La variante “Omicron” travolge i medici di base: sistema sanitario in affanno
L'alto numero di pazienti positivi al Covid-19 sta letteralmente mandando in crisi il sistema di controllo e di prevenzione sanitaria della medicina di base. Abbiamo chiesto a tre medici del territorio di fare il punto sulla situazione attuale
La quarta ondata della pandemia di Covid-19 sta mandando in sofferenza il sistema sanitario regionale della Campania a causa dell’altissimo numero di persone contagiate durante le festività natalizie. L’emergenza epidemiologica si sta manifestando in questi giorni con diverse criticità: fuori agli hub vaccinali di Napoli, sia della Mostra d’Oltremare che di Capodimonte, ci sono file enormi di persone in attesa di farsi somministrare il vaccino; una situazione analoga si sta verificando anche fuori alle farmacie e ai laboratori d’analisi, con centinaia di persone in fila per effettuare il tampone. Ma ad andare in tilt, di fronte all’avanzata della variante Omicron del virus, è soprattutto il sistema di controllo e di prevenzione territoriale affidato nelle sole mani dei medici di base. Ed è proprio Silvestro Scotti, segretario della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg), a lanciare l’allarme rispetto a una situazione pandemica che sta diventando giorno dopo giorno sempre più critica e insostenibile. I medici di famiglia, infatti, si sono trovati ad affrontare in queste settimane un numero enorme di casi di pazienti positivi al virus del Sars-Cov-2 tanto che i loro telefoni sono impazziti a causa delle continue segnalazioni. Ad andare in sofferenza anche il sistema di tracciamento che sta subendo ritardi e rallentamenti assieme al sistema di monitoraggio e di rilevamento dei tamponi.
I medici stanno fronteggiamdo svariate difficoltà, non solo nel gestire la grossa mole di pazienti, soprattutto anziani, che si stanno recando in queste ore presso i propri studi, spesso con sintomi influenzali, ma anche nel seguire i malati affetti da patologie croniche, i quali hanno bisogno di assistenza medica continua. Questo sovraccarico di lavoro, unito alla mancanza di supporto sanitario, sta infatti creando pesanti rallentamenti anche nella gestione delle richieste per l’effettuazione dei tamponi molecolari, che necessitano di tutta una trafila burocratica prima di poter essere processati. Moltissimi sarebbero inoltre i pazienti disinformati o molto più semplicemente impauriti di fronte all’avanzata della quarta ondata del Coronavirus, in cerca di informazioni chiare sulle regole da seguire qualora dovessero risultare positivi e su come gestire il relativo periodo di quarantena. Una situazione che va a impattare, in maniera negativa, proprio sul sistema della medicina di base. Per lo stesso presidente della Fimmg Silvestro Scotti il governo e le istituzioni starebbero sottovalutando la pressione sanitaria provocata dal picco della nuova ondata pandemica dato che questa volta, rispetto alle ondate precedenti, la concentrazione di casi positivi è molto più elevata, ragion per cui bisognerebbe adottare misure maggiormente efficaci per la gestione e il contenimento della pandemia.
A lanciare l’allarme è anche Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe, organizzazione che studia lo sviluppo e la diffusione della pandemia in Italia. Secondo le analisi della fondazione, in media, su ogni 100mila persone contagiate, 1.100 hanno bisogno di essere ospedalizzate nei reparti ordinari mentre 120 hanno necessità di essere ricoverate in terapia intensiva. Di questo passo, secondo le previsioni, c’è il rischio che a causa della variante Omicron, considerata dagli esperti come la più contagiosa della storia, possano essere infettate nel giro di poco tempo oltre due milioni di persone. Ciò comporterebbe il ricovero di oltre 20mila persone contagiate negli ospedali, il che significherebbe mandare in crisi anche i sistemi ospedalieri di intere regioni, specialmente del Sud Italia, meno organizzate e preparate nel gestire l’emergenza sanitaria, nonostante siano passati due anni dallo scoppio della pandemia. Secondo Cartabellotta le misure adottate dal Governo sarebbero del tutto inadeguate, inoltre c’è il rischio che il ritorno a scuola venga posticipato di almeno tre o quattro settimane finché non sarà rientrata l’emergenza relativa alla quarta ondata, la cui riduzione sostanziale del tasso di contagio è prevista solamente entro febbraio. Per il presidente della fondazione Gimbe, infine, bisognerà proseguire senza interruzioni in queste settimane con le somministrazioni della terza dose del vaccino anti-Covid mentre le uniche misure efficaci per arrestare l’avanzata del virus sono quelle di garantire il passaggio del lavoro in smart working, di svolgere le lezioni in didattica a distanza e di ridurre al minimo i contatti sociali non necessari.
I medici di base sono dunque schierati in prima linea nel combattere la battaglia contro il Covid-19. A farci un quadro della situazione ci pensa il dott. Luigi Costanzo, medico di base con studio a Frattamaggiore, nell’area nord di Napoli. “Attualmente stiamo affrontando una forte recrudescenza virale in tutti i distretti sanitari dell’Asl Napoli 2 Nord a causa di una maggiore diffusione della variante Omicron che sta diventando il ceppo dominante”, afferma il medico frattese, che prosegue: “Anche se con mille difficoltà noi medici di base cerchiamo di seguire attentamente i nostri pazienti.Basti pensare che in una giornata ricevo anche quattrocento segnalazioni, tra messaggi e telefonate di pazienti preoccupati di aver contratto il virus. Attualmente, su circa 1.500 dei miei assistiti, almeno una cinquantina si trovano in quarantena perché positivi al tampone. Per fortuna la maggior parte di loro non presenta sintomi gravi dell’infezione. Bisogna però aggiungere – sottolinea il dott. Costanzo – che attualmente siamo sull’orlo di una crisi da burn-out. Il sistema di controllo e di prevenzione messo in campo dalla medicina di base sta vivendo grosse difficoltà. Registriamo gravi ritardi nell’esecuzione dei tamponi da parte delle Asl, con pazienti costretti ad aspettare anche diversi giorni prima di poter effettuare il test. Molte famiglie, specie quelle numerose, sono state così costrette a ricorrere ai privati affrontando spese economiche spesso insostenibili, arrivando a pagare anche dai 300 ai 400 euro di tamponi in un giorno. In una situazione di emergenza come quella che stiamo vivendo – aggiunge – il sistema sanitario avrebbe dovuto garantire più tutele per i pazienti, e invece, da due anni a questa parte, è stato fatto troppo poco. Sarebbe opportuno alleggerire la mole di lavoro burocratico affidata ai medici, anche perché ci sono molti pazienti che soffrono di patologie croniche che vanno seguite. Per ovviare a tutta questa serie di problemi – conclude il dott. Costanzo – in qualità di medici di base e di controllori della situazione pandemica abbiamo chiesto l’installazione di un centro per tamponi gestito dall’Asl sul nostro territorio”.
Una situazione non dissimile ci viene descritta dal dott. Luigi De Rosa, medico di base con studio a Giugliano in Campania, nel cuore dell’hinterland napoletano. “In questi giorni, durante e dopo le feste – afferma il medico – ci siamo ritrovati ad affrontare un numero incredibile di pazienti positivi. Solamente tra i miei assistiti, circa 1.500 in totale,conto in questo momento almeno 68 persone contagiate. Questo vuol dire che con la nuova variante abbiamo raggiunto una contagiosità media del 4,5%. Nella città di Giugliano – aggiunge – si contano molti positivie il mio studio,così come quelli di tanti altri colleghi,sono stati presi d’assalto. Dal canto mio sto invitando i miei pazienti con sintomi influenzali a evitare di recarsi in studio se non in casi di urgenza, per evitare di correre rischi. Ciò comporta la necessità di gestire a distanza i pazienti che mi contattano in qualsiasi ora tanto che un’intera giornata lavorativa sembra non essere sufficiente. Tra le persone – afferma il dott. De Rosa – c’è molta ansia e preoccupazione di fronte alla quarta ondata della pandemia e noi medici ci ritroviamo a fare anche da supporto psicologico. A ciò si aggiunge la lunga trafila di procedure burocratiche che dobbiamo adempiere e che non fanno altro che rallentare e appesantire un sistema sanitario che si trova in grosse difficoltà. Nel fronteggiare la pandemia senza alcun supporto o sostegno – aggiunge – corriamo il rischio di mettere in secondo piano altre questioni importanticome l’assistenza sanitaria dei malati cronici e di quelli affetti da patologie tumorali. Per fortuna molte persone positive, soprattutto quelle vaccinate, o sono asintomatiche oppure stanno manifestando solamente sintomi da raffreddamento e da influenza lieve, e questo sicuramente è un dato incoraggiante che dimostra l’efficacia della vaccinazione. Tuttavia – rileva alla fine il medico – è evidente che l’attuale sistema di tracciamento si trovi in forte difficoltà così come andrebbe rivista integralmente la procedura per poter effettuare i tamponi. Se continuiamo di questo passo rischiamo il collasso del sistema”.
La variante Omicron corre soprattutto tra i più giovani, specialmente in età pediatrica. Solo in Campania si stima che oltre la metà dei contagiati siano giovanissimi e bambini, i quali, per fortuna, non manifesterebbero i sintomi gravi dell’infezione. Per tale ragione abbiamo chiesto il parere del dott. Nicola Costanzo, pediatra con studio a Lusciano, nell’Agro aversano. “La situazione – conferma il pediatra – è particolarmente difficile in provincia di Casertacon tassi di contagiosità estremamente alti. La variante Omicron ha un’altissima infettività e un elevato indice di trasmissione, soprattutto tra bambini e ragazzi, e questo ci obbliga a non abbassare la guardia. Per fortuna, nella popolazione in età pediatrica, l’insorgenza dei sintomi da Covid-19 è di lieve entità e può essere tenuta sotto controllo con farmaci antipiretici e antinfiammatori. Ciò rappresenterebbe comunque un fattore di contagio per le persone anziane che entrerebbero in contatto con i bambini, per cui è preferibile evitare rapporti e contatti con le categorie a rischio. Noi pediatri – prosegue il medico – in questo periodo stiamo lavorando senza sosta per garantire cure e assistenza sanitaria ai nostri piccoli pazienti nonostante le grosse difficoltà. La variante Omicron ha preso alla sprovvista il sistema sanitario il quale si è fatto trovare impreparato di fronte all’alta contagiosità di questo nuovo ceppo virale. In questi giorni – afferma – sto ricevendo tantissime telefonateda parte di genitori che sono giustamente preoccupati per i propri figli. In più il sistema di controllo e di tracciamento della pandemia è in evidente affanno di fronte alla grossa richiesta di tamponi e questo sta causando enormi ritardi. L’unico consiglio che posso dare ai genitori dei bambini – afferma il dott. Costanzo – è quello di vaccinare i propri figli a partire dai cinque anni d’età senza alcun tipo di timore o esitazione. Il vaccino è sicuro e in questi giorni – conclude il pediatra – saremo impegnati con l’Asl di Caserta con un’apposita campagna di vaccinazione pediatrica sul territorio nell’ambito del nostro distretto sanitario di appartenenza“.
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