LA MOSTRA
Sarà un Natale all’insegna dell’arte, della cultura e della bellezza quello in programma quest’anno nella città partenopea. All’interno delle solenni ed eleganti sale espositive del monumentale Palazzo Piacentini, ex sede del Banco di Napoli oggi facente parte del circuito Gallerie d’Italia – Museo di Intesa Sanpaolo, situato nella centralissima via Toledo, sarà possibile visitare per tutto il periodo delle festività natalizie e fino al 19 marzo del 2023, l’imperdibile mostra intitolata Artemisia Gentileschi a Napoli, incentrata sulla vita e le opere di una delle artiste più emblematiche e rappresentative dell’arte italiana. L’esposizione è dedicata al lungo periodo durante il quale la pittrice romana soggiornò nella capitale del Regno di Napoli, più precisamente tra il 1630 e il 1654, anno della sua scomparsa. Si tratta di un evento eccezionale per la ricostruzione della vita artistica e personale di Artemisia, la quale non era mai stata oggetto di un’esposizione così ricca e accurata: è infatti la più ampia rassegna mai realizzata sul “periodo napoletano” della celeberrima pittrice.

La mostra, che rappresenta uno degli appuntamenti con l’arte tra più importanti in corso a Napoli, è il frutto di una speciale collaborazione con la National Gallery di Londra, il Museo di Capodimonte, l’Archivio di Stato e l’Università L’Orientale, e vede il patrocinio del Comune di Napoli. I visitatori potranno godere di un’esposizione unica nel suo genere, impreziosita da una ricca raccolta di opere provenienti dalle più importanti collezioni museali al mondo, che renderanno la mostra un’occasione imperdibile per chi ama l’arte e per chi visiterà il capoluogo partenopeo. L’exhibit vede la consulenza di Gabriele Finaldi, direttore della National Gallery di Londra, nel ruolo di specialist advisor. Curatori della mostra sono il prof. Giuseppe Porzio, docente di Storia dell’Arte Moderna presso l’Università L’Orientale di Napoli, e Antonio Ernesto Denunzio, direttore della sede partenopea delle Gallerie d’Italia. “È motivo di grande soddisfazione presentare nella nuova sede delle Gallerie d’Italia la mostra dedicata ad Artemisia Gentileschi, illustre pittrice del Seicento italiano – afferma Giovanni Bazoli, presidente emerito del gruppo Intesa Sanpaolo – L’iniziativa, che si avvale di importanti prestiti dall’Italia e dall’estero, è stata realizzata grazie alla partnership con la National Gallery di Londra e si inserisce in un più ampio progetto di studi ed esposizioni condiviso con le più prestigiose istituzioni culturali e gallerie d’arte mondiali. Il nostro obiettivo è valorizzare l’identità culturale partenopea in una prospettiva internazionale”.

“Il periodo napoletano, che costituisce il capitolo conclusivo ma meno conosciuto della vita della pittrice, fu interrotto da una breve parentesi londinese – prosegue Gabriele Finaldi, direttore della National Gallery di Londra e special advisor della mostra partenopea – La collaborazione internazionale è stata particolarmente importante oltre che proficua per condividere le conoscenze e mettere in luce aspetti meno noti della vita e dell’opera dell’artista“. “Sappiamo moltissimo della prima parte della vita di Artemisia, ma molto meno della seconda, quando l’artista decise di stabilirsi definitivamente a Napoli dopo il soggiorno a Venezia – fa eco il curatore della mostra, il prof. Giuseppe Porzio – La parentesi napoletana si estende per circa un quarto di secolo ed è un capitolo importante della produzione artistica della pittrice, che meritava di essere approfondito. Fino a oggi è mancato un focus interamente dedicato a questo periodo, ed è esattamente ciò che abbiamo provato a fare“.

LE OPERE
l percorso espositivo si sviluppa su un doppio binario, tematico e iconografico, per coprire l’arco temporale durante il quale Artemisia visse e operò a Napoli. La pittrice romana riscosse un enorme successo all’ombra del Vesuvio, grazie a quei sentimenti di epicità storica e di grandezza artistica di cui sono pervase le sue opere. L’esposizione napoletana vuole mettere in risalto alcuni degli aspetti salienti dell’opera della grande artista, attraverso la raffigurazione di eroine femminili, come Giuditta e Cleopatra, con chiari riferimenti alla mitologia classica e alle Sacre Scritture. Si tratta altresì di opere cariche di un forte pathos emotivo, caratterizzate da un elegante preziosismo che si traduce in un’accurata ricerca estetica e del dettaglio pittorico. La realizzazione della mostra è stata infatti preceduta da intense attività di ricerca, di analisi e di studio che hanno permesso di restituire al mondo dell’arte un’importante narrazione realistica e veritiera delle opere e della vita dell’artista. Una ricostruzione che è stata fondamentale per creare un percorso coerente, che ripercoresse i temi più cari alla pittrice.

I visitatori potranno ammirare cinquanta opere legate direttamente e indirettamente a una delle prime pittrici donne “riconosciute” della storia. Per la prima volta vengono infatti esposte in Italia le opere conservate all’estero, come Autoritratto come Santa Caterina d’Alessandria, recentemente acquisita dalla National Gallery di Londra, così come un altro dipinto raffigurante una giovane Santa Caterina d’Alessandria proveniente dal Nationalmuseum di Stoccolma, oltre a Giuditta e l’ancella con la testa di Oloferne, proveniente dal Nasjonalmuseet for Kunst di Oslo. Dalla National Gallery of Art di Washington, negli Stati Uniti, proviene invece un altro suo capolavoro: il Trionfo di Galatea. Tra le opere esposte non può mancare la celeberrima Annunciazione, proveniente dal Museo di Capodimonte, oltre ai dipinti monumentali eseguiti per la Cattedrale di Pozzuoli, come San Gennaro e i compagni gettati nell’anfiteatro ammansiscono le belve e il dipinto raffigurante i Santi Procolo e Nicea, restaurato per l’occasione. Il percorso espositivo offre anche un’ampia visuale sugli artisti attivi a Napoli in quel periodo, come Massimo Stanzione, Paolo Finoglio, Battistello Caracciolo, Giovanni Baglione, Francesco Guarino e Andrea Vaccaro. Per l’occasione è stata riscoperta anche la figura di Diana De Rosa detta “Annella”, oggi riconosciuta come una delle maggiori pittrici del Seicento, e purtroppo dimenticata dalla storia per lunghissimo tempo come tante donne del passato.

L’ARTISTA
Artemisia Gentileschi nacque a Roma l’8 luglio del 1593. Figlia di Orazio Gentileschi, anch’egli pittore nonché grande amico di Caravaggio, decise di seguire le orme del padre nonostante il mondo dell’arte fosse fino ad allora appannaggio dei soli uomini. Appena diciassettenne, la giovane pittrice prodigio completò il suo primo lavoro, Susanna e i Vecchioni. Il dipinto, nel quale sono evidenti le influenze del realismo pittorico di Rubens e i chiaroscuri della Scuola Caravaggesca, impressionò tutti, il padre compreso. Sull’onda del suo notevole talento, Artemisia fu così ammessa all’Accademia delle Arti di Firenze: mai una donna, prima di lei, potè studiare in un istituto d’arte così prestigioso. A Firenze entrò in contatto con la famiglia De’ Medici ed ebbe modo di conoscere Galileo Galilei, con il quale strinse una forte amicizia. La sua formazione si focalizzò non solo sui modelli estetici e tematici classici, tipici degli studi e degli ambienti accademici, ma anche tardo-manieristi e dell’arte figurativa barocca, che vedeva tra i suoi massimi esponenti, oltre a Caravaggio, anche diversi artisti appartenenti alla Scuola Bolognese come Annibale Carracci, Guido Reni, Giovanni Lanfranco e Domenico Zampieri detto il “Domenichino”.

Artemisia si distinse ben presto non solo per essere una grande artista, la quale non aveva nulla da temere nel confronto con i suoi più “celebri” corrispettivi maschili, ma fu anche una donna molto coraggiosa, caparbia e determinata, tanto da diventare un simbolo e un’icona celebre del femminismo. Vissuta in un’epoca nella quale era pressoché impossibile per una donna trovare spazio e affermarsi nel mondo dell’arte, smentì ben presto pregiudizi e luoghi comuni sulle donne, affrontando anche una drammatica vicenda personale che la vide coinvolta in prima persona. Era infatti ancora molto giovane quando subì un terribile stupro proprio dal suo “maestro” d’arte nonché amico di famiglia Agostino Tassi, ma lei trovò la forza di rialzarsi e di ribellarsi al sistema di potere patriarcale, dimostrando una grande tenacia e un’indiscutibile spirito da guerriera. Fu così che testimoniò senza remore contro il suo aguzzino, denunciandolo pubblicamente delle violenze sessuali subite e trascinando il suo violentatore fino dentro un’aula di tribunale, dove fu giudicato colpevole e condannato all’esilio.

Dopo aver trascorso gli anni della giovinezza tra Roma e Firenze, Artemisia si trasferì prima a Venezia, per poi stabilirsi a Napoli nel 1630. La pittrice rimase subito ammaliata dalla bellezza della città in riva al Golfo, che in quegli anni stava vivendo un florido periodo di sviluppo e di innovazione culturale su impulso dei viceré spagnoli, attirando i principali artisti del continente. Fu proprio nella città partenopea che Artemisia riscosse grande successo, suscitando l’apprezzamento dei regnanti spagnoli e l’ammirazione dei pittori della Scuola Napoletana, tanto che attorno alla sua fiorente bottega si raccolsero i migliori artisti attivi in città in quell’epoca, tra cui Massimo Stanzione, Onofrio Palumbo e Bernardo Cavallino. Nello stesso periodo entrò in contatto anche con i pittori spagnoli Diego Velázquez e Jusepe de Ribera, detto lo “Spagnoletto”. Napoli fu così la città nella quale Artemisia decise di restare per il resto della sua vita, fino alla sua morte sopraggiunta indicativamente nel 1654, e dove diede alla luce alcuni dei capolavori assoluti dell’arte italiana.

PERCORSI ESPOSITIVI
Per coloro che decideranno di visitare Palazzo Piacentini durante le festività le sorprese e le meraviglie non finiscono qui. La nuova sede delle Gallerie d’Italia di Napoli, oltre alla mostra su Artemisia, offre altri tre fantastici itinerari espositivi, con opere di immenso valore artistico appartenenti alla collezione Intesa Sanpaolo. I visitatori potranno ammirare la meravigliosa raccolta di vasi attici e magnogreci databili tra VI e III secolo a.C. provenienti dalla necropoli di Ruvo di Puglia, una delle più antiche della Magna Grecia. La seconda sezione è invece dedicata all’arte moderna e offre un’ampia prospettiva sui pittori attivi a Napoli tra Seicento e Settecento, da Luca Giordano a Giacinto Gigante e Domenico Morelli, passando per i pittori fiamminghi come Anton Van Pitloo e il padre del vedutismo moderno Caspar Van Wittel. Il “pezzo forte” di questa collezione è sicuramente rappresentato dall’eccezionale Martirio di Sant’Orsola, ultimo dipinto realizzato da Caravaggio prima della sua morte: un’opera sublime, pervasa da una tensione drammatica unica, quasi a presagire, di lì a poco, la tragica dipartita dell’artista.

Della stessa vasta collezione fanno parte anche diversi pregiatissimi dipinti appartenenti alla Scuola di Posillipo, le cui opere sono caratterizzate dal paesaggismo romantico del Grand Tour, e alla Scuola di Resina, influenzata dal naturalismo francese e dalla pratica en plein air. Un focus a parte è inoltre dedicato ai disegni e alle sculture che hanno documentato la straordinaria parabola artistica e umana di Vincenzo Gemito, che dai vicoli di Napoli conquistò i Salons parigini nella seconda metà dell’Ottocento. Nel terzo e ultimo capitolo espositivo trova spazio, infine, una ricca collezione che dal Novecento si affaccia fino all’arte contemporanea, con le opere di artisti del calibro di Piero Manzoni, Lucio Fontana, Alberto Burri, Mario Schifano, Michelangelo Pistoletto, Emilio Vedova, Gerhard Richter, Jannis Kounellis e Sol LeWitt. Non mancheranno infine gli appuntamenti con la grande musica dal vivo: fino al 10 gennaio 2023, infatti, la “sala grande” di Palazzo Piacentini ospiterà concerti di musica classica incentrati sui temi della pittura di Artemisia. Gli eventi musicali sono curati dall’Associazione Alessandro Scarlatti.

INFORMAZIONI PER LA VISITA
La mostra Artemisia Gentileschi a Napoli sarà visitabile fino al 19 marzo 2023. Nel corso delle festività natalizie sono previste aperture speciali come da calendario secondo i seguenti giorni e orari: sabato 24 dicembre dalle ore 10:00 alle 17:00; domenica 25 dicembre chiuso; lunedì 26 dicembre dalle ore 10:00 alle 20:00; sabato 31 dicembre dalle ore 10:00 alle 15:00. Fino al 6 gennaio la mostra resterà aperta al pubblico con orario continuato dalle ore 10:00 alle 20:00. L’ultimo ingresso è un’ora prima della chiusura della biglietteria. Per quel che riguarda le aperture ordinarie, invece, i cui orari entreranno regolarmente in vigore dopo le feste, l’exhibit sarà aperta al pubblico dal martedì al venerdì dalle ore 10:00 alle 19:00. Il sabato e la domenica, fino alle ore 20:00. Lunedì chiuso.

Il prezzo del biglietto è di 7€ per l’intero, 4€ per il ridotto. Per i minori di 18 anni e per i clienti del gruppo Intesa Sanpaolo l’accesso è gratuito. Per le visite nelle giornate di maggiore affluenza, soprattutto durante le festività natalizie, è vivamente consigliata la prenotazione on-line (clicca qui). Per ulteriori informazioni si può consultare il sito internet www.gallerieditalia.com, scrivere all’indirizzo e-mail napoli@gallerieditalia.com oppure contattare il numero verde 800 167 619. Dal piano terra di Palazzo Piacentini, in prossimità dell’ingresso su via Toledo, i visitatori potranno infine accedere all’elegante e raffinato Luminists Cafè & Bistrot, dello chef stellato Giuseppe Iannotti, dove arte, design e gusto si incontrano per formare un connubio perfetto.

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