Che ci si avviasse verso un processo di “normalizzazione” dell’epidemia di Covid-19 era ormai chiaro, visto il cambiamento che si è avuto, nell’attuale scenario pandemico, con la maggiore diffusione della variante Omicron del virus e con l’aumento del numero dei vaccinati nel nostro Paese. Secondo i massimi esperti in materia epidemiologica, di fronte a un contesto in costante evoluzione, sarebbe necessario iniziare a imparare a convivere con il virus. Per tale ragione aumenta sempre più il numero di governatori regionali che stanno chiedendo in queste ore al Governo italiano di attuare un processo che porti a una maggiore semplificazione delle regole e che comporti un allentamento per quel che riguarda le restrizioni attualmente vigenti. L’obiettivo primario delle regioni sarebbe quello di superare completamente il sistema delle fasce a colori: con i parametri attualmente vigenti, infatti, c’è il rischio che molte regioni, a causa del picco pandemico previsto entro la fine di gennaio, possano passare in zona gialla o addirittura in zona arancione, come già accaduto per la Valle d’Aosta. A maggior ragione, dunque, i governatori vorrebbero bypassare questo rischio concreto assicurando la libertà di spostamento dei cittadini ed evitando nuove chiusure, ma ciò sarebbe appunto possibile solo attraverso un alleggerimento sostanziale delle restrizioni.
Le richieste di una maggiore flessibilità sulle regole avanzate dalle regioni italiane capeggiate dal presidente della Lombardia Attilio Fontana, dal presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e dal presidente del Lazio Nicola Zingaretti sono arrivate in queste ore sulla scrivania del ministro della Salute Roberto Speranza il quale, a sua volta, ha convocato un tavolo tecnico per confrontarsi a stretto giro con i rappresentanti delle regioni. L’esponente di prim’ordine dell’Esecutivo guidato da Mario Draghi si è detto ampiamente disponibile ad accogliere le nuove richieste delle regioni, avviando un dialogo proficuo e costruttivo affinché ci si avvii verso un graduale alleggerimento del peso dell’emergenza epidemiologica. Dello stesso parere del ministro della Salute è il presidente del Consiglio Superiore di Sanità (CSS) Franco Locatelli il quale, in un’intervista rilasciata alla trasmissione Rai Che tempo che fa si è detto favorevole a una revisione delle regole. “Le regole attualmente in vigore sono figlie di un contesto pandemico ben diverso. Rispetto a diversi mesi fa le cose sono molto cambiate grazie alla vaccinazione, per cui arrivare adesso a una loro riconsiderazione è nella logica delle cose”, ha affermato Locatelli nel corso della trasmissione condotta da Fabio Fazio. Anche Andrea Costa, sottosegretario alla Salute, si è detto favorevole all’introduzione di nuove norme più flessibili e ha inoltre anticipato che nei prossimi giorni potrebbe cambiare il bollettino quotidiano che conteggia i casi di Covid-19. “Lo scenario pandemico è cambiato. Non possiamo tenere conto che anche la pandemia non sia cambiata. Per cui devono cambiare le regole e bisogna anche cambiare il tipo di comunicazione inerente al bollettino”, ha sottolineato Costa in un’intervista rilasciata a SkyTg24.

Dunque si fa sempre più unanime e condivisa l’idea di un cambiamento delle regole, anche sostanziale, per evitare che intere regioni si fermino a causa della quarta ondata. Al centro delle richieste delle regioni c’è anche quella di ridurre i tempi di quarantena. In particolare si sta discutendo sull’opportunità o meno di isolare le persone positive ma asintomatiche che hanno ricevuto la terza dose del vaccino. Per ora, sul tavolo del ministero della Salute, sono state presentate due proposte: la prima, quella più “papabile”, è quella di ridurre a cinque i giorni di quarantena per i vaccinati mentre la seconda è quella di abolirla del tutto per chi ha completato il ciclo vaccinale, sostituendola con l’autosorveglianza. A queste sono state aggiunte altre due proposte in vista della Conferenza delle regioni le quali prevedono di abolire il provvedimento di sospensione del green pass sempre per i positivi asintomatici che hanno ricevuto la dose booster e di eliminare l’obbligo del test al termine dei cinque giorni di autosorveglianza per coloro che hanno avuto contatti con i positivi. Dunque le regioni sono determinate e chiedono al Governo un graduale ritorno alla normalità.
Sono in corso di valutazione, inoltre, nuove misure che riguardano sia l’organizzazione dei trasporti che la scuola. Per quel che riguarda i trasporti, nella fattispecie, il Governo sta vagliando il passaggio dal 50% all’80% della soglia massima di capienza da raggiungere sui mezzi pubblici. Tale provvedimento sarà adottato solamente nelle regioni che presentano numeri di contagio da zona arancione. Un altro tema molto acceso sul quale si discute è ovviamente quello della scuola. Per il ministero dell’Istruzione, infatti, dopo la bocciatura della chiusura delle scuole in Campania, gli istituti devono assicurare il regolare svolgimento delle lezioni in presenza come priorità assoluta e rispettare pedissequamente i protocolli anti-Covid vigenti. Su questa decisione, quindi, non sono previsti passi indietro da parte del ministro dell’Istruzione Attilio Bianchi. Parere favorevole su questa presa di posizione è stato espresso anche dal ministero della Salute. Resta tuttavia sul tavolo la proposta di attuare la didattica a distanza solo per gli studenti non vaccinati qualora in classe dovessero essere riscontrati dei casi di positività al virus. Per ora, come dicevamo, si tratta di proposte che saranno attentamente analizzate nelle prossime ore sia dal Comitato tecnico-scientifico (Cts) che dal Consiglio dei Ministri ma la strada verso un graduale alleggerimento di tutte le misure pandemiche ormai è stata imboccata e si continuerà di questo passo affinché avvenga una defintiva “normalizzazione” della pandemia.
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