Il 7 novembre i cittadini di Orta di Atella saranno chiamati a scegliere il proprio sindaco dopo due anni di commissariamento. Tra i due contendenti alla fascia tricolore spicca sicuramente un volto noto della politica ortese: si tratta dell’ex consigliere comunale Vincenzo Gaudino il quale concorrerà alle elezioni amministrative con il sostegno di tre liste: Democratici & Riformisti, Città Visibile e Orta in Movimento. Avvocato civilista con studio ad Aversa, Gaudino è un professionista conosciuto in tutto il territorio, nonché figura stimata nel Foro di Napoli Nord. È sposato con Nicoletta Giuliano, anch’ella avvocata e docente di Diritto, dalla quale ha avuto due bambine, Francesca e Nuccia. Nato nel 1973, quarantotto anni compiuti a settembre, del segno della Vergine e con una grande passione per lo sport, Gaudino si candida per la seconda volta alla guida del municipio atellano. Già nel 2018 sfiorò l’elezione alla carica di sindaco con oltre il 38% dei voti, venendo battuto al ballottaggio da Andrea Villano. Dopo aver guidato l’opposizione all’ex sindaco, la cui parabola politica e amministrativa durò appena quattordici mesi prima di venire sciolta per infiltrazioni camorristiche, l’ex contendente ci riprova adesso per la seconda volta, determinato a portare a casa la vittoria.
Cosa può dirci della coalizione in suo sostegno?
“Si tratta di una coalizione che raccoglie le forze democratiche, progressiste, ecologiste, movimentiste e di sinistra della città che si sono sempre battute per i diritti dei cittadini. Abbiamo messo a sistema le esperienze maturate nel 2018, durante l’opposizione alla passata amministrazione e pensiamo che adesso i tempi siano maturi per governare la città con serietà e competenza. Il termine di questo percorso ha coinciso con la mia candidatura a primo cittadino di Orta di Atella, un impegno che rispetterò e onorerò dal primo all’ultimo giorno del mio mandato, lavorando solo ed esclusivamente per il bene della comunità”.
Ha già idee sulla futura squadra di governo?
“Adoro il calcio e squadra è una parola che mi piace, mi fa pensare alla figura dell’allenatore, ma il nostro punto di forza è il collettivo composto da tutti i protagonisti che hanno deciso di scendere in campo per lanciare il cuore oltre l’ostacolo. La decisione di indicare una figura come quella di Enzo Tosti, noto attivista ambientale della Terra dei Fuochi, il quale ricoprirà la carica di vicesindaco, non è una scelta casuale ma l’espressione della volontà di un cambio di rotta rispetto al passato. L’attenzione e il rispetto dell’ambiente saranno infatti prioritari per la futura amministrazione. Inoltre l’onorevole Fabio Di Micco rappresenta un figura di credibilità istituzionale”.
Qual è la vostra idea di città?
“Vogliamo ricostruire quell’idea di comunità ortese che purtroppo si è persa. Restare uniti e coesi come cittadini è fondamentale per poter affrontare e vincere le sfide del futuro. La nostra azione amministrativa seguirà programmi e obiettivi ben precisi puntando sull’inclusione e sulle politiche sociali per sostenere le fasce più deboli della popolazione, con un’attenzione particolare per chi è affetto da disabilità. Fondamentale sarà dare una svolta al tessuto produttivo della città e garantire ai cittadini il funzionamento dei servizi e l’accessibilità alle infrastrutture. La nostra sarà la politica delle “3 C”: cultura, competenza e conoscenza. Trasformare la città del presente vuol dire realizzare la città del domani”.
Come penserete di guidare la macchina comunale?
“Innanzitutto va ricucito il legame tra cittadini e istituzioni. La politica deve essere al servizio delle persone e non il contrario. Viale Francesco Petrarca sarà la casa di tutti gli ortesi. Far ripartire la macchina comunale è una delle nostre priorità e lavoreremo per rendere la città più efficiente e funzionale, dalla raccolta dei rifiuti alla riscossione dei tributi. Amministrare un Comune con oltre 25 milioni di euro di debiti, un “regalo” lasciatoci dalle passate amministrazioni, non sarà affatto facile. Bisognerà programmare interventi mirati per riequilibrare e risanare le casse comunali. Non sarà una passeggiata, per questo sarà necessario il supporto e la collaborazione di tutti i cittadini”.
Il Puc sarà uno dei leitmotiv di queste elezioni. Cosa proponete?
“Bisogna risanare il territorio partendo dal suo riassetto urbanistico e il Puc sarà lo strumento adeguato per questo tipo di intervento. Ripartiremo dal progetto preliminare già varato dalla gestione commissariale. Il patrimonio immobiliare esistente va valorizzato attraverso una pianificazione che garantisca il diritto alla casa. Riequilibrare il territorio significa riqualificare e valorizzare Orta Vecchia assieme al borgo di Casapozzano. Normalizzare la città vuol dire invece creare tutta quella rete di servizi e infrastrutture che trasformino Orta in un paese pienamente vivibile. In tale contesto sarà importante, per chi amministrerà, saper intercettare e utilizzare sia i fondi regionali messi a disposizione che i fondi europei per lo sviluppo del Mezzogiorno”.
Come penserete di utilizzare i fondi del Pnrr?
“Per Orta di Atella va ripensato un nuovo modello di sostenibilità urbanistica. I fondi del Pnrr dovranno servire per attuare una grande opera di ammodernamento e di riqualificazione della città. Sicuramente una priorità va data alla viabilità e alla sistemazione di molte strade. Ci sono interi quartieri, sia del centro storico che della periferia, che hanno bisogno di interventi urgenti. Ci concentreremo sulle scuole, per garantire strutture adeguate che siano in linea con i migliori standard educativi. Ci focalizzeremo inoltre sulla realizzazione di tutte quelle infrastrutture necessarie a garantire il funzionamento della città. Il tutto sarà realizzato all’insegna della progettualità e della sostenibilità”.
Orta di Atella è il paese più giovane d’Italia. Cosa vuole dire ai giovani?
“Oggi essere giovani a Orta di Atella non è affatto facile. Qui manca tutto: non ci sono luoghi d’aggregazione, non c’è una biblioteca, non esiste un forum dei giovani né uno spazio libero dove poter coltivare esperienze e relazioni sociali oltre a creare opportunità di lavoro e formazione. Mancano spazi verdi dove poter passare il tempo libero e praticare sport o attività fisica all’aperto. La chiusura del campo sportivo, del palazzetto dello sport e della villetta comunale sono l’emblema del fallimento della politica del passato. Noi vogliamo far sì che i giovani non scappino più via da Orta di Atella ma siano i protagonisti della rinascita sociale, culturale ed economica del paese. I giovani sono il nostro futuro, li dobbiamo sostenere e dare loro lo spazio che meritano”.
Fino a oggi Orta di Atella ha vissuto nell’isolamento. Cosa farete per cambiare rotta?
“Anche se la nostra città si trova al centro dell’Agro atellano, è diventata negli anni un paese dormitorio rimanendo isolata rispetto agli altri centri vicini. Ci sono grandi potenzialità che vanno messe a sistema unendo sinergie, risorse e competenze per sviluppare e promuovere le eccellenze del territorio collaborando con le vicine Frattaminore, Sant’Arpino e Succivo per puntare sulla riscoperta dell’identità atellana. Centrale sarà il ruolo delle associazioni nella rinascita della città le quali avranno il sostegno della futura amministrazione. Al tempo stesso bisogna guardare a realtà come Aversa e Frattamaggiore affinché Orta di Atella diventi il ponte di congiunzione tre le province di Napoli e Caserta”.
Cosa pensa delle passate amministrazioni?
“Preferisco guardare al futuro invece che pensare al passato. Le condizioni in cui versa oggi la città dopo anni di commissariamenti e di cattiva gestione della cosa pubblica sono sotto gli occhi di tutti. Vedere ogni giorno sui giornali e ai telegiornali il nome della nostra città associato a quello della camorra è stato mortificante per me e per tutte quelle persone perbene che credono ancora nell’onestà e nella buona politica. Le nostre parole d’ordine saranno trasparenza e legalità, e soprattutto allontaneremo definitivamente lo spettro della criminalità dal nostro territorio garantendo la presenza dello Stato”.
Cosa vuole dire al suo avversario?
“Gianfranco Arena è un collega a cui va il mio più grande in bocca al lupo. Se mi permette paga però due difetti: il primo è sicuramente l’inesperienza politica. Orta di Atella ha bisogno di un sindaco che sappia risolvere nel concreto i problemi nel quotidiano. Il secondo è che rischia di diventare suo malgrado vittima di logiche calate dall’alto. Si tratta di quello stesso modo di fare politica che ha trascinato la città sul fondo. Spero però di essere smentito dai fatti. In ogni caso amo il fair play, rispetto i miei avversari e non vedo l’ora di potermi confrontare con lui in un faccia a faccia all’americana. Il confronto è il sale della democrazia e noi siamo persone democratiche“.
Che appello vuole lanciare ai cittadini?
“Invito i cittadini a votare con consapevolezza e in piena libertà in quanto dovranno scegliere il loro sindaco, ossia colui che li guiderà per i prossimi cinque anni. Gli ortesi sanno bene che nessuno ha la bacchetta magica e che per risolvere i problemi della città ci vorrà il tempo necessario. Bisogna essere onesti e dire le cose come stanno. Il tempo delle promesse impossibili è finito. Adesso è il momento di prendere gli impegni con serietà e proporre progetti concreti. La mia responsabilità sarà quella di mettere in campo una squadra di governo valida e competente, il cui scopo sarà quello di lavorare per il paese. Siamo tutti chiamati a curare le ferite del territorio e lo faremo senza perderci d’animo, consapevoli che sulla strada non mancheranno gli ostacoli. Uniti ce la faremo e vinceremo affinché Orta di Atella possa finalmente cambiare”.
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