilmente i documenti ufficiali e il materiale storico e fotografico d’archivio ai fini di ricostruire, in maniera dettagliata, gli avvenimenti dell’epoca e di ricordare, con immutata stima, affetto e cordoglio, l’insigne figura del dott. Vito Di Iasi. Aversa ricorda e commemora i suoi eroi.
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