L’ennesima bufera giudiziaria si abbatte sulla città di Orta di Atella, coinvolgendo ancora una volta l’ex sindaco Andrea Villano e alcune personalità a lui molto vicine. In particolare la Procura della Repubblica di Napoli Nord ha emesso un decreto di citazione in giudizio nei confronti dell’ex primo cittadino atellano il quale sarebbe coinvolto, in concorso con altre tre persone, nell’offerta di utilità in cambio di voti. Nello specifico il Pubblico Ministero aversano contesta nei confronti di Andrea Villano, di V. C., di C. V. e di R. M. il reato previsto dall’articolo 86 del Decreto del Presidente della Repubblica numero 570 del 1960, decreto che prevede che: “Chiunque, per ottenere a proprio o altrui vantaggio il voto elettorale, dà, offre o promette qualunque utilità a uno o più elettori, o per accordo con essi, ad altre persone, è punito con una sanzione pecuniaria e la reclusione dai sei mesi ai tre anni di carcere anche quando l’utilità promessa sia stata dissimulata sotto il titolo di un’indennità pecuniaria data all’elettore per spese di viaggio o di soggiorno, per il pagamento di cibi e di bevande o per la remunerazione di spese o di servizi elettorali. La stessa pena si applica all’elettore il quale, per dare il voto, abbia accettato offerte, promesse o abbia ricevuto denaro e altre utilità“.
Secondo le ipotesi d’accusa formulate dai magistrati aversani sulla base dell’articolo sopracitato, Villano, assieme a V. C., suo sostenitore durante la campagna elettorale del 2018 e a C. V., cugina di primo grado dello stesso primo cittadino, avrebbero distribuito oltre un quintale e mezzo di mozzarelle alla vigilia proprio del ballottaggio che si concluse con la vittoria schiacciante della coalizione guidata dall’ex sindaco sull’attuale fascia tricolore di Orta di Atella Vincenzo Gaudino. In particolare C. V. e V. C., sempre secondo i magistrati, tramite l’associazione di volontariato di cui facevano parte, avrebbero consegnato diverse buste contenenti i pregiati latticini, per una quantità superiore ai centocinquanta chilogrammi, provenienti da una nota azienda lattiero-casearia dell’Agro aversano, a diversi cittadini ortesi in cambio della promessa del voto, viziando in questo modo la competizione elettorale. All’interno della vicenda giudiziaria sarebbe coinvolta anche R. M. in qualità di elettrice la quale avrebbe ottenuto, secondo i giudici, un chilogrammo di mozzarella in cambio del suo voto all’ex sindaco di Orta.
Si tratta ovviamente di supposizioni, quelle sostenute dai giudici aversani, che andranno accertate in sede giudiziaria. Tuttavia la distribuzione in città di tutti quei chilogrammi di mozzarella non passò di certo inosservata e all’indomani della “gentile offerta” ricevuta dai membri dell’associazione, in pieno clima di campagna elettorale, alcuni cittadini pubblicarono sui social delle fotografie che ritraevano le buste di mozzarella incriminate con tanto di ringraziamenti. L’accaduto alzò ovviamente un polverone in città e ci furono non poche polemiche, con l’ex sindaco Villano che dichiarò di essere all’oscuro dei fatti nonostante nello “scandalo” delle mozzarelle fossero coinvolte persone a lui molto vicine. Anche le altre persone coinvolte nell’inchiesta avrebbero sempre negato le accuse rivolte nei loro confronti, affermando che non si sarebbe trattato di piaceri elargiti in cambio di voti bensì di iniziative di solidarietà a favore delle famiglie svantaggiate del territorio. Versione dei fatti che sarà tutta da appurare nelle sedi opportune. Le dichiarazioni e le giustificazioni degli imputati non avrebbero però convinto i giudici aversani i quali vogliono vederci chiaro in questa oscura e torbida vicenda contornata da “piaceri” e “favori” in cambio del voto. Esclusa quindi la possibilità di archiviazione, la Procura di Napoli Nord ha deciso di andare fino in fondo e di proseguire nel procedimento giudiziario a carico dei quattro imputati i quali sono stati citati in giudizio.

Quella appena descritta non è che l’ultima di una lunga serie di inchieste giudiziarie che hanno coinvolto numerosi amministratori locali di Orta di Atella, compreso l’ex sindaco. L’amministrazione Villano terminò prematuramente l’anno seguente ai fatti contestati, nel 2019, quando, in seguito all’insediamento della commissione d’accesso agli atti, fu decretato lo scioglimento del consiglio comunale per l’accertamento di infiltrazioni camorristiche sul comune atellano. Motivo per cui la città ortese venne commissariata, rappresentando così una macchia indelebile, l’ennesima, per la politica ortese, nonché una ferita profonda e dolorosa nella coscienza di tutti i cittadini atellani. Nel 2021, per lo stesso sindaco Villano, arrivò un’altra “doccia fredda”, questa volta con la sentenza emessa dai giudici della Corte d’Appello di Napoli che decretarono l’incandidabilità dell’ex sindaco ortese per almeno altri due mandati elettorali.
Alla fine dello stesso anno, in un’altra inchiesta giudiziaria condotta dalla Direzione investigativa antimafia (Dia) che faceva emergere le collusioni tra diverse cooperative sociali operanti nelle province di Napoli e di Caserta e il clan dei Casalesi, finiva sul registro degli indagati l’ex assessore alle Politiche Sociali del Comune di Orta di Atella Luigi Di Lorenzo. L’ex amministratore locale, voluto da Andrea Villano in qualità di componente della sua giunta comunale in quota della lista Noi Ortesi, secondo gli inquirenti avrebbe turbato, in concorso con altri indagati, la gara per l’affidamento di un asilo nido nel vicino Comune di Frattamaggiore. Ma anche questa non sarebbe la prima inchiesta nella quale sarebbe incappato l’ex assessore della giunta Villano. Nell’estate del 2020 lo stesso Di Lorenzo finì agli arresti domiciliari con l’accusa di compravendita di voti in seguito a un blitz delle forze dell’ordine che portò all’arresto di alcune personalità ritenute vicine, dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda), ai clan Puca, Verde e Ranucci di Sant’Antimo, comune dell’hinterland napoletano sciolto anch’esso per infiltrazioni camorristiche. Una storia uguale e analoga a quella di Orta di Atella, e infatti i collegamenti criminali tra le due città non hanno mai rappresentato un mistero per gli investigatori.
Le ombre giudiziarie del passato e del presente continuerebbero così a pesare sulle attuali compagini politiche ortesi, rappresentando un motivo di evidente imbarazzo e di preoccupazione all’interno del consiglio comunale. È altrettanto evidente che a Orta di Atella la politica non solo non abbia mai voluto fare i conti con il passato disastroso delle precedenti amministrazioni, senza mai fare un’autocritica seria e costruttiva di fronte ai propri errori politici, amministrativi e giudiziari, continuando invece a perseverare e a riproporre le stesse formule obsolete e i modelli fallimentari del passato, ma che quel legame non sia mai stato reciso del tutto, essendo quel sistema ancora vivo e vegeto. Quel “ricambio” necessario di nomi e di idee di cui la politica ortese avrebbe avuto bisogno, dunque, non c’è mai stato, se poi a muovere le fila sono come sempre e ancora una volta i soliti volti noti della politica.

Tornando ai fatti di cronaca più recenti e all’inchiesta che vedrebbe coinvolto per ultimo l’ex sindaco in uno scambio di favori in cambio di voti, non si sono fatte attendere le dichiarazioni da parte dello stesso Villano che ha provato a illustrare la sua versione dei fatti, accusando l’opposizione di allora di aver provato a strumentalizzare l’accaduto pur di ottenere un profitto politico ed elettorale, sebbene poi sia stato lo stesso Villano a vincere le elezioni. L’ex sindaco ha infatti usato parole molto dure. “Siamo accusati di aver organizzato una distribuzione di mozzarella alla vigilia del voto del 2018 per ricavarne un vantaggio elettorale”, ha affermato Villano, che poi ha proseguito per sua stessa ammissione: “Gli altri imputati sono due componenti di un’associazione di volontariato che da circa quindici anni anni distribuisce generi alimentari sul territorio, si tratta di un mio sostenitore e di mia cugina. Alcuni miei avversari politici di allora, consapevoli della fragorosa sconfitta elettorale che avrebbero subito, vollero strumentalizzare a loro vantaggio l’accaduto sporgendo una denuncia dalla quale sono poi scaturite le attuali indagini”. Per l’ex sindaco sciolto per camorra, infatti, non ci sono dubbi: sarebbe una vittima dei complotti politico-giudiziari orditi dai suoi oppositori politici per metterlo fuori dai giochi.
Villano, infine, si dichiara fiducioso di fronte alle accuse prive di fondamento mosse nei suoi confronti e verso i suoi “fedelissimi”. “Sono estremamente sereno e fiducioso nell’operato della Magistratura che farà sicuramente chiarezza sulla vicenda, stabilendo la mia estraneità ai fatti, come quella delle persone accusate insieme a me per una vicenda che si era svolta nella piena trasparenza e con la voglia solo di aiutare le persone in difficoltà senza trarre alcun beneficio o vantaggio elettorale”, ha dichiarato con convizione l’ex primo cittadino atellano smentendo le accuse. Ora il giudizio su quanto accaduto realmente a Orta di Atella in quella torrida estate del 2018, segnata da una torbida campagna elettorale, spetterà ai giudici del Tribunale di Napoli Nord i quali stabiliranno l’eventuale colpevolezza o innocenza degli imputati in merito ai reati contestati. Pur restando fermanente garantisti fino all’ultimo grado di giudizio, è innegabile che si tratti di un’altra triste vicenda giudiziaria che coinvolge ancora una volta la città di Orta di Atella e i suoi ex amministratori. È dunque lecito domandarsi, così come se lo chiedono tantissimi cittadini atellani, quand’è che si volterà davvero pagina una volta per tutte chiudendo definitivamente con il passato.
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