Con un’emergenza internazionale che ci costringe a prolungare la nostra permanenza tra le mura domestiche, all’urgenza di rimanere informati il più possibile sulle notizie che giungono dal mondo esterno si sovrappone, inevitabilmente, la necessità di garantirsi una controllata evasione dalla realtà, magari attraverso la lettura o la musica. In quest’ottica, ecco la quinta parte di una playlist di album da scoprire o riscoprire in questi tempi di quarantena. Qui è possibile consultare la prima, la seconda, la terza e la quarta puntata della selezione musicale.
1. The Kinks Are the Village Green Preservation Society – The Kinks, 1968
Schiacciati tra colossi indiscussi come Beatles e Beach Boys, i Kinks non sempre vengono tenuti nella dovuta considerazione per la loro produzione musicale e per la loro influenza, dalla British invasion alle successive generazioni. Ultimo lavoro realizzato dalla formazione classica della band, questo disco è un raffinato concept album nel quale il pop e il rock anni Sessanta si fondono con suggestioni folk tipicamente inglesi.
2. Foxtrot – Genesis, 1972
Il quarto album dei Genesis non è soltanto uno tra i migliori album della band britannica, ma più in generale una tra le pietre miliari del genere progressive. La maestosa e solenne introduzione di Watcher of the skies non è che il giusto preludio a un album che trova la sua vetta in Supper’s ready, suite musicale in sette atti che trascina l’ascoltatore in un vortice di visioni e melodie straordinarie.
3. 3:47 EST – Klaatu, 1976
Quando il primo album della band canadese venne pubblicato, iniziò a girare insistentemente la voce che i Klaatu altro non fossero che i Beatles sotto copertura. Un parallelismo probabilmente esagerato, ma che ben descrive l’esaltante mix di pop, psichedelia e progressive presente in questo disco. Una folle operazione nostalgia fuori da tempo e spazio che tuttavia, lungi dall’essere stucchevole, rimane ancora oggi un prodotto musicale gradevole e di qualità.
4. Darkness on the edge of town – Bruce Springsteen, 1978
Succeduto nientemeno che al capodopera Born to run, questo album è a sua volta uno tra i lavori più riusciti dell’intera discografia di Springsteen. Nato in un momento di estrema prolificità artistica, è l’opera della completa maturità che, fin dal titolo, rivela un tratto di oscurità con atmosfere spesso cupe che qui fanno da scenario a storie di disillusione e sconfitta sociale, di uomini in difficoltà alla ricerca della terra promessa e di ciò che davvero si cela dietro l’american way of life. Il tutto, ovviamente, incastonato in un diadema di gemme musicali.
5. The Nightfly – Donald Fagen, 1982
Lavoro d’esordio come solista del cantante e tastierista degli Steely Dan dopo il primo scioglimento della band nel 1981, questo album si propone come una stazione radio ideale dove il rock e il jazz si incontrano tra loro con spontanea eleganza. Frutto di un sapiente lavoro in studio, per la straordinaria qualità della registrazione The Nightfly viene ancora oggi utilizzato per testare la resa degli impianti stereo. Insomma, una delizia per le orecchie sotto ogni punto di vista.
6. An innocent man – Billy Joel, 1983
Il nono album di Billy Joel è un lungo e riuscito omaggio alla musica americana, a quegli artisti e a quei generi che avevano accompagnato e ispirato il musicista statunitense durante la sua infanzia e prima adolescenza. Da Little Richard a James Brown, dalla Motown a Ben E. King, un lungo vortice di ricordi in questo disco ha saputo trasformarsi in un sapiente insieme di hit senza tempo come Uptown Girl, Tell her about it e Keeping the faith.
7. Music For The Masses – Depeche Mode, 1987
È tanto famosa quanto azzeccata la descrizione che ha fornito la rivista Q delle canzoni contenute in Music for the Masses, giustamente definite come “diamanti nell’oscurità”, con l’elettronica che si fonde a paesaggi immaginari di malinconica potenza e grande bellezza. Non a caso, è stato uno tra i dischi che – grazie a hit immortali come Strangelove, Never let me down again e Behind the wheel, tra le altre – hanno contribuito a estendere la notorietà globale della band britannica, appena prima del seguente e conosciutissimo Violator.
8. Mellow Gold – Beck, 1994
Questo disco di Beck non è soltanto uno tra i dischi più importanti e caratteristici degli anni Novanta, ma rimane ancora oggi un punto di riferimento per la musica alternativa. Mettere Mellow gold sul piatto vuol dire, infatti, tuffarsi in un caleidoscopio di suoni e generi diversi, che entrando solo apparentemente in rotta di collisione tra loro hanno, invece, dato vita a una tra le pagine musicali più originali del suo decennio.
9. Self-titled – Melody’s Echo Chamber, 2012
Album introspettivo e spaziale al tempo stesso, il primo disco del progetto musicale della francese Melody Prochet è uno tra i gioiellini venuti fuori dall’ondata psichedelica dei primi anni Dieci, grazie ai suoi brani dalle melodie accattivanti abbinati a suoni lisergici per i quali è stata opportunamente rispolverata l’azzeccata definizione di dream pop. L’influenza artistica di Kevin Parker dei Tame Impala, che suona e produce l’album, è più che evidente.
10. 20:20 – Planet Funk, 2020
Compie vent’anni una tra le realtà musicali più interessanti nate in Italia dopo gli anni Novanta, dotata peraltro anche di una forte anima partenopea grazie alla presenza di musicisti dotati come Alessandro Sommella, Domenico “GG” Canu e il compianto chitarrista e bassista Sergio Della Monica (prematuramente scomparso due anni fa a soli 58 anni). Per celebrare il loro ventennale, questi funamboli del suono sospesi tra dance e musica rock hanno pubblicato il 20 febbraio una corposa antologia dei loro maggiori successi, disponibile gratuitamente su YouTube e Spotify. Ed è davvero un bel regalo, da ascoltare ovviamente ad alto volume in questo periodo di incertezza, finché un’altra alba ci troverà.
(Si ringrazia, per la preziosa collaborazione fornita, gli organizzatori del Music Remains, un’interessante realtà culturale che periodicamente, al Civico 103 di Aversa, promuove incontri di ascolto collettivo e riscoperta degli album che hanno fatto la storia della musica, rigorosamente in vinile).
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