Recenti ricerche hanno rivelato una sorprendente notizia: il cioccolato amaro, le nocciole e il caffè possono diventare il nuovo elisir di vita per il cuore. Consumare trenta grammi di nocciole al giorno e una moderata quantità di cioccolato amaro con almeno il 70% di cacao ha dimostrato effetti antiossidanti, migliorando la vasodilatazione e quindi la circolazione sia periferica sia cardiaca, nonché riducendo il rischio di infarto.

Sorprendentemente, il caffè che, una volta si riteneva potesse favorire il rischio di aritmie, in particolare atriali come la fibrillazione. Uno studio recentissimo dimostra che tre tazze di caffè al giorno non hanno questo rischio. Lo studio mostra anche che chi beve caffè si muove di più e sappiamo che questo si associa ad un beneficio per il cuore, beneficio che effettivamente il caffè offre riducendo il rischio cardiovascolare (sempre se consumato a dosi moderate). Il caffè tra l’altro sembra ridurre il rischio di depressione, morbo di Parkinson e persino demenza. Senza dubbio è il momento di cambiare radicalmente il nostro approccio verso le abitudini alimentari necessarie per mantenere sano il cuore: dobbiamo passare da un concetto di dieta caratterizzata da cibi da vietare ad un concetto di alimentazione positiva, fatta di cibi da assumere.
Questi argomenti sono stati al centro delle discussioni durante la 35ª edizione delle Giornate Cardiologiche Torinesi, che si sono svolte giovedì e venerdì scorsi, nella città piemontese, con il convegno di apertura dedicato all’importanza del “Cibo per il cuore”. Tre ospiti d’eccezione sono stati intervistati da Gaetano Maria De Ferrari (direttore della Cardiologia universitaria dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino): Federico Ferrero, noto non solo come medico nutrizionista, ma anche come vincitore di Masterchef 2014, Andrea Poli (presidente di Nutrition Foundation of Italy) e Vincenzo Lionetti, autore del libro Ristoceutica.
Durante il congresso si e discusso delle sfide legate alla dieta ospedaliera: proprio quando il paziente è ricoverato perché ha il cuore malato e gli viene spiegata l’importanza dell’alimentazione, gli viene infatti anche somministrato un cibo non idoneo. Sarà possibile prescrivere in ospedale il cibo come si prescrive un farmaco? .
