È stato un consiglio comunale abbastanza “movimentato” quello tenutosi a inizio settimana presso l’aula consiliare del Comune di Orta di Atella, in provincia di Caserta, con i lavori consiliari che si sono protratti fino alle 21:00 di sera. Durante il civico consesso, infatti, si è ampiamente dibattuto sull’approvazione del bilancio di previsione 2022-2024 dopo la convalida, avvenuta circa un mese fa, del bilancio consuntivo, attraverso il quale è stato possibile quantificare il disavanzo maturato dal Comune atellano a decorrere dall’anno 2021 il quale ammonta complessivamente a oltre 24 milioni di euro di debiti. La discussione in consiglio, tuttavia, non è stata affatto facile e il bilancio di previsione è stato approvato all’interno del civico consesso in un clima di tensione con nove voti favorevoli e otto voti contrari, con il voto del primo cittadino Vincenzo Gaudino determinante nel fungere da “ago della bilancia”.
Nel momento clou dell’approvazione del provvedimento finanziario la consigliera di maggioranza Maria Di Pietro e il presidente del Consiglio Comunale Antonio Carbisiero, entrambi espressione della lista Orta in Movimento, hanno deciso di votare contro il testo del bilancio, creando così una nuova spaccatura politica all’interno della maggioranza. Il gruppo politico sorto sulle ceneri del Movimento 5 Stelle di Orta di Atella guidato dal senatore del Gruppo Misto Fabio Di Micco si è così voluto smarcare dalle scelte dell’Amministrazione ribadendo la propria autonomia decisionale. La decisione presa dal gruppo di Orta in Movimento ha così scatenato le reazioni del gruppo dei Democratici & Riformisti. I consiglieri comunali del gruppo Dem, rientrati in maggioranza dopo l’ultima crisi politica, hanno infatti invocato le dimissioni del presidente del Consiglio Comunale, richiesta che è stata respinta dallo stesso Carbisiero. Per la fascia tricolore Vincenzo Gaudino si tratta dunque dell’ennesima “grana” da risolvere ad appena otto mesi dal suo insediamento in Viale Petrarca.

Tra i punti affrontati nel civico consesso c’è stato anche il dibattuto argomento riguardante un aumento di circa 67mila euro annuali della tassa sui rifiuti (TARI). Tale aumento, così come è stato spiegato dall’assessore all’Ambiente Vincenzo Tosti, non è stato il frutto delle scelte finanziarie adottate dal Comune bensì è scaturito da alcuni fattori esterni ai quali l’Ente si è dovuto per forza di cose attenere. A determinare questo innalzamento della TARI sono stati infatti l’aumento delle tariffe sul costo del conferimento dei rifiuti in discarica e nei siti di trattamento dei rifiuti solidi urbani (RSU), la bassissima percentuale di raccolta differenziata effettuata in città (attualmente attorno al 35% a fronte di una media regionale del 53%) la quale ha contribuito a far lievitare i costi di stoccaggio e il problema endemico e mai risolto dell’evasione fiscale in città in merito al mancato pagamento della TARI.
Bisogna sottolineare che per il Comune di Orta di Atella la spesa complessiva per la gestione dei rifiuti ammonta complessivamente a circa 4 milioni e 800mila euro. Di tale somma 2,5 milioni di euro vengono versati in canoni alla GPN, l’azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti in città, mentre la quota restante viene erogata alla GISEC S.P.A., la società che gestisce il ciclo integrato dei rifiuti in tutta la provincia di Caserta. Stando al bilancio di previsione gli aumenti per i prossimi tre anni dovrebbero variare dai sei euro a un massimo di ventidue euro all’anno. Si tratterebbe quindi di somme cospicue le quali saranno spalmate e ripartite in maniera progressiva soprattutto sulle attività esercenti, mentre gli uffici tributari dell’Ente stanno già provvedendo al recupero dei crediti accumulati da parte degli evasori.

Durante il consiglio comunale il clima è stato molto teso, così come è stato acceso il dibattito in assise. Non è mancata un’aspra polemica, nata al termine del civico consesso, aperta dai gruppi consiliari d’opposizione i quali hanno chiesto, come già anticipato dall’ex sindaco Andrea Villano nel corso di un’intervista, le dimissioni dell’Assessora alla Cultura Marilena Belardo, sulla quale pende un’ordinanza di abbattimento di un immobile a lei intestato. Bisogna specificare, in merito a questa vicenda, che la stessa esponente della giunta, già consigliera comunale durante la passata consiliatura nella quale siedeva tra i banchi dell’opposizione all’amministrazione Villano, poi sciolta per infiltrazioni camorristiche, è intestataria di un immobile ereditato dalla famiglia il quale è risultato presentare difformità edilizie e che ella stessa non ha concorso a costruire.
L’assessora, dal canto suo, ha sempre voluto precisare la separazione delle sue vicende private dal suo incarico pubblico per allontanare qualsiasi sospetto in merito all’insorgenza di un possibile “conflitto di interessi” in materia urbanistica. Il piano urbanistico comunale (PUC) è stato infatti “blindato” a marzo scorso dall’Amministrazione ortese con un apposito provvedimento. Qualora dovesse nascere in capo alla Belardo un problema di incompatibilità con la carica assunta, l’assessora si è detta pronta a fare un passo indietro. La Belardo ha comunque ricevuto la piena fiducia da parte del sindaco Gaudino e da parte di tutta la maggioranza per poter continuare a svolgere le proprie funzioni. Nel corso del dibattito è però scoppiata la bagarre in aula con uno scambio di toni duri tra la maggioranza e l’opposizione, in particolare tra il vicesindaco Tosti, il consigliere Luigi Mozzillo e la consigliera Giovanna Migliore. Polemica rientrata in seguito alle scuse pubbliche che il vicesindaco di Orta di Atella ha espresso nei confronti della consigliera di opposizione per la reazione scomposta avuta in sede consiliare.
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