Primo caso di vaiolo delle scimmie in provincia di Caserta. Si tratta di un italiano che lavora nella base Us Navy di Gricignano d’Aversa. L’uomo, nelle scorse settimane avrebbe effettuato un viaggio in Africa e al ritorno a lavoro, a distanza di pochi giorni, avrebbe manifestato lievi sintomi. La positività è stata poi accertata dall’ospedale Cotugno di Napoli.
Da informazioni che l’Asl di Caserta ha ricevuto dal responsabile medico della base Us Navy, è emerso che il paziente sta migliorando ed è in isolamento presso il presidio sanitario della base statunitense.
Il vaiolo delle scimmie è stato da poco dichiarato dall’Oms emergenza sanitaria internazionale. Si tratta di una malattia simile a quella umana, contro la quale da molti anni esiste un vaccino (che l’ha praticamente debellata). Il nostro Paese ha scorte di quel medicinale, che potrebbe essere efficace anche contro il monkeypox. Però quel vaccino è di vecchia generazione, lascia la cicatrice e ha effetti collaterali. Per questo si attendono i nuovi prodotti.
L’Italia rimane fra i primi 10 Paesi per numero di contagi, con circa 400 casi. Sono dati impressionanti. A fare il punto è Andrea Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del policlinico San Martino di Genova, che sottolinea all’Adnkronos Salute: “Nessuno vuole fare allarmismo, ma occhio a sottovalutare il problema. Sarebbe il caso di partire ora con un’importante campagna vaccinale, indirizzata a giovani maschi, altrimenti a settembre rischiamo di avere decine di migliaia di casi diagnosticati e altrettanti sotto traccia“. Inoltre l’esperto aggiunge “I dati epidemiologici dicono che i casi riguardano prioritariamente una popolazione abbastanza ristretta: maschi, tra i 20 e i 40 anni, che si sono contagiati preferenzialmente per via sessuale o per contatto diretto. È urgente raccomandare la vaccinazione e altri provvedimenti preventivi a queste persone“.
“Numeri impressionanti – ribatte Bassetti – anche perché questa malattia non colpisce tutta la popolazione, ma una fascia molto ristretta: giovani, prettamente maschi, che si contagiano attraverso rapporti omo/bisessuali e più raramente eterosessuali. A queste persone andrebbe indirizzata molto rapidamente una campagna di vaccinazione, il vaiolo delle scimmie è una malattia tutt’altro che semplice. Non pensiamo solo ai decessi, queste lesioni sono altamente invalidanti e non sappiamo cosa succederà quando la malattia continuerà a crescere e colpirà persone immunodepresse, sieropositivi. Quindi occhio a sottovalutare il problema. Nessuno vuole fare allarmismo ma, ripeto, ormai il vaiolo delle scimmie è una infezione endemica nel mondo”.