Quella di Luigi Di Cicco è una storia di coraggio e di determinazione che dimostra come la vita di una persona possa radicalmente cambiare nonostante si provenga da contesti molto difficili. Originario di Lusciano, cittadina dell’hinterland casertano a due passi da Aversa, Luigi porta un cognome “pesante”: suo padre è stato in passato un temibile boss della camorra casertana, motivo per il quale è stato condannato a scontare oltre quarant’anni di carcere. Nonostante questo strettissimo “legame di sangue” con gli ambienti criminali, fin da giovane Luigi ha scelto una strada totalmente opposta, quella del no alla camorra, decidendo di recidere ogni legame con gli ambienti della malavita e di imboccare la via dell’onestà, della legalità e soprattutto della libertà da ogni vincolo e compromesso morale. Oggi Luigi vive in provincia di Roma, fa un lavoro onesto e dignitoso e ha avuto la possibilità di mettere su una splendida famiglia lontano da ogni preoccupazione. Oltre a condurre una vita normale è da sempre impegnato nel sociale per dimostrare, proprio partendo dal suo vissuto, che nulla è perduto, che tutto può cambiare, e che una speranza di riscatto è sempre viva, soprattutto per i giovani in difficoltà che provengono dai contesti a rischio.
È lo stesso Luigi a raccontarci della sua scelta coraggiosa, non solo per diradare le nebbie dell’indifferenza e del pregiudizio, ma anche per lanciare un messaggio netto e chiaro a i giovani affinché stiano alla larga da certi ambienti poco raccomandabili, rifiutando la strada più facile per ottenere potere, successo e denaro, una strada che spesso coincide con la vita criminale, lastricata dal malaffare, dalla sopraffazione, dalla violenza e dalla vendetta, le quali si trasformano inevitabilmente in una scia di sangue e di dolore difficile da cancellare e dalle quali non si può sfuggire una volta che si accettano e si assimilano determinate logiche e meccanismi, modi di pensare e di agire tipici della “mentalità” camorristica. Luigi, al contrario, è l’esempio vivente che si è sempre in tempo, soprattutto quando si è giovani, per rifiutare le regole del “sistema”, per potersi riprendere in mano la propria vita e il proprio destino, lontano dalle violente leggi della strada e dalle logiche distruttive della criminalità. Il messaggio che Luigi vuole lanciare con le sue parole piene di sensibilità e di umanità è quello di far comprendere alle giovani generazioni che quella strada è sbagliata, e che uscire dal tunnel della malavita, anche se difficile, è comunque possibile prima che sia troppo tardi.

Le parole di Luigi non possono dunque che essere colme di fiducia e di speranza. “Bisogna mettere una pietra definitiva sul passato e andare avanti, senza farsi condizionare dai propri fantasmi e senza mai perdere il sorriso e la gioia di vivere. È questo il segreto per poter trovare la forza per costruire una vita diversa, lontana dai guai”, afferma Luigi, il quale non si è mai arreso di fronte alle difficoltà della vita ed ha proseguito dritto per la sua strada, seguendo un percorso umano fatto di resilienza e di grande sacrificio e che alla fine non gli ha fatto mancare gioie, sorprese inaspettate e soprattutto grandi soddisfazioni. “Non è mai facile sottrarsi alle logiche di certi contesti e rifiutare un certo modo di pensare, è una situazione che ho vissuto sulla mia pelle e dalla quale sono uscito non senza difficoltà, per questo sono convinto che sia necessario portare avanti una lunga battaglia sociale e culturale nella quale mi sento coinvolto in prima persona”, prosegue Luigi. “Se non mi sono mai fermato e ho continuato a lottare è perché il mio obiettivo è quello trasmettere idee sane ed esempi positivi ai giovani. Mi sento in dovere di dimostrare alle persone, anche a quelle che hanno commesso sbagli ed errori, che è possibile cambiare e soprattutto che esiste la libertà di scelta. Chi ha veramente intenzione di cambiare – ribadisce – ha la possibilità di salvare se stesso, la propria famiglia e le persone che ama, regalandosi un’opportunità che non andrebbe mai sprecata: quella di guardare al futuro e costruirsi una nuova vita”.
Luigi, come dicevamo, è anche impegnato nell’aiutare i giovani in difficoltà affinché intraprendino un percorso di reinserimento nella società. Un progetto avviato in seguito alla pubblicazione del libro autobiografico Gramigna e dell’omonimo film. “Attraverso la cooperativa sociale “Gramigna” – racconta – e insieme a tante altre persone mosse dagli stessi sentimenti, abbiamo messo su gruppo di volontariato per aiutare il prossimo, soprattutto chi vive in una condizione di disagio e di emarginazione, con iniziative di recupero rivolte ai giovani che si trovano ai margini della società, in galera o agli arresti domiciliari. Da qui è nato il progetto “Tirati fuori” con l’obiettivo di interfacciarci con gli istituti penitenziari proprio per sottrarre i ragazzi da situazioni e contesti difficili, dando loro un supporto morale, psicologico, materiale e anche lavorativo al di fuori delle maglie della criminalità”. Luigi ci racconta così del suo impegno e delle tante iniziative alle quali ha preso parte, da Nord a Sud del Paese, nelle scuole e nelle carceri minorili proprio per costruire un ponte di dialogo con i più giovani. “In questi anni ho girato l’Italia in lungo e in largo parlando agli studenti delle scuole ma anche ai ragazzi rinchiusi in carcere per farmi portavoce, attraverso la mia storia umana, di un messaggio di libertà. Quando si crede in qualcosa bisogna andare fino in fondo senza mai mollare o perdersi d’animo, ed è fondamentale parlare e discutere soprattutto con i più giovani dando il buon esempio a partire dalle proprie azioni”, afferma.

Luigi descrive poi le esperienze umane che in questi anni lo hanno maggiormente toccato. “Non potrò mai dimenticare i bellissimi incontri e i progetti di recupero e reinserimento ai quali ho preso parte nelle carceri di Civitavecchia, di Ariano Irpino, di Benevento e nel carcere minorile di Nisida. Abbiamo messo su una vera e propria rete sociale fatta di persone straordinarie e di volontari pronti a dare tutto e a mettersi in gioco per un bene più grande che è quello di salvare le persone da un destino che altrimenti per loro sarebbe stato segnato. Per me – continua – è stata un’esperienza straordinaria che mi ha cambiato nel profondo, soprattutto quando ho riconosciuto negli occhi dei ragazzi rinchiusi in carcere, nelle loro parole, nei loro gesti e nei loro racconti quegli stessi contesti nei quali sono cresciuto e quelle stesse dinamiche che ho conosciuto da vicino e dalle quali mi sono allontanato da ragazzo, quando ero ancora in tempo e avevo la possibilità di scegliere una vita diversa. In particolare quando sono dovuto andare via da Nisida – ricorda – tra i saluti, gli sguardi e gli abbracci dei ragazzi rinchiusi dietro le mura e i cancelli dell’istituto penitenziario minorile, non potevo non lasciarmi trasportare dai ricordi, dai sentimenti più profondi dalle emozioni più genuine. Sono esperienze di vita che mi hanno toccato nel profondo e che porterò sempre dentro di me”, racconta commosso.
Dopo aver raccontato la sua storia Luigi ha voluto lanciare un appello molto sentito e accorato. “Nella vita bisogna scegliere da che parte stare, o da una parte o dall’altra. Se le cose si fanno con umiltà, con onestà, con trasparenza e senza secondi fini si resterà sempre dalla parte del giusto. Bisogna dare spazio alle persone che davvero vogliono mettersi in gioco e che sono pronte a dare il proprio contributo facendo grandi sforzi e sacrifici per cambiare le cose senza alcun tornaconto personale. Penso che ognuno di noi abbia una missione sociale da compiere ed è quella di aiutare il prossimo, soprattutto chi è rimasto indietro, chi si trova in difficoltà ed è meno fortunato di noi, regalando una possibilità e una speranza“. Luigi apre infine una parentesi sul suo presente e sul futuro: “Una cosa sicura – afferma – è che il futuro ci terrà in serbo parecchie sorprese, alcune inaspettate. Anche se i miei progetti sono attualmente focalizzati sul lavoro e sulla famiglia, non nascondo che mi piacerebbe un giorno portare questa esperienza che ho vissuto sulla mia pelle e questa voglia di darsi da fare per il riscatto sociale anche nella mia città natale, a Lusciano. Il nostro è sicuramente un territorio difficile, molto complesso, ancora sotto il giogo delle maglie criminali, il quale ha un grande bisogno di tornare a sognare e sperare in un futuro migliore“, conclude speranzoso Luigi.

La meravigliosa storia di coraggio e di dignità di Luigi Di Cicco, come dicevamo, è diventata anche un libro autobiografico intitolato Gramigna. Vita di un ragazzo in fuga dalla camorra, edito dalla casa editrice Piemme e scritto a quattro mani dallo stesso protagonista del racconto assieme al giornalista, autore, scrittore e conduttore televisivo Michele Cucuzza. Liberamente ispirato al libro è il bellissimo e toccante film Gramigna. Volevo una vita normale, prodotto da Klanmovie Production per la regia di Sebastiano Rizzo, con Gianluca Di Gennaro, Teresa Saponangelo, Gianni Ferreri, Biagio Izzo, Vincenzo Messina, Enrico Lo Verso, Mario Porfito, Lucia Ragno, Titti Cerrone, Ciro Petrone, Antonio Tallura, Anna Capasso ed Ernesto Mahieux. Nel cast spicca anche la partecipazione del magistrato di Aversa Nicola Graziano. La pellicola è stata inoltre presentata in diverse rassegne e festival cinematografici tra i più importanti in Italia ed è stata candidata ai David di Donatello nel 2018. Il film può essere visto gratuitamente in streaming sulla piattaforma Raiplay (clicca qui). A seguire il trailer ufficiale del film.
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