Violenza di genere: il 2022 è un anno “da dimenticare” per le donne
Dall'inizio dell'anno a oggi, solamente tra Napoli e la sua provincia, ci sono stati 1.937 casi segnalati di violenza di genere. Numeri tristemente destinati ad aumentare considerando anche i tantissimi casi di violenze e di abusi non denunciati
È stato un anno terribilmente drammatico per le donne vittime di violenza. A confermare il trend estremamente preoccupante riguardante il territorio di Napoli e della sua provincia, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, è il report di fine anno pubblicato dal comando provinciale dell’Arma dei carabinieri del capoluogo campano, all’interno del quale vengono riportati tutti i dati e i casi più gravi di violenza di genere consumatisi dall’inizio dell’anno in città e nel suo hinterland. Quello che abbiamo davanti agli occhi è un quadro desolante, un vero e proprio film dalle tinte dell’orrore, con donne umiliate, vessate, perseguitate, picchiate, abusate, violentate, stuprate e infine uccise e fatte a pezzi da uomini violenti e senza scrupoli, i quali hanno distrutto per sempre le loro esistenze.
Dal primo gennaio di quest’anno, nel solo Napoletano, sono stati arrestati e denunciati, in flagranza di reato o su disposizione dell’Autorità giudiziaria, ben 593 uomini per stalking e atti persecutori, 70 per violenza sessuale e 3 per femminicidio, per un totale di 666 provvedimenti emanati dalle autorità. Sono 1.271, invece, le persone arrestate e denunciate per maltrattamenti in famiglia, per un totale di 1.937 reati segnalati. Un fenomeno che fa registrare una triste e pericolosa media di sei persone arrestate o denunciate al giorno per aver commesso reati legati alla violenza di genere, senza contare tutti quei casi di violenze e di abusi che non vengono denunciati e che si consumano spesso in ambito familiare, nell’omertà e nel silenzio assordante delle mura domestiche. Secondo l’Istat solamente il 18% delle donne vittime di violenzaha trovato la forza e il coraggio di denunciare. Si tratta di numeri impietosi, che obbligano le istituzioni a una riflessione seria e profonda sul tema, e che ci mostrano un’allarmante ma realistica fotografia delle terribili condizioni in cui versano migliaia di donne che vivono tra Napoli e la sua provincia.
Lalista dei casidi cronaca legati alla violenza di genere consumatisi nell’ultimo anno sembrano non finire. Sono tanti, troppi, gli episodi che andrebbero ricordati, per non dimenticare i nomi delle donne, delle madri e delle lavoratrici la cui vita è stata spezzata o provata per sempre dalla violenza maschile. Eccone alcuni.
Il caso più recente risale a qualche giorno fa, quando un ventiquattrenne di Miano, già allontanato dalla compagna perché la maltrattava, è stato arrestato dai carabinieri mentre tentava di arrampicarsi sul balcone dell’appartamento della ragazza. La giovane ha così trovato il coraggio di denunciare le continue vessazioni e umiliazioni subite. Qualche giorno fa, invece, un trentasettenne di Giugliano in Campania, forse per questioni legate alla gelosia, ha ferito gravemente la moglie colpendola con dieci coltellate al petto e alla schiena. La donna, per fortuna, si è salvata “per miracolo”, mentre l’uomo è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio. A Pozzuoli una donna è stata brutalmente picchiata dal marito il quale ha provato a “fracassarle” il cranio con un batticarne in seguito a un’accesa discussione. La donna è stata ricoverata d’urgenza in ospedale con un gravissimo trauma cranico mentre l’uomo è finito dritto in carcere.
Dopo anni di vessazioni subite, una donna di Gragnano ha finalmente trovato il coraggio di denunciare il suo aguzzino. Quando i carabinieri sono giunti in casa in seguito all’ennesima segnalazione di violenze domestiche, la donna portava ancora i segni delle percosse ricevute. L’uomo, che sovente allungava le mani anche sulle figlie, è stato arrestato per maltrattamenti. A San Giuseppe Vesuviano, un uomo che non aveva accettato la fine della relazione con l’ex moglie, l’ha inseguita mentre era a bordo della sua auto con la figlioletta, fino a speronarla per farla uscire fuori strada. L’assalitore, non contento, ha poi raggiunto la moglie e la figlia aggredendole. Solo l’intervento delle forze dell’ordine ha evitato il peggio. A Ischia una ragazza di ventun’anni ha chiesto l’intervento dei carabinieri dopo che il compagno l’aveva prima aggredita per poi massacrarla di pugni sul volto nel tentativo di sfigurarla. Quando è stata soccorsa, la giovane aveva il volto irriconoscibile, pieno di tumefazioni e ricoperto di sangue. A Caivano un quarantenne ha fracassato il cellulare in testa alla moglie, colpendola ripetutamente davanti agli occhi terrorizzati della figlia. Nello stesso tempo a Giugliano un altro uomo, dopo una discussione banale con la moglie, l’ha picchiata ferocemente brandendo una pesante mazza di ferro.
Tanti anche gli episodi di violenza domestica legati alla tossicodipendenza e all’abuso di alcool. Un trentasettenne di Pozzuoli, dopo un’accesa discussione in famiglia, al diniego dei genitori di fronte all’ennesima richiesta di denaro per comprarsi dello stupefacente, ha insultato pesantemente per poi aggredire la madre anziana. Un caso analogo si è verificato nel quartiere napoletano di San Pietro a Patierno dove un ventunenne ha picchiato selvaggiamente la mamma, “colpevole” di essersi opposta al tentativo del figlio di procurarsi del denaro per comprare la droga. A Sant’Anastasia sono dovuti intervenire i carabinieri quando un trentenne, in preda all’euforia a causa dei fumi dell’alcool, ha sfilato una doga di legno da sotto al letto per picchiare la madre e il fratello minore. Questa estate infine, a Bacoli, un settantasettenne del posto, dopo aver bevuto, è stato protagonista di un violento litigio con la moglie durante il quale l’ha ferita sparandole contro con la pistola, per fortuna ferendola non gravemente, per poi barricarsi in casa. Solo l’intervento tempestivo dei soccorritori e delle forze dell’ordine ha impedito che si consumasse l’ennesima tragedia di sangue tra le mura domestiche.
Nel novero dei reati più allarmanti ci sono anche quelli legati alla violenza sessuale. Quest’estate, a Castellammare di Stabia, una donna è stata brutalmente aggredita mentre faceva tranquillamente jogging sul lungomare. Uno sconosciuto l’ha infatti seguita, poi ha impugnato una grossa mazza di legno colpendola più volte per stordirla. Persi i sensi, la ragazza è stata così costretta a subire in pieno centro e contro la sua volontà molestie e palpeggiamenti. In seguito alle denunce della vittima, il molestatore è stato individuato e portato in carcere. La giovane è stata invece ricoverata in ospedale con trenta giorni di prognosi. A marzo, invece, una mamma che aveva appena accompagnato il figlio a scuola come ogni mattina, è stata aggredita da un malintenzionato mentre stava salendo in macchina. Il balordo ha provato a bloccarla nel tentativo di violentarla ma la donna è riuscita a divincolarsi dalle grinfie dell’uomo, chiudendosi in auto prima che potesse abusare di lei. Solo l’arrivo immediato delle forze dell’ordine ha evitato il peggio, sventando così il terribile tentativo di stupro e consegnando alla giustizia il potenziale violentatore.
Ai tanti casi di violenza di genere si aggiungono, come se tutta questa violenza descritta non bastasse, tre femminicidi e un tentativo di omicidio, storie terribili di donne colpite e ferite a morte dalla mano di compagni e conoscenti rivelatisi assassini. Emblematico è il caso di Rosa Alfieri, giovane ragazza di Grumo Nevano uccisa dal proprio vicino di casa che l’ha strangolata nel suo appartamento. Poi c’è la triste storia di Anastasiia Bondarenko, giovane madre di origini ucraine scappata dalla guerra assieme alla figlia. A ucciderla, però, non sono state le bombe insanguinate di Putin ma il compagno che ha dato fuoco alla sua abitazione in centro a Napoli. Il corpo della vittima è stato trovato carbonizzato in casa dai vigili del fuoco. Testimone della scena atroce la figlioletta, la quale è stata salvata dalla vicina di casa di origini russe. Dopo diversi giorni di indagini, le forze dell’ordine hanno arrestato il compagno, anch’egli ucraino, con l’accusa di omicidio. A Nola, invece, un uomo ha picchiato violentemente la madre e la zia per motivi che non sono ancora stati chiariti. La madre si è salvata, mentre la zia è morta in ospedale pochi giorni dopo il ricovero a causa delle gravi lesioni subite. Il reo è stato così arrestato con l’accusa di omicidio aggravato. Infine a Crispano una donna è stata quasi uccisa dal marito il quale, dopo una violenta lite, si è precipitato addosso a lei impugnando un paio di forbici nel tentativo di tagliarle la gola. La vittima, per fortuna, si è salvata, mentre il marito è stato arrestato per tentato omicidio.
Per far fronte a questa terribile situazione il comando provinciale dell’Arma dei carabinieri di Napoli ha avviato una campagna diprevenzione per non lasciare sole le donne vittime di violenza, offrendo loro supporto e aiuto in caso di necessità e convincendole a denunciare i propri aguzzini prima che accada l’irreparabile. Lo scopo è quello di fornire una “via di salvezza” per tutte coloro che vengono oppresse e vessate da uomini violenti, ma che in realtà uomini non sono in quanto sono dei criminali. Il messaggio di informazione e di sensibilizzazione è stato così affidato alle donne dell’Arma per spiegare, soprattutto alle donne che vivono in situazioni familiari difficili o che hanno paura di uscire allo scoperto per vergogna o per il timore di vendette e ritorsioni, l’importanza di denunciare i propri carnefici per mettere la parola “fine” al loro incubo. Ricordiamo infine che il 112 è operativo sempre per emergenze e segnalazioni.
Sono numeri che ci fanno riflettere. Nomi e storie di donne che non dobbiamo dimenticare.
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