L’Ordine degli Avvocati di Napoli Nord celebra la figura di Lidia Poët
Lidia Poët è stata la prima avvocata italiana della storia. Eroina dell'emancipazione femminile e figura di ispirazione del movimento femminista, la sua storia di coraggio è diventata anche un libro e una serie televisiva di successo trasmessa su Netflix
In occasione dell’8 marzo, per le celebrazioni della Giornata Internazionale della Donna, l’Ordine degli Avvocati di Napoli Nord, in collaborazione con la Pro Loco di Aversa, ha organizzato un interessantissimo seminario dal titolo Donne & Avvocati: la conquista di Lidia Poët. Durante l’evento, che si svolgerà questo mercoledì alle ore 15:00 presso la Sala Rosario Livatino del Tribunale di Napoli Nord ad Aversa, si discuterà della figura Lidia Poët, prima donna in Italia a esercitare la professione forense nella seconda metà dell’Ottocento nonché riconosciuta – sebbene dopo non pochi ostacoli e ritardi – dall’Ordine degli Avvocati soltanto nel 1919. La Poët ha ricoperto un ruolo cruciale per il riconoscimento dei diritti delle donne.
A discutere nel corso del seminario, durante il quale saranno affrontati diversi temi di attualità forense, ci saranno l’avv. Gianluca Lauro, il quale porgerà i propri saluti in qualità di Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Napoli Nord; l’avv. Rosanna Santagata, Presidente della Pro Loco di Aversa; le avv. Barbara Schiattarella, Angela Crispino, Roberta Giliberti e Antonietta Liccardo, in qualità di Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di NapoliNord. Il seminario sarà condotto e moderato dall’avv. Pasquale Fedele, presidente dell’Associazione Forense Normanna. Durante l’evento, che darà diritto ai partecipanti il riconoscimento di crediti formativi ordinari, verrà proiettato un breve cortometraggio su Lidia Poët.
CHI È LIDIA POËT?
Rimasta a lungo sconosciuta, Lidia Poët è stata un’eroina dell’emancipazione femminile in un’epoca in cui soprusi, ingiustizie e pregiudizi nei confronti delle donne erano ampiamente diffusi e accettati dalla società. Ancora oggi la sua figura, per il suo coraggio e la sua determinazione, esercita grande fascino nonché motivo di ispirazione per il movimento femminista. Nata nel 1855 a Perrero, nel Torinese, la Poët conseguì il diploma liceale nel 1877, per poi proseguire gli studi all’Università di Torino. Risaliva appena all’anno prima la legge che permetteva alle donne di iscriversi all’università. Il fatto che una donna si affacciasse agli ambienti accademici rappresentava già di per sé motivo di grande stupore: prima di allora, solamente agli uomini era stato permesso di accedere ai più alti gradi di studio. Ma la Poët lotterà con tutta se stessa contro l’oppressione patriarcale e nel 1881 si laureerà in Legge all’Università di Torino con una tesi sulla condizione della donna e sul diritto al voto, un argomento rivoluzionario per l’epoca.
La giovane laureata in giurisprudenza dimostra fin da subito arguzia, talento e coraggio da vendere. È determinata ad arrivare lì dove nessun’altra donna si era mai spinta prima di lei: diventare avvocata. Così, nel 1883, superato brillantemente l’esame di Stato per la pratica forense, viene ammessa all’albo dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Torino. Sembra avercela fatta, è la prima avvocata d’Italia, tuttavia qualcuno decide di metterle i bastoni tra le ruote. Il Procuratore del Re, infatti, impugna l’iscrizione davanti alla Corte d’Appello di Torino, la quale dichiara che “la donna non può esercitare l’avvocatura”, ma la Poët non si rassegna e presenta il ricorso in Cassazione. Nel frattempo l’opinione pubblica italiana è spaccata a metà: da un lato ci sono i movimenti femministi che sostengono Lidia Poët e la battaglia per l’emancipazione femminile; dall’altro chi cerca di osteggiarla in ogni modo negandole il diritto, perché donna, di svolgere il suo lavoro.
La tanto attesa sentenza, però, non arriverà mai e solamente quarant’anni dopo, nel 1919, grazie a una legge che riconoscerà la condizione giuridica della donna, Lidia Poët, ormai ultrasessantenne e con alle spalle una lunga carriera forense esercitata al fianco del fratello avvocato, sarà finalmente riconosciuta dall’Ordine degli Avvocati. La prima avvocata donna d’Italia morì varcata la soglia dei novant’anni, nel 1949, in tempo per vedere riconosciuta un’altra grande battaglia per la quale aveva combattuto: il diritto di voto per le donne. Dalle sue battaglie emerge il temperamento di una donna straordinaria la quale, con tenacia, ha aperto strade e orizzonti nuovi a tutte le donne che sono venute dopo di lei. È soprattutto grazie a lei che è stata avviata una nuova stagione per le donne nell’avvocatura: oggi le donne rappresentano il 47,7% della popolazione forense in Italia. Questa non è che la tappa di un lungo percorso iniziato 140 anni fa con la Poët e che continuerà finché ci saranno donne coraggiose, che come lei, non smetteranno mai di lottare per i propri diritti, la propria libertà e la propria dignità.
Per i più curiosi la storia della Poët è anche un libro dal titoloLidia Poët, la prima avvocata, pubblicato dalla casa editriceLe Lucerne, specializzata in storia e cultura del diritto. La legge di Lidia Poët, invece, è il titolo della serie televisiva di grande succeso andata in onda recentemente su Netflix e diretta da Matteo Rovere e Letizia Lamartire, e che vede la celebre avvocata torinese interpretata dall’attrice Matilda De Angelis.
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