Sono in corso in tutto il mondo decine di sperimentazioni per trovare vaccini e cure che siano efficaci per debellare l’epidemia da Covid-19 che sta mettendo in ginocchio i sistemi sanitari e le economie di tutti i Paesi. Notizie positive nella lotta al virus arrivano dall’ospedale Cotugno di Napoli, già all’avanguardia nella sperimentazione della cura alle polmoniti interstiziali con il farmaco tocilizumab: la famosa “cura Ascierto”. Presso il nosocomio napoletano è partita anche la sperimentazione riguardante il plasma iperimmune, prelevato dai pazienti guariti dal Covid, che rappresenterebbe una nuova speranza per la cura della fase acuta della malattia. Ben presto, inoltre, ci saranno importanti novità anche sulla sperimentazione dei vaccini.
I primi esperimenti i tal senso sono partiti negli Stati Uniti e in Cina dove sono già iniziati i test per verificarne l’efficacia sugli esseri umani. In Italia la prima a sperimentare un potenziale vaccino è stata l’industria farmaceutica Advent-Irbm di Pomezia in collaborazione con l’Università di Oxdord. Altra sperimentazione vaccinale è in corso presso l’Istituto Spallanzani di Roma, in collaborazione con l’azienda farmaceutica Takis di Castel Romano. Entrambe le sperimentazioni lasciano ben sperare, anche se secondo i ricercatori bisognerà essere cauti prima di dimostrare l’efficacia delle cure, che in ogni caso non saranno disponibili in tempi brevi.
E i tempi in questo caso sono un fattore fondamentale. Stando infatti alle ricerche e agli studi pubblicati negli ultimi giorni dai centri di ricerca delle case farmaceutiche solo entro la fine dell’anno si dovrebbe raggiungere a una formula efficace per la realizzazione dei vaccini. Bisogna inoltre considerare che anche la distribuzione avverrà nell’arco di diversi mesi e che raggiungerà la popolazione entro la primavera o l’estate del 2021. I primi a ricevere il vaccino saranno gli operatori medico-sanitari seguiti dalle forze dell’ordine e dai funzionari pubblici. Dopo si provvederà alla vaccinazione delle fasce più deboli della società e quelle considerate più a rischio, come gli anziani, gli immunodepressi e i soggetti affetti da patologie pregresse. Solo alla fine dei cicli, con l’aumento della disponibilità dei vaccini e dell’immunità delle categorie più a rischio, di procederà alla vaccinazione della popolazione.
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