Pablo Picasso in mostra al Museo Archeologico Nazionale di Napoli
L'imperdibile mostra in corso al Mann indaga sul rapporto tra il grande maestro andaluso e l'arte classica. L'exhibit espone opere provenienti dal British Museum di Londra, dal Musée Picasso di Parigi e dalla Gagosian Gallery di New York
Fino al 27 agosto il Museo Archeologico Nazionale di Napoli ospiterà l’imperdibile mostraPicasso e l’antico. L’exhibit, curata da Clemente Marconi, è il frutto di un’importante collaborazione avviata tra il polo museale partenopeo e il Musée Picasso di Parigi, nata con l’obiettivo di evidenziare l’influenza che l’arte classica esercitò sulla produzione artistica di Pablo Picasso. L’esposizione si inserisce nell’evento internazionale Picasso Celebration1973-2023, al quale partecipano le più importanti istituzioni culturali mondiali per celebrare il cinquantesimo anniversario della scomparsa di uno dei più grandi artisti del XX sec. Le commemorazioni si svolgeranno in tutto il mondo e termineranno in autunno con l’inaugurazione del Centro Studi Picasso di Parigi. Si tratta di un evento culturale di prestigio mondiale, che fa tappa a Napoli per puntare i riflettori sull’attualità della produzione artistica del grande maestro andaluso.
L’exhibit, inaugurata alla presenza del direttore del Mann Paolo Giulierini, e di Cécile Debray, presidente del Musée Picasso di Parigi, si presenta in una veste espositiva totalmente inedita. Le opere sono allestite in particolari installazioni al fine di accrescere l’impatto visivo e il coinvolgimento emotivo del visitatore grazie a simmetrie tematico-stilistiche mai realizzate prima. Sono due le sezioni in mostra all’interno dei saloni della Collezione Farnese. La prima ripercorre il soggiorno di Picasso a Napoli, città che il maestro spagnolo amò profondamente, esponendo documenti originali dell’epoca che testimoniano le visite dell’artista al Museo Archeologico e agli scavi di Pompei. La seconda sezione, invece, costruisce un dialogo ideale tra arte antica e moderna per realizzare un confronto stilistico e visivo tra le opere di Picasso e i reperti custoditi nel polo museale partenopeo.
Sono in totale 43 le opere dell’artista spagnolo messe a confronto con le colossali sculture della Collezione Farnese e i meravigliosi affreschi provenienti dalle ville pompeiane. Di queste, 37 provengono dalla Suite Vollard, eccezionale prestito del British Museum di Londra. Si tratta di incisioni realizzate negli anni ’30 pubblicate dal mercante d’arte Ambroise Vollard, considerate un fulcro centrale per comprendere l’evoluzione artistica di Picasso. A queste si aggiungono le collezioni provenienti dalla Gagosian Gallery di New York e dal Musée Picasso di Parigi, tra cui spicca la celeberrima Donna seduta. Il filo conduttore della mostra viene approfondito dai saggi realizzati dai più insigni storici dell’arte, raccolti in un unico volume pubblicato da Electa: un lavoro editoriale fondamentale, che ripercorre la trasformazione dell’arte picassiana a partire dall’ispirazione scaturita dall’osservazione e dallo studio dei capolavori del mondo classico.
PICASSO A NAPOLI
Nato a Malaga nel 1881, Picasso è stato uno dei più grandi e influenti artisti del Novecento, lasciando con la sua arte un segno indelebile nella storia dell’umanità intera. Padre della corrente artistica del Cubismoassieme al pittore francese Georges Braque, è stato l’artista che più di chiunque altro ha denunciato con forza e determinazione le atrocità e l’assurdità della guerra con una potenza espressiva senza eguali nel mondo dell’arte. Le sue opere non hanno mai perso la loro enfasi e la loro attualità, grazie a temi e stili ancora oggi “di tendenza”, che lo hanno consacrato come uno degli artisti più rivoluzionari, avanguardisti, influenti e dirompenti dell’età moderna.
Il pittore andaluso strinse un legame molto forte con Napoli, dove vi soggiornò assieme allo scrittore francese Jean Cocteau e al compositore russo Igor Stravinskij, lasciandosi ispirare dalla vivacità della città in riva al Golfo. Nella primavera del 1917 Picasso fece visita agli scavi di Pompei e al Museo Archeologico, rimanendo ammaliato dalla ricchezza delle collezioni custodite. A impressionare il pittore furono l’Ercole e il Toro Farnese, non solo per le loro dimensioni colossali, ma soprattutto per le proporzioni scultoree e lo studio anatomico del corpo. Fu proprio la Collezione Farnese a ispirare le stampe della Suite Vollard. Questa tendenza emerge dall’opera Lo scultore e la sua statua, in cui il soggetto contempla una statua femminile con il braccio poggiato su una testa colossale, chiaro riferimento all’Ercole Farnese. Il tema viene ripreso nelle incisioni Studio dello scultore, dove l’artista si identifica con il soggetto, raffigurato con la testa, i lineamenti e la posa dell’Ercole.
Il soggiorno napoletano costituì per il genio andaluso un momento cruciale per l’evoluzione del suo stile: il gigantismo e la monumentalità delle statue del Museo Archeologico spinsero l’artista spagnolo a conferire un aspetto più tridimensionale alle sue opere pittoriche e scultoree, superando la bidimensionalità cubista. Si tratta di una tendenza stilistica manifestatasi nella volontà di declinare, in forme moderne, il naturalismo del cosiddetto “secondo periodo classico”. Dopo la visita a Napoli, il naturalismo picassiano assunse forme classicizzanti, riconoscibili nei dipinti e nei disegni non cubisti realizzati tra il 1917 e il 1925 e nell’opera grafica degli anni ‘30. Gli echi di questa nuova svolta artistica sono riscontrabili in immagini sintetiche, rese volumetriche e proporzioni monumentali che donano equilibrio e sobrietà alle composizioni.
IL MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE
Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli è uno dei più celebri musei d’Italia nonché tra le più antiche e importanti istituzioni culturali al mondo per la ricchezza e l’unicità del patrimonio artistico custodito, composto da una delle più vaste collezioni di arte classica e antica del pianeta. Il museo si trova nel possente Palazzo degli Studi, costruito nel 1585 come caserma di cavalleria, ed è uno dei più imponenti edifici della città. Nel 1777, Ferdinando IV di Borbone, giunto sul trono del Regno di Napoli, decise di trasferire nel palazzo le collezioni borboniche e i reperti provenienti dagli scavi di Pompei ed Ercolano. Nel 1788, nonostante le resistenze del papa, Ferdinando IV riuscì a ottenere il trasferimento a Napoli della Collezione Farnese, una delle più imponenti raccolte d’arte scultorea al mondo.
Durante la seconda guerra mondiale il museo superò miracolosamente l’occupazione nazifascista e i bombardamenti alleati. Ciò fu possibile grazie al coraggio dell’archeologo Amedeo Maiuri, il quale barricò il museo impedendo il saccheggio delle opere d’arte: è stato grazie al suo eroismo se oggi è possibile ammirare a Napoli una delle più grandi collezioni d’arte mondiali. Terminato il conflitto, il museo riaprì completamente nel 1953, con il trasferimento delle collezioni borboniche nella pinacoteca del Museo di Capodimonte. Nel 2005, nella sottostante stazione della metro Museo, è stata aperta la sezione Neapolis, nella quale sono esposti diversi reperti archeologici rinvenuti durante i lavori di realizzazione della Linea 1 della metropolitana. Nel 2012 il museo ha ricevuto importanti interventi di restauro che hanno permesso la sistemazione delle collezioni secondo i più moderni criteri espositivi.
Il Museo Archeologico è oggi una tappa obbligatoria per chi visita Napoli e vuole conoscere la storia antica. Sono diverse le collezioni permanenti ospitate, tra queste spiccano laCollezione Farnese, costituita dalle più imponenti statue e sculture dell’Antica Roma; le Collezioni Pompeiane, composte da dipinti, affreschi e mosaici di inestimabile valore provenienti dagli scavi di Pompei ed Ercolano; la Collezione Egizia, tra le più ricche esposizioni sulla Civiltà Egizia in Italia; e la Collezione Magna Grecia, che raccoglie i reperti che vanno dal VIII al III sec. a.C. rinvenuti nelle colonie greche del Meridione. Suggestivo è il Gabinetto Segreto, particolare collezione sui temi dell’eros e della sessualità nel mondo antico. Di grande bellezza è il Salone della Meridiana, enorme ambiente seicentesco attraversato da una lunga meridiana sul pavimento. Il bellissimo affresco sulla volta è stato realizzato dal pittore rococò Pietro Bardellino, mentre il salone ospita l’Atlante Farnese, grandiosa scultura del II sec. d.C.
Dopo quasi mezzo secolo, inoltre, in occasione dell’inaugurazione della nuova sezione museale intitolata Campania Romana, è stata riaperta al pubblico l’ala occidentale del palazzo. Si tratta di un grande spazio espositivo, esteso su una superficie di 2.000 metri quadrati, composto da sale monumentali che ospitano oltre duecento opere mai esposte prima, provenienti dalle città vesuviane e dai Campi Flegrei. Si stima infatti che i reperti conservati nei depositi e nei sotterranei del Mann siano in quantità ben tre volte superiore a quelli esposti, per questo motivo, dal 2022, è stata inaugurata la sezione L’altro Mann, depositi in mostra, per far conoscere ai visitatori opere mai finite sotto i riflettori. Il Museo Archeologico di Napoli è uno scrigno di arte, di cultura e di bellezza senza eguali al mondo.
INFORMAZIONI PER LA VISITA
La mostra Picasso e l’antico sarà visitabile fino al 27 agosto 2023. Il museo è aperto tutti i giorni, dalle ore 9:00 alle 19:30, con ultimo ingresso alle 18:30. Il martedì è giorno di chiusura. Il biglietto, valido per due giorni, dà diritto alla visita delle collezioni permanenti del museo e all’accesso delle mostre temporanee in corso. È consigliabile effettuare la prenotazione on-line per evitare lunghe file e code in biglietteria (per l’acquisto dei ticket d’ingresso clicca qui). Per ricevere maggiori informazioni è possibile consultare il sito internet www.mann-napoli.it. Ricordiamo infine che fino al 9 maggio, al Palazzo Reale di Napoli, si terrà la mostra Dialoghi intorno a Caravaggio, incentrata sui capolavori del Caravaggio e dei pittori “caravaggeschi”. Ancora una volta Napoli si conferma tra le città italiane con l’offerta artistica e culturale tra le più vaste e ricche d’Europa, per una primavera da trascorrere all’insegna dell’arte internazionale e della “grande bellezza”.
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